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PACE EMANUELE I DIRITTI DI MEMORIZZAZIONE ELETTRONICA, DI RIPRODUZIONE E DI ADATTAMENTO |
CAPITOLO VII: "L'UFFICIO W.T.S. E L'INTERVENTO PRESSO IL GOVERNO |
Il decennio, 1930-1940, sarà un periodo rimarchevole e considerevole per la qualità della crescita, l'espandersi e l'affermarsi seppur sempre in tempi e modi limitati, della fede degli Studenti Biblici nella nazione (dal 1931, questi assumeranno il nome, Testimoni di Geova).
Anche se ormai apertamente messi al bando, all'indice, dallo stesso regime fascista, la persecuzione contro il singolo Testimone e verso la loro dottrina crescerà sempre con pertinacia intensificazione a cadenza regolare nel corso di questo decennio, sublimando e acuendone l'apice massimo, tra gli anni 1935-1936 e con un' ultima maggiore intensità, non riscontrata mai prima, proprio e soltanto tra il 1939-1940, quando tutti, i già pochi Testimoni di Geova italiani, furono confinati o incarcerati a lunghe pene detentive.
Tuttavia proprio a cavallo di questi anni, in questo amaro ed angoscioso decennio, gli Studenti Biblici, conosceranno un modesto ma importantissimo sviluppo numerico e cosa ancora maggiore, essi sapranno rivelare avendone acquisito singolarmente le proprietà e le qualità, una vigorosa solidità e stabilità di fede nella dottrina professata.
Questa particolare e notevole fede, che andranno poi a dimostrare palesemente con una forte tenacia e saldezza, fu carica soprattutto di viva intensità cristiana, proprio in quei momenti più delicati della loro persecuzione, quindi, essi sapranno esprimere una fede stabile, quasi unica nel suo genere, che sicuramente derivava da una più illimitata ed ampia maturazione dottrinale che in quegli anni (prima d'ora era stata dimostrata solo da pochi) si riscontra maggiormente in tutta quella piccola “collettività” di testimoni, sparsa nella nazione.
A testimonianza della fedele fermezza alla propria dottrina, dimostrata da questi futuri Testimoni di Geova soprattutto negli anni d' intensa persecuzione, probante e imponente è la documentazione d'archivio, che, stilata a suo tempo dalle varie Istituzioni del Regime, traccerà quella storia fatta da differenti situazioni oggettive e non, sulla vita sociale e nazionale del paese, dove per contro il singolo testimone e chiamato spesso a decidere, così da saper dare riprova della sua personale tempera di fede, troppo spesso definita dalle coercitive autorità “testarda, falsa” o addirittura “bestiale” , ma sempre e comunque una fede singolare, tenace e coerente alla logica convinzione della dottrina religiosa professata.
Tutto verrà confermato poi, a posteriori, nella storiografia stessa, oggi indiscutibile “miniera” di attendibilità storiche, desunta da atti e documenti che registrano minuziosamente attestando positivamente ed unicamente intorno alla quella granitica fede dell'individuo perseguitato.
L' anno 1930, esordì per i Testimoni di Geova in Italia, ancora con la pressante e costante repressione della loro stampa, nonché la persecuzione ad alcuni d'essi, quindi la sorveglianza e l'attenzione massima delle autorità, nei riguardi del singolo Studente Biblico che ancora “operava” in qualche modo nel promuovere l'opera di evangelizzazione, anche se questa ora veniva compiuta maggiormente da emigranti residenti negli Usa a favore di qualche congiunto o amico in Italia con l'invio di letteratura a sfondo religioso ed esclusivamente dottrinale.
Accade così che L'Alto Commissariato per la Città di Napoli il 30 gennaio 1930, attuerà un ennesimo sequestro, presso la dogana dello scalo marittimo, di diversa stampa edita dalla W.T.S., che un emigrato dagli USA, inviava ad un “compaesano” , la nota così relazionava al Ministero degli Interni:
30.01.1930
“Alto Commissariato per la Città di Napoli
Napoli 30 gennaio 1930 Anno VIII
Oggetto: I°) Milioni or Viventi non morranno mai = 2°)Lo Stendardo per il popolo = 3°)Gli ultimi Giorni = 4°)L' amico dei popoli = 5°)Prosperità assicurata = 6°)Messaggio di Speranza.On.le Ministero dell'Interno Direzione Generale della P.S. Div. Affari Gen. e Riservati Roma
Pregiomi rimettere in visione le sopraindicate pubblicazioni qui pervenute sotto fascia da Stamford – S.U.N.A.- (sic!,nda) e tolte di circolazione per il loro complesso contrastante con i più sani principi d'etica sociale.
Esse figurano tutte pubblicate a Brookljn a cura di una “Associazione Internazionale di studenti biblici”.
L'Alto Commissario”. (ACS F 4 b. 105)
Il Ministero dell'Interno a seguito della nota dell'Alto Commissariato, inviò al Ministero degli Affari Esteri la relativa stampa sequestrata, con preghiera di restituzione e di dare cortese riscontro sul carattere dell' Associazione Studenti Biblici in parola. Il 26 marzo 1930, cosi rispondeva il Ministero degli Affari Esteri :
26.03.1930
“Ministero degli Affari Esteri
Roma 29 marzo 1930 Anno VIII
Oggetto: Associazione Internazionale Studenti della Bibbia
Nota a Ministero dell'Interno RomaIn risposta alla nota suindicata ho il pregio di comunicare che nulla osta da parte di questo R. Ministero a che sia vietata l'introduzione e la circolazione nel Regno degli opuscoli di propaganda protestante, che qui acclusi si restituiscono, per quanto reputi che tali libri, per il loro contenuto, così contrario ai gusti e allo spirito del nostro popolo, ben poco successo possono incontrare anche se lasciati in commercio.
Pel Ministro”. (ACS F 4 b. 105)
Immancabile ed inalterata restava il controllo sulla “revisione postale”, da parte delle autorità, con il relativo sequestro di tutte quelle lettere, oltre alla stampa come abbiamo visto, che venivano scambiate a diverso titolo, tra alcuni testimoni, oramai già noti e perseguitati dal regime.
Il 15 febbraio 1930 fu intercettata una lettera che il De Cecca inviò al Cuminetti quale responsabile del Ramo italiano. Il Cuminetti doveva a sua volta trasmettere la missiva al Paschetto Vittorio Giosuè e nella lettera si dava a quest'ultimo notizie riguardanti l'attività di traduzione nella lingua italiana di alcuni articoletti stampati in inglese dalla Watch Tower e dove si diceva di un particolare oggi da ritenersi importante, cioè che, le rispettive traduzioni fatte “precedentemente” erano del Pastore Valdese Giuseppe Banchetti, traduzioni che a parere del De Cecca non dovevano proprio essere eccellenti, tant'è che ora li si fa ripetere al Paschetto. Interessante è ora riproporre la lettera, si noti il linguaggio convenzionale usato, infatti qualora la missiva cadeva nella rete della censura postale, con una simile elocuzione rimaneva di difficile comprensione alle stesse autorità che la sequestreranno. Su questi termini dava quindi notizia:
15.02.1930
“ Brooklyn N. Y. 15 febbraio 1930
Carissimo Fratello PaschettiNel lavoro che ti ha dato il Fratello R. troverete anche due articoletti, anzi tre, che prego tradurli. Ti mando anche l'originale inglese onde che avrete una idea per poterli fare meglio.
Queste furono tradotte dal fratello fù G. Banchetti, ma credo che una revisione li fa un po' più completi ed espressivi, tanto il Precedente e tanto Sopra la Collina.Fate anche la fabbricazione dei santi con belle pitture di tutti i colori, mettete anche qualche cosa per abbellire senza andare tanto fuori testo. Un po' di pepe ecc.
Salate bene anche Sopra la collina dacchè tu abiti sulla collina potete farlo proprio a panno di “Lino”.
Nessun ordine per la traduzione del libro “PROPHECY”, non credo che si traduce. Neanche opuscoli sono usciti sino ad adesso in quest'anno, ma credo che verrà fuori uno e se si deve tradurre sarà subito inviato a te.
Non mi prolungherò oggi perché è sabato e fra poco chiudo l'ufficio e ci ho molto da fare.
Ti rimetto i miei fraterni saluti uniti alla famiglia e sono sempre il tuo fratello e conservo in Cristo.
G. De Cecca” (ACS F 4 B. 91).
Il 18 febbraio 1930, la Prefettura di Bologna segnala una quarta nota al Ministero dell'Interno, circa il sequestro nello scalo postale ferroviario di 25 plichi contenete la rivista La Torre di Guardia. Con questa prefettizia, indirizzata anche a varie altre Prefettura delle province del Regno, si dava corso ad una quinta inchiesta, la quarta istruita dalla Prefettura bolognese (le precedenti erano del: 1° dicembre 1928; 1° maggio 1929; 24 maggio 1929 ; 1° novembre 1929; nda). Benché il compendio non traccerà l'iter dell'indagine, si citerà ora qui, solo la prefettizia richiamata.
18.02.1930
“Regia Prefettura di Bologna
Bologna 18 febbraio 1930 Anno VIII
Oggetto: Sequestro rivista americana “Torre di Guardia”
On.le Ministero dell'Interno Direz. Gen. di P.S. Roma
e, per conoscenza alle LL. EE. i Prefetti Aquila, Teramo, Ascoli, Ravenna, Ancona, Macerata.Con riferimento a precedenti comunicazioni, pregiami informare codesto On. Ministero che, nelle scorse settimane, presso il locale Ufficio R.R. Poste della Ferrovia, sono stati sequestrati altre sei pieghi aperti contenenti esemplari della rivista indicata in oggetto, di cui è vietata l'introduzione nel Regno, nonché 32 corrispondenze chiuse pure contenenti esemplari della rivista stessa, tutti provenienti dagli Stati Uniti e diretti ai sottonotati indirizzi:
1) Orsolina Gianfranceschi Monterado Ancona
2) M. Arcangeli Ved. Dolc. Camerino Macerata
3) Lucia Mamini Faenza Ravenna
4) Attilio Luciano Ofena Aquila
5) Giancaterino G. S. Benedetto in Perillis “
6) Vincenzo D'Angelo Pratola Peligna “
7) Domenico Ciccone Capestrano “
8) Domenico Cutarella Pratola Peligna “
9) Salvatore Casasante “ “
10) Vito Profeta S. Benedetto dei Marsi “
11) Isaino Pasquantonio Ofena “
12) Luvisetta Pasquantonio “ “
13) Giovanni Vitone “ “
14) Vincenzo D'Angelo Pratola Peligna “
15) Raffaele Santacroce “ “
16) Domenico Liberatore “ “
17) Attilio Lancione Ofena “
18) Silvestro Lauro Pratola Peligna “
19) Luigi Putrella Roseto degli Abruzzi Teramo
20) Giosaffatto Di Marco “ “
21) Caterina Di Marco “ “
22) Giulio Gizzi Castelli “
23) Tommaso De Filippi Casoli “
24) Domenico Mazzoni Porto S. Elpidio Ascoli
25) Pasquale D'Amore Abbateggio Pescara
(ACS F 4 b.91)
Il 5 marzo 1930, la Prefettura di Ascoli Piceno, intercettò sequestrandola, l'ennesima lettera, oggi di maggiore spessore e indicazione spirituale data, ma anche di notevole rilevanza storica, poiché ci fornirà informazioni sconosciute di eventi accaduti all'inizio di quest'anno circa le vicissitudini accorse al responsabile della “filiale” italiana dei Testimoni di Geova a Pinerolo e alla piccola comunità religiosa operante in Italia. La missiva, datata 25 febbraio 1930, fu inviati dal Cuminetti al Mazzoni Domenico, quest'ultimo punto di riferimento per il responsabile del Ramo italiano, nel coadiuvare le varie attività in Abruzzo, in particolar modo a Roseto degli Abruzzi. Lo studio come è solito già fare, ripropone per intero, la relazione prefettizia inviata al Ministero degli Interni che la lettera con un suo alegato. Si noti cosa le autorità scrissero all'oggetto: “Mazzoni Domenico – SIONISTA” (sic!), indirizzata alla Dir. Gen. di P.S. a Roma. La lettera che manco a dirlo, il Mazzoni non la riceverà MAI !.
05.03.1930
“Prefettura di Ascoli Piceno
Addì 5 marzo 1930
Oggetto: Mazzoni Domenico = SIONISTA
On. Ministero dell' Interno Dir. Gen. di P.S. RomaDalla revisione della corrispondenza diretta al Mazzoni Domenico, residente a Porto S. Elpidio a Mare, oggetto di precorsa corrispondenza e da ultimo della Ministeriale 25.11.1929 numero 442/47296, è stata rilevata la lettera speditagli dal noto Cuminetti Remigio da Pinerolo, della quale allego copia.
In detta lettera si parla di molestie da parte della P.S. agli affiliati (il grassetto è mio, nda) e s'insiste sulla necessità di rinnovare ugualmente l'abbonamento alla “TORRE DI GUARDIA” giornale della setta, del quale è vietato l'introduzione nel Regno.
Ho disposto che a detta lettera salvo contrario avviso di codesto On. Ministero; non sia dato corso.
Il Prefetto” (ACS G 1 b. 5).
Mentre l'importante lettera sequestrata del Cuminetti al Mazzoni, ci dirà, chiarendoci, tale significative notizie:
“Pinerolo 25 febbraio 1930
Carissimo fratello nel SignoreE' già da molto tempo che ho qui davanti la tua ultima lettera ultima senza che mai abbia avuto un momento per risponderti sebbene che abbia desiderato più volte farlo anche per alimentare il nostro vincolo di fede e di amore fraterno. Mi avrebbe piaciuto tanto di poter mandare a tutti i cari della fede, un breve messaggio verso la fine e il principio dell'anno, ma inutile non posso arrivare a tutto dato che le più belle ore del giorno lo debbo passare in officina e quando si arriva la sera non sono più in condizioni per scrivere e anche alla mattina posso fare poco dato che vado via alle sette per ritornare alle sette di sera, del resto non per questo trascuro di pensare ai fratelli e di amarli, anzi, essi mi stanno sempre più a cuore sapendo che amando i fratelli amo il Signore, soltanto che non posso adempiere verso di loro quello che vorrei fare. Ci vuole perciò pazienza da ambe le parti finchè le cose muteranno e che si possa riacquistare un poco di libertà.
Le tue notizie sono sempre molto apprezzate e noi tutti godiamo di sapervi in buona salute come grazie al Signore possiamo assicurarvi di noi. Ho inteso che sei ancora visitato dalla P.S. e questo mi dispiace assai quantunque ciò non debba essere reputato un disonore anzi, un'onore di essere molestati unicamente perché si ha fede nella Parola di verità.
Quasi tutti i fratelli hanno avute di queste noie ma nessuno si è sgomentato, anzi, molti hanno voluto rinnovare ugualmente l'abbonamento alla Torre per non darla vinta al nemico e per non privarsi loro volontariamente di quel prezioso cibo e noi troviamo che hanno ragione di agire così e si può che il Signore li ricompensi coll'aprire di nuovo la via alla Torre che diventa sempre più interessante nelle sue interpretazioni delle profezie.
La cara sorella Teresina Visani si trova ancora sempre a S. Germano Chisone e sta bene essa si rallegra nel Signore come si possono rallegrare tutti coloro che hanno posta la loro confidenza in Lui.
Il fratello Parcello (il nome è storpiato volutamente dal Cuminetti per non farlo identificare, ai fini di una possibile revisione postale delle autorità. Egli comunque si sta riferendo a Marcello Martinelli, nda) non è venuto a Pinerolo quest'inverno ma abbiamo sempre comunicazioni e perciò sappiamo che è sempre di un medesimo spirito. La sorella Adele Protti in Braun (sic!) si trova a Winthertur (Svizzera) con suo marito e anche lei scrive che sta bene, ogni tanto essa ci dà delle relazioni sul lavoro che compiono i fratelli e le sorelle in Svizzera. Verso Pasqua vi sarà un grande congresso generale a Basilea e probabilmente vi presenzierà il caro fratello Rutherford. La sorella Emma (Hotz, nda) e il fratello Rosselli (Olimpio, nda) si trovano a Parigi quali ambasciatori del Regno di Dio.
Vorrei avere tempo e poi scriverti qualche relazione del grande lavoro che si compie all'estero e particolarmente in Germania e Inghilterra ma non è possibile. Sappi solo che tra la radio, i libri, i fratelli e le sorelle, la verità comincia ha inondare qualche parte della terra, talchè tra poco, non resterà altro da fare all'avversario che fare fagotto e andarsene nel luogo che gli è stato destinato da lungo tempo nessuna nazione non lo vorrà più perché tutte ameranno chiamarsi del Signore.Amato fratello, ora mando tanti saluti a te e la tua cara famiglia da parte di tutti noi con l'augurio che il Signore possa sempre benedirti e per grazia resto il tuo umile fratello.
R. Cuminetti” (ACS G 1 b. 5).
Alla lettera riproposta, il Cuminetti allegava per benefico del Mazzoni, il “Cantico” n. 238, allora in uso tra i Testimoni di Geova. Nello studio inedito “Testimoni di Geova: nascita di una Nazione” l' allegato è riproposto nella ricca Appendice. Il Compendio tuttavia, lo recupera nel presente capitolo, come mera curiosità, di sintesi spirituale del momento storico in esame. Il cantico era su questi termini composto:
“In alto i cuori o popoli,
Volgetevi al Signore
Che il regno suo benefico,
E' presso a stabilir;
Gia la Giustizia è prossima,
Gia brilla il nuovo albore;
Or l'innocente e il povero
S' apprestino a gioir !Gli afflitti d'infra il popolo
Saranno consolati,
E l'oppressore del debole
Dio stesso fiaccherà,
La pace verrà a scendere
Dal ciel sui travagliati
E godranno i miseri
L'Eterna eredità.Non più dolor, nè lagrime,
Né oppressi, né oppressori
Ma regnerà sì Geova
L'Eterno, il Dio d'Amor !
A tal speranza tengasi,
Fratelli in alto i cuori,
E proclamiamo ai popoli
Il Regno del Signor !” (ACS G 1 b. 5).
L'attenzione rivolta all'analisi del contenuto della lettera, è oggi essenziale nella sua specificità ed aiuta a capire il substrato operativo per l'andamento e per il prosieguo dell'opera in Italia agli inizi del 1930.
Dalla missiva del Cuminetti, apprendiamo significativi particolari interessanti, circa la sua impossibilità, divenuta ora onerosa, per la cura spirituale da esercitare, anche se fatta da soli contatti epistolari, nei riguardi dei fratelli sparsi nella nazione. Infatti questa importante attività teocratica, quella relativa alla cura spirituale, mal si conciliava e non era sinergica con il lavoro giornaliero di operaio dipendente, in una fabbrica locale.
Il suo lavoro manuale e quotidiano, presso quello che lui chiama “officina”, lo stancava a tal punto che non riusciva ad estrinsecare materialmente la necessaria cura, ai propri fratelli nel paese, appunto perché egli era gravato dall'impegno lavorativo che lo stressava oltremodo.
C'è da cogliere anche in questo passaggio, come era probabile fosse, per stessa ammissione del Cuminetti il suo positivo auspicio che “ …le cose muteranno e che si possa riacquistare un poco di libertà ”, egli infatti ora non era più libero di agire ed era stato posto dalle autorità nella reale impossibilità di avere contatti con i fratelli di varie zone della nazione. Egli stesso era limitato, suo malgrado, nei movimenti, poiché ancora gravava su di lui la diffida impostagli il 24 giugno 1928 dalla locale Questura, essendo tutt'ora continuamente controllato dalle stesse autorità di P.S. in Pinerolo, le quali ne sorvegliavano attentamente le “mosse” e non gli permettevano quei contatti epistolari che solitamente aveva con la comunità tutta. Questo attento controllo esercitato dalle autorità, si aggraverà in modo maggiore nei due, tre anni a venire.
Sappiamo anche dalla stessa lettera dei continui controlli a cui era sottoposto il Mazzoni in quel di Porto S. Elpidio, il Cuminetti accenna di aver saputo, forse anche da altre fonti, forse dal Mazzoni stesso o da altre fonti, da altri iTestimoni di Geova, quale poteva essere ad esempio la Di Marco Caterina da Roseto, o altri, delle ripetute visite della P.S. che il Mazzoni ebbe a subire.
Interessante è la reazione puramente e tutta cristiana sollevata dal Cuminetti quando scriverà al fratello “ …ciò non debba essere reputato un disonore anzi, un'onore di essere molestati unicamente perché si ha fede nella Parola di verità ”. Questa visuale, d' ottica cristiana, propria ed unica del fondamento apostolico, fu sostenitrice e baluardo della fede sincera e pura, dinnanzi ai ripetuti attacchi del Regime verso i semplici portatori della Parola Divina, che, per contro, non reagirono mai alla persecuzione subita, ma accettarono passivi tutto ciò che essa comportava al fine di valorizzare e innalzare su tutto, la loro coerenza di fede e la loro dottrina.
Oltre alle ripetute visite della P.S.al Mazzoni, il Cuminetti accenna che “ Quasi tutti i fratelli hanno avute di queste noie ” egli qui, con tutta probabilità, si stava riferendo ai lunghi controlli fatti dalle autorità locali e centrali dello Stato, circa le 5 inchieste precedentemente dette, sugli abbonati alla rivista Torre di Guardia, iniziate dal 1° dicembre 1928, e che continueranno ad essercene ancora.
Da queste inchieste, indagini operate a tappeto verso i lettori della stampa W.T.S., parrebbe, stando all'affermazione del Cuminetti, comeè stato accennato nel precedente capitolo, gli abbonati non ebbero ad intimorirsi poi più di tanto, anche se costantemente presi di mira, infatti la maggioranza d'essi, dirà ancora il responsabile del Ramo italiano: “ ...nessuno si è sgomentato, anzi, molti hanno voluto rinnovare ugualmente l'abbonamento alla Torre per non darla vinta al nemico e per non privarsi loro volontariamente di quel prezioso cibo e noi troviamo che hanno ragione di agire così e si può che il Signore li ricompensi coll'aprire di nuovo la via alla Torre che diventa sempre più interessante nelle sue interpretazioni delle profezie ”.
Sappiamo inoltre di alcuni fratelli, quali la Vissani, il Martinelli, la Protti Adele, la Hotz, del Rosselli che operavano nell'evangelizzazione, ed anche sulla probabilità che il Rutherford stesso fosse presente a Basilea nel 1930 per un'assemblea, ma della visita non si è trovato riscontro e notizia altrove.
In buona sostanza dalla rilettura della lettera, si può evincere l'impossibilità del Cuminetti ad operare e a continuare ad interessarsi delle varie fasi dell'attività come precedentemente fatto, ciò motivato da due fattori determinanti quale il controllo assiduo esercitato dalle autorità, come anche dall''impegno lavorativo giornaliero. Nel 1932 proprio per tale impossibilità di azione del Cuminetti, vi saranno nuove ed importanti interventi presi direttamente dalla sede W.T.S..
La questione, su di una maggiore disponibilità del Cuminetti, già era stata sollevata dal De Cecca in una sua lettera datata 11 novembre 1929, quando si chiedeva al responsabile del Ramo italiano come poter meglio risolvere il suo impegno lavorativo quotidiano nella fabbrica con le attività di cura spirituale che l'ufficio doveva assicurare, certamente quest’ ultimo una mole di lavoro imponente da portare avanti che mal si conciliava alle sinergie materiali e fisiche del Cuminetti.
Ma il problema maggiore che si presentò nel 1930, restava il divieto d'introduzione della rivista La Torre di Guardia nella nazione e di altra varia stampa W.T.S., pubblicazioni che NON potevano in nessun modo circolare entro i confini del Regno. Sia l' introduzione che la distribuzione di detta stampa assunse da quest'anno un tono di divieto sempre in crescendo, finchè si arrivò il al suo totale bando nel Regno.
Il 2 luglio 1930, la Prefettura di Torino, intercettò dietro controllo della revisione postale, esercitata nei confronti del Cuminetti la rivista “The Golden Age”, dove vi era riportato un articolo titolato “Massacre at Lipari” . Il sequestro provocò poi a seguire, un' indagine molto particolareggiata, infatti si coinvolse di nuovo le relative Ambasciate estere, solo per un articolo di cronaca, tanto più scritto in inglese, che pochi o nessuno in italia avrebbero certamente letto. Di seguito se ne ripropone seppur brevemente il singolare iter amministrativo.
02.07.1930
“R. Prefettura di Torino
Torino 2 luglio 1930 Anno VIII
Oggetto: Controllo stampa proveniente dall'esteroOn. le Ministero dell'Interno Direzione Generale di P.S. Roma
Per esame e conoscenza si trasmette l'unita rivista “The Golden Age” edito a Brooclin, volume XI - N° “(! In data 25 Giugno 1930 in relazione all'articolo a pagina 615 intitolato “Massacre at Lipari”, avente contenuto antinazionale.
Il Prefetto” (ACS F 4 b. 35).15.07.1930
“Ministero dell'Interno
Roma 15 luglio 1930
Oggetto: Controllo stampa proveniente dall'esteroOn. le Ministero degli Affari Esteri – Ufficio Stampa Roma
Si trasmette l'unita rivista “The Golden Age” edito a Brooclin, volume XI - N° “(! In data 25 Giugno 1930 in relazione all'articolo a pagina 615 intitolato “Massacre at Lipari”, avente contenuto antinazionale, con preghiera di fare conoscere quale atteggiamento tenga nei nostri riguardi il giornale in parola ed eventualmente fare conoscere il parere sulla opportunità di disporre il divieto di introduzione e circolazione nel Regno.
Pel Ministro. (f.to Bocchini Arturo)” (ACS F 4 b. 35).
29.10.1930
“Telespresso N. 6215
Ministero Degli Affari Esteri - Ufficio Stampa
Roma 29 ottobre 1930 Anno VIII
R. Ministero dell'Interno RomaOggetto: “The Golden Age”
Si trascrivono le seguenti informazioni intorno alla rivista “the Golden Age” comunicate dalla R. Ambasciata a Washington, al cui parere questo R. Ministero si associa:
In relazione al telespresso ministeriale N. 4867/627 del 31 luglio u.s., mi onoro riferire, sentito il R. Console Generale in New York, che la rivista “The Golden Age” è pubblicata dal noto gruppo della Associazione Internazionale della Bibbia (vedi al riguardo il mio rapporto odierno N. 1904). Esprimo l'avviso che convenga includere detto periodico tra le pubblicazioni di cui è vietata l'introduzione nel Regno .
D'ordine del Ministro” (ACS F 4 b. 35).
01.11.1930
“Ministero dell'Interno
Ufficio Cifra e Partenza - Telegramma N° 32361 dell' 11 novembre 1930
Direz. Gen. della P.S. Div. Affari Generali e RiservatiIndirizzato a : Prefetti Regno - Questore Roma – On. Ministero degli Affari Esteri – Ufficio Stampa – On. Ministero delle Finanze – Div. Gen. delle Dogane – On. Comandante Gen. dell'Arma dei Carabinieri Reali –
On. Divisione Polizia di Frontiera
Pregasi disporre di accordo Divisione Provinciale Poste divieto d' introduzione et circolazione Regno rivista massonica edita in Brooclin dal gruppo Associazione Internazionale della Bibbia intitolata “The Golde Age”. Firmato pel Ministro A: Bocchini”
In una simile situazione c'era bisogno, di fare qualche cosa presso le autorità, urgeva che si intervenisse fattivamente in qualche modo, subito. Intanto per il momento si diede indicazioni particolari su come agire nell'immediato futuro dal Dipartimento Italiano in New York.
INDICAZIONI dal DIPARTIMENTO ITALIANO W.T.S.
Il 15 ottobre 1930, il responsabile del Dipartimento Italiano della Watch Tower Soc., a Brooklyn, N.Y., l'italo-americano, De Cecca Giovanni, scrisse una lunga lettera al Cuminetti per conoscere meglio la situazione creatasi sul bando della stampa e circa la possibilità di fare tornare libera la circolazione della rivista La Torre di Guardia.
Dalla lettura della lunga missiva scritta dal De Cecca, si comprende subito a priori, che egli NON conosceva ne sapeva bene delle decisioni emesse in tal senso, con fare imperativo dal “nuovo governo totalitario” fascista verso tutto e tutta quella stampa che ad esso non soggiacesse; né tanto meno immaginava la realtà politica del momento vissuto in Italia, in particolar modo su chi dissentiva o era in odore di antifascismo.
Il De Cecca inoltre, non si capacitava, ne si faceva convinto della ragione e del perché La Torre di Guardia, una rivista a carattere unicamente religioso, fosse stata messa all'indice e posta sotto sequestro nella nazione, attribuendo a torto, il mancato recapito d'essa solo a mere decisioni delle piccole autorità locali e non a quelle centrali dello Stato che con propri atti aveva iniziato a perseguire seriamente i Testimoni di Geova.
Nella prima parte della lettera, ci sono notizie di carattere personale e finanziario, che riguardava il De Cecca e un testimone immigrato negli Usa e da poco rientrato in Italia, tale Casà Martino (del quale le autorità subito si interessarono, indagando. nda) che il Compendio non ripropone, data l'inutilità dell'argomento per l'interesse dello studio; mentre la seconda parte riguarda un'esperienza avuta dal De Cecca nel campo italo-americano e l'interesse che la propria moglie nutre, per l'opera che si svolge tra gli italiani residenti negli Usa.
Solo nella parte conclusiva della lettera, quindi per suddivisione analitica la terza, si affronterà il problema di un possibile impellente e dovuto intervento, un'azione di mediazione e intercessione, a parere del De Cecca, da esercitarsi presso il Governo italiano, al fine di cercare di far rientrare quella decisione repressiva presa ed adottata dalle autorità le quali puntualmente operavano, sequestrando la stampa della Watch Tower Soc. circolante in Italia.
Tra le varie considerazioni fatte e attribuite a questo scritto, importantissimo e singolare rimane, nell' intento del De Cecca, quando nella stessa prenderà in considerazione per la prima volta (a partire dal 1928 anno del sequestro continuativo della rivista La Torre di Guardia), la reale concreta possibilità d'intervento, presso il Governo italiano, su un possibile contatto mediatore con meri fini di proposizione conoscitiva sulle attività e sulla stampa dei testimoni, ma anche dissuasiva presso la massima istituzione, al fine di far si che si revocasse il bando e si restituisse più libertà al singolo testimone.
Come si saprà di seguito, sarà nel 1932, che fu anche tentata la strada di un contatto diretto, a Roma, con i vertici delle massime istituzioni, al fine di presentare un quadro reale e obbiettivo di tutte quelle attività operate dai Testimoni di Geova in Italia, imperniate esclusivamente su argomenti e tematiche religiose e non certo di colore politico come le autorità accusandoli intendevano e si proponevano nella generalità di farli apparire. Ma il problema non era solo con il fascismo, ma quanto e soprattutto il clero cattolico, che intransigente istigava le istituzioni e la politica italiana del momento.
L'intento del De Cecca, era quindi di presentarsi direttamente ai vertici delle istituzioni, rivendicando il pacifico spirito di veri ed innocui fedeli seguaci di Cristo, quali in effetti erano gli Studenti Biblici. Essi non a torto si ritenevano difensori di una fede cristiana coerentemente espressa nei modi e nei tempi e speranzosi cercavano solo, qualora c'è ne fosse stata la possibilità presso la massima istituzione, di far revocare quel bando sulla stampa religiosa della W.T.S..
Tutto ciò da farsi chiaramente senza NESSUN compromesso con il fascismo, al quale per Diritto (solo quello Divino rivendicato dai testimoni. Su tale presunto Diritto, seppero ironizzare poi gli stessi vertici istituzionali, nda) i Testimoni di Geova intendevano dialogare alla pari, e non con subalterno vittimismo alla ricerca di compiacimenti odiosi da lacchè e adulatori del Regime, sotto il quale essi intendevano si “operare” ma non servirlo assoggettandosi al suo volere.
Il progetto, proposto dal Dipartimento Italiano, e poi tentato, verrà attuato solo nell'anno 1932, anche se esso poi NON portò a nessun miglioramento della situazione creatasi, ne avrà alcun esito positivo e sperato, come più innanzi costateremo.
Per ricostruire cronologicamente gli eventi il Compendio ripropone quindi, la lunga lettera stilata dal De Cecca Giovanni al responsabile del Ramo italiano. La lettera, venne intercettata dalle autorità di P.S. di Pinerolo, che avevano disposta la revisione postale nei confronti del Cuminetti e fu inviata il 31 ottobre 1930 alla Direzione Generale di P.S. presso il Ministero dell'Interno. Con tutta probabilità lo stesso Cuminetti NON la lesse mai.
La lettera scritta dal De Cecca era così compilata:
“15 Ottobre 1930 Brooklyn, N.Y.
Amatissimo Fratello Cuminetti:
Ti scrivo due parole questa mattina per accompagnare il lavoro per il fratello P. (il De Cecca si riferiva all'invio di ritagli della rivista Torre di Guardia al fratello P. – Paschetto Vittorio Giosuè-, impegnato in questi anni nel “lavoro” di traduzione dall'inglese all'italiano,.nda).… omissis… (qui la lettera contiene notizie di carattere finanziario, nda) ….
Spero che la presente troverà a te e alla sorella Cuminetti in buona salute tanto fisica che spirituale.
Dieci giorni fa siamo stati a trovare la sorella Agraz e suo marito con il caro Gino,… . Fummo a Port Chester, per tre giorni a proclamare il messaggio del Regno e a visitare la classe lì e la sorella Agraz venne il sabato sera alla radunanza che la portò una sorella dell'America che sapeva che noi eravamo a Port Chester, poi alla domenica dopo pranzo il fratello Agraz e venuto a prenderci con l'automobile e siamo andati a casa loro e siamo stati lì un due ore poi abbiamo voluto ritornare per la radunanza della sera.
Essi amano la verità e vanno alla radunanza quando hanno l'opportunità. Era passato molto tempo che non c'eravamo visti, e questa fu una buona opportunità di vederci. C'era anche la sorella De Cecca con me perché essa pure va solo fra gli italiani a portare il messaggio coi libri.
Il poco che comprende e parla in italiano, si fa alquanto capire ed anche comprendo quel che dicono loro, comprende anche il loro indialetto a volte, per esempio in vece di dire: “Favorite entrare” oppure “Entrate” essi dicono “Trasiti! Trasiti!”. Invece di dire “Nessuno lavora in questa casa”, dicono “Nusciun fatia ntà sta casa”, “Sulu io fatii nta sta casa” e tante altre cosette.
Quando li pronunzia essa questi dialetti, fa crepare dalle risate a qualche duno che comprende l'indialetto ed anche l' italiano.
Essa è molto incitata d'insegnarsi a parlare bene l'italiano, e fa ogni sforzo possibile per insegnarsi, ma ci manca il tempo, con tutto ciò va aprendere lezioni due o tre volte alla settimana.
Dispiace che siamo troppo lontano da voi, se potrebbe stare fra voi per alcuni mesi almeno farebbe progresso.Ed ora fratello Cuminetti, non credete che sarebbe bene se i fratelli dell'ufficio di Zurigo potrebbero vedere presso il Governo Italiano mediante te, per la Torre di Guardia? E' un giornale religioso per così dire, perché i fratelli non la possono riceverlo ? Sarebbe di vedere di fare qualche cosa onde potrebbe passare in Italia non solo senza tanta spesa, ma almeno passare, perché adesso noi mandiamo tante Torre e non sappiamo se vengono ricevute, diversi ci scrivono che non la ricevono.
Se non si fa qualche cosa la Torre scade (si riferisce all'abbonamento, nda) automaticamente quest'anno, perché l'anno scorso ne ho rinnovate molto a conto mio, ma non lo posso fare quest'anno, perché non so se neanche se la ricevono. Abbiamo messo sulle Torre a volte un avviso per i fratelli in Italia di mandare Lire 20 per l'abbonamento o gratis per chi è povero, ed abbiamo detto che se non si riceveva notizia la Torre sarebbe fermata come scadeva. Se i fratelli non la Ricevano la Torre non sanno neanche che vi era l'avviso per loro.
Il denaro che tu ricevi per conto delle Torre credo che tu sai che NON va sul mio conto, ma va a conto dell'ufficio di Zurigo. La regola è $ 1.50 ed io da qui ho sempre messo pagato sul listino che rinnoviamo $ 1.50 ed ho anche passato il denaro per tale conto ma ora che non si sa se si riceve non potrei sempre fare ciò.
Si dovrebbe fare un tentativo presso il Governo, e vedere se ci lasciano passare la torre senza fermarla ed in modo non così con grande spese. Comprendete che costa 8 soldi americani per ogni torre ? invece di un soldo sono 8. Per 100 Torre e credo che sono più sono $ 8 o $ 10 al mese per spese di posta. Ma se le ricevessero non importa si fronteggerebbe anche le spese, ma se non si riceve ecco il male.
Sono 107 abbonati in Italia. Ti mando la lista di tutti e sarebbe bene di domandare se essi ricevono la Torre regolarmente.
Dispiace che i fratelli non possono ricevere tal prezioso giornale che porta loro il cibo spirituale.
Perciò credo che sarebbe cosa buona che si interrogasse le autorità riguardo a questo periodico, La Torre di Guardia. Potrai scrivere al fratello Harbeck (Harbeck Christian Martin, nato a Lubecca, Germania, il 3.8.1891, cittadino americano. Curava, quale responsabile, la direzione della filiale W.T.S. in Svizzera dal 1926, quando sostituì C.C. Binkele. Di lui si parlerà sovente nel presente Compendio. nda) spiegandogli la faccenda di questa Torre di Guardia, e di autorizzarti d'interrogare presso il governo italiano e vedere s'è possibile ottenere il consenso di far passare la Torre in Italia.
A quale scopo mandare la Torre in busta chiusa e venire poi buttata via dalla Posta italiana? Non ne vale la pena. Come ti ho detto, le Torri partono ogni mese, per Pinerolo e altrove. Se non arrivano, vengono fermate. Passa qualcuna qua e là, ma tutto e incerto.
Non credo che è il governo che ferma la Torre, ma le piccole autorità nei diversi paesi e città che sono controllati dai preti, fratelli e cognati dei preti, ed in qualche caso da un figlio del prete, che in ispirito di pregiudizio non la passono alla persona, ed in tal caso non potrebbe essere incolpato il governo.
Il Governo avrà dato ordine alle autorità postali di altri giornali o periodici sovversivi, ecc., ma non potrebbe includere la Torre di Guardia.
Ora che il Governo ha dato il consenso di poter circolare 6 libri (?), la Torre è una di questi libri. Semplicemente d' istruzione biblica. Ora anche la Chiesa di Roma ha fatto la Bibbia per il popolo italiano, e quale sarebbe la scusa di non poter dare al popolo italiano un giornale che spiega la Bibbia ?
Dippiù, questo periodico va solo agli abbonati, ed a persone che lo richiedono e non è di distribuzione generale. Viene tradotta in tante lingue e passa in tanti continenti, e perché allora non può passare nella bella Italia ?
Io non so cosa potrei fare da qui. La cosa dev'essere fatta dall'Italia stessa. Sarebbe bene che tu scriveresti al fratello Harbeck, spiegandogli la faccenda, e se lui crede necessario comunicare la cosa al fratello Rutherford, su come si deve fare, si faccia pure.
L'anno scorso (1929,nda) ho sottoposto al fratello Riutherford la difficoltà, ed egli consentì di mandare la Torre in busta chiusa. Ma riguardo a ciò che si deve fare presso il governo è buono che ti attieni come è suggerito. Se viene rifiutato, allora ci penseremo, per adesso.
Non ho altro per il presente che rimetterti i miei cordiali saluti, per te e la sorella Cuminetti, come pure da parte della sorella De Cecca, mi dico sempre tuo fratello in Cristo.
G. De Cecca” (ACS G 1 b. 5).
Un' ulteriore osservazione alla lettera, nella parte conclusiva d'essa, necessita per meglio intendere, tornato sull'argomento parzialmente espresso, su quanto chiaro (?) fosse il problema italiano al De Cecca stesso.
Evidenziando l'azione consigliata e sollecitata dal De Cecca al Cuminetti, cioè quella di interpellare subito, esponendo la reale situazione direttamente all'Ufficio W.T.S. in Zurigo, sulla necessità che, quest'ultimo intervenisse come supporto logistico, dando indicazioni sul “vedere” di organizzare qualche atto formale da compiersi presso il Governo italiano “…MEDIANTE TE…” espressamente indicata nella lettera, non si vide mai coinvolgere in prima persona il Cuminetti. (Possibilissimo è stato già detto, che il Cuminetti ignorava completamente persino l'esistenza della lettera, che sequestrata dalla revisione postale, NON gli fu mai recapitata, quindi probabilmente non seppe mai del suo contenuto, nda).
Nulla quindi si sa, dei tempi e dei modi in cui avvennero i contatti, che senz'altro ci furono in qualche modo tra il responsabile del Ramo italiano e quello della sede Svizzera della W.T.S., contatti che non furono immediati e celeri tra i due. C'è da intuire però ed è opportuno supporlo, che i contatti vennero stabiliti in altro modo, cioè direttamente dalla Svizzera verso l'Italia, visto che come ipotizzato precedentemente la lettera del De Cecca il Cuminetti non ebbe mai modo di leggerla.
A giustificare ciò innanzi affermato, viene in soccorso il fatto che il Cuminetti non rivestì né ebbe mai un ruolo primario e determinante nella faccenda, quella relativa al contatto da gestire e quindi circa le varie relazioni da avere e che ci saranno nel 1932 con i vertici istituzionali del governo italiano.
Questi contatti che saranno diretti e non fatti per interposte persone, verranno tutti gestiti in prima persona solo e soltanto dall'Harbeck, come rappresentante principale dei Testimoni di Geova che, dalla Svizzera operava in favore e nell'interesse dei fratelli italiani.
Il De Cecca inoltre aveva insistito sul fatto che, la pubblicazione “La Torre di Guardia” era un giornale esclusivamente a carattere religioso, quindi non ne ravvisava i motivi plausibili e logici adottati per il suo sequestro, anche se l'asserzione fatta sul mero carattere religioso della pubblicazione, nella sua giustezza, era veritiera indiscutibile e innegabile, sfuggiva tuttavia allo stesso, un fatto oggettivo ed invalicabile, cioè che la rivista, stampata negli USA, paese già inviso al fascismo italiano, NON simpatizzava né appoggiava il Regime e il suo orientamento politico, da qui quindi il divieto di circolare nel Regno.
Per contro veniva spesso nelle pagine della rivista, criticato alla pari della chiesa, tutti quei sistemi oppressivi, totalitari, e il Governo fascista in questo ci si riconosceva ampiamente, come vi si identificavano le stesse autorità le quali agivano da coercitori della libertà individuale e personale per lo Studente Biblico.
La fede cristiana è, il più delle volte, dibattersi, distinguersi e posizionarsi contro, rispetto al potere governativo imperante, quest'ultimo sempre alieno e dispotico verso la dottrina evangelica. Nonostante l'avversione esistente tra le due “istituzioni”, il De Cecca qui, cercava come cristiano, quel risultato speranzoso, ma non sicuro da ottenere, rivolgendosi direttamente al potere governativo al fine di fare, se possibile, riconsiderare la decisione presa riguardo al sequestro della rivista La Torre di Guardia, utile a quei 107 abbonati nella nazione esistenti nel 1930 per migliorare la loro personale dottrina, nonché la possibilità di circolazione di altra stampa W.T.S..
Altra attenzione va diretta alla convinzione, a dire il vero non troppo reale e non sempre esatta, del De Cecca, circa il suo incalzare riguardo alla sua ipotesi che tutte le pubblicazioni edite dalla Watch Tower Soc. fossero esclusivamente poste sotto sequestro e non recapitate, NON per la volontà e la decisione dello Stato Totalitario, ma come unica insindacabile ragione delle attenzioni delle piccole autorità locali dei diversi paesi e città nella nazione, dove gli uffici postali erano controllati da preti che in ispirito di pregiudizio non passavano le torre. In qualche caso, l'affermazione data dal De Cecca, si era rivelata vera, il clero cattolico controllava attentamente e riferiva alle autorità facendo immancabilmente perseguire, ma le cose in effetti non stavano sempre ed unicamente così !, poiché era proprio e solo il Ministero dell'Interno, il Capo della Polizia, alle dirette dipendenze di Sua Eccellenza Il Capo del Governo a prendere le decisioni finali su quel bando imposto a tutta la stampa W.T.S..
La dichiarazione testé riproposta dal De Cecca, accresce fortemente il dubbio concreto, che egli NON conosceva realmente, né intuiva sufficientemente bene, il problema che dal 1928 in Italia si stava presentato per i futuri testimoni di Geova. Questione senza dubbio di non facile soluzione.
Era però utile e buono, almeno per il cristiano, il tentare un' approccio con le massime autorità, ed in effetti il De Cecca dirà che è: “… cosa buona che si interrogasse le autorità riguardo a questo periodico, La Torre di Guardia” si da trovare una soluzione pratica forse risolutiva o no, ma comunque cercare di attenuare, allentare la repressione dura verso quella stampa W.T. dal Regime invisa, nella sola speranza, quindi non certezza, che si arrivasse spiegandogli la faccenda di questa Torre di Guardia, e di autorizzarti d'interrogare presso il governo italiano e vedere s'è possibile ottenere il consenso di far passare la Torre in Italia, liberamente a tutta quella piccola comunità di testimoni.
Come già largamente evidenziato, l'incontro e i vari contatti non furono gestiti dal Cuminetti ma solo ed esclusivamente dall' Harbeck che appositamente dalla Svizzera giunse più volte a Roma, nel 1932.
Furono fissati vari appuntamenti e ci furono vari incontri con le massime istituzioni del Ministero dell'Interno (se ne conoscono per certo 2,nda) furono scritte anche varie lettere, e si chiese di ottenere un' incontro chiarificatore a “quattr'occhi” con Sua Eccellenza i Capo del Governo, Benito Mussolini, se solo ciò fosse stato possibile ottenere. L'invocato e desideroso incontro NON avvenne mai per Harbeck, rappresentante dei Testimoni di Geova, il quale ne aveva fatto formale richiesta per un possibile colloquio (ACS F 4 B 105).
L' Harbeck venne fatto fermare, sempre e soltanto dal Capo di Gabinetto del Ministero degli Interni, il Dott. Irazi, … il “Duce era in tutt'altre faccende affaccendato” a Palazzo Venezia.
Un' ultima considerazione significativa da fare qui, è ricordare il contenuto dell'importante lettera del Cuminetti spedita al Doria Salvatore nell' anno 1929 (vedi cap. VI, 18.11.1929, Prefettura di Foggia, nda) dove già si accennava appunto a particolari contatti che negli Usa si aveva intenzione di intraprendere in quegli anni. La lettera di seguito è così parzialmente riprodotta:
“Credo opportuno infine trascrivere il significativo brano di una lettera spedita da Pinerolo da tal Remigio al suddetto Doria scritta su foglio intestato : “ Torre di Guardia – Via Silvio Pellico N° 11 – Pinerolo ” :
Siamo sempre minacciati di un sequestro totale della letteratura se moviamo soltanto un dito, e perciò noi pensiamo che sarebbe quasi il caso di rimandare tutti i libri all'estero, e poi una volta levato quello spauracchio dalle mani del nemico, rendere più liberamente testimonianza a voce, come facevano gli apostoli e i primi discepoli; e se vorranno ancora imporci il silenzio, risponderemo come rispondevano loro cioè : “ Credete voi che egli sia più conveniente ubbidire agli uomini anziché a Dio ? “ Ma ancora qui noi non possiamo muovere nulla se la cosa non viene deliberata dal centro, cioè da Brooklyn o da Berna, i quali sono edotti delle circostanze nostre. Sappiamo che viene proibito ai fratelli di ricevere la “ Torre di Guardia “ Ma abbiamo piena fiducia che questo impedimento verrà rimosso, mediante qualche pratica che i nostri fratelli d'oltre Oceano faranno forse attraverso ambasciatori per far meglio conoscere chi sono gli studenti della Bibbia e qual è la loro missione. “
Il Cuminetti accennava direttamente e senza mezzi termini, al fatto di possibili contatti, presso “ ambasciatori ” (italiani? statunitensi? Non lo si sa. Probabile è protendere per questi ultimi, come avverrà poi sovente negli anni del secondo dopoguerra, quando diverse denominazioni acattoliche italiane, ricorreranno a contatti politici che faranno pressioni presso il Governo Statunitense per vedere tutelati alcuni diritti religiosi in Italia e la diplomazia USA interverrà più volte, presso il Governo Italiano, ottenendo significativi successi a loro favore) affinché si facesse qualcosa in favore degli studenti della Bibbia, nella possibilità di farli opportunamente meglio conoscere.
1930 I RIENTRI
DELL'ERARIO ALFONSO (1888-1973) L'adesione di Dell'Erario A. alla fede dei Testimoni di Geova, sarà negli USA dove egli “ nel 1924, …emigrò per ragioni di lavoro…e… dove rimasi per circa 7 anni.” (ACS G 1 703 PE b. 314, Rapporto OVRA, IV, pagg. 68, 263), rientrando solo nel 1930 a Gesualdo (AV), suo paese natio.
Dall'interrogatorio fatto il 25.11.1939 dagli agenti dell' Ovra della VII Zona, di Napoli, sappiamo ciò sul Dell' Erario: “ Durante la mia permanenza negli USA, frequentai gli studenti biblici e mi furono dati in lettura libri che mi avete sequestrati”.
Notevole fu la stampa sequestrata al Dell'Erario. Il Rapporto della polizia politica, così elenca il materiale in suo possesso : ” …Ombre Tabernacolari, Il Divin Piano dell'Età, Scegliere, Liberazione, Manna Celeste, Conforto per il Popolo, Guerra e Pace, Il Fotodramma della Creazione, Il Regno e 12 numeri del periodico La Torre di Guardia”.
Comunque il Dell'Erario, nel suo interrogatorio del 1939, NON si definirà un Testimone di Geova e su ciò c'era da credergli (pur se negli Usa aveva praticato la fede degli studenti Biblici e ora qui in Italia teneva ancora quei contatti continui soprattutto con Il Cuminetti e morto questi, con la Pizzato M.M.), infatti se ne darà appresso le ragioni della sua pretesa affermazione.
Le autorità di polizia, però, non credettero al fatto che il Dell'Erario NON fosse più un Testimone di Geova, come lui andava affermando, essi infatti conclusero che: “Nell'interrogatorio ostenta sentimenti patriottici ed afferma che, ritornato in Italia si è disinteressato al movimento geovista. Ciò è perfettamente falso in quanto in ottobre u.s. (1939,nda) ricevette dalla Pizzati Maria la nota circolare con la quale si davano istruzioni circa l'uso del linguaggio convenzionale per le richieste del materiale di propaganda. E' noto che questa circolare fu spedita soltanto ai fedeli zelanti, di provata fede, i quali non avevano mai interrotto i loro rapporti con la direzione di Brooklyn e con la filiale di Berna. … Pertanto le sue affermazioni di devozioni al Regime debbono ritenersi mendaci e fatte per paura. E' un elemento che va attentamente vigilato e pertanto lo propongo per l'ammonizione” (ACS G 1 703 PE b. 314, Rapporto OVRA, IV, pag. 69).
Il Dell'Erario venne in data 23 novembre 1939 fermato ed arrestato e poi ammonito fu rilasciato dalla locale autorità di Avellino.
E' stato già detto che nell' interrogatorio del 25 novembre 1939, il Dell'Erario attestò di NON essere un aderente ai Testimoni di Geova, mentre per contro le autorità lo ritenevano tale. Come stavano in realtà le cose ?
In sostanza, entrambe le versioni date, corrispondevano al vero ! Da un lato il Dell'Erario non era un Testimone di Geova, ma dall'altro esso lo era stato (almeno Studente Biblico) e teneva ancora contatti con l'organizzazione W.T.S.. Tutto l'enigma della questione era insita proprio in quella “anomala comunità “, creatasi a Gesualdo e formata solo inizialmente, sin dal lontano 1918, da alcuni elementi aderenti agli Studenti Biblici .
Accadde che un italiano, tale Domenico C. rientrò a Gesualdo nel 1918 dagli Usa, dove aveva aderito nel 1911 alla fede degli Studenti Biblici. Tra il 1911 e il 1912 ebbe, come lui stesso attesterà in una sua lettera: “l'onore e il privilegio di conoscere personalmente il fratello Russell e durante i due anni ebbi l'opportunità di avere per due volte l'incontro con lui” mentre nel 1918 rientrando in Italia accadde che: “con la nascita di mio figlio nel 1920 incominciò per me una guerra nel mio paese nativo dove tutta la popolazione continuamente mi domandava: “Quando lo battezzi il tuo bambino ?” Allora cominciai a dare la testimonianza al popolo, spiegando…,… figuratevi l'impressione che tale testimonianza produsse in quel paesetto di 9.000 o 10.000 abitanti, tutti cattolici romani…” (Bibl. Priv. E. Pace DS/am 31).
Un primo suo convertito del Domenico C., una volta rientrato nel suo paese natale, fu il locale farmacista, tale F. P. Successivamente nel 1921, il Domenico C. fece ritorno negli Usa, stabilendosi a Boston, Mass. (ACS G 1 b. 313), dove tornò ad associarsi dal 1922 al 1933, agli Studenti Biblici, poi Testimoni di Geova. Fu solo nel verso gli inizi degli anni trenta la sua adesione, purtroppo, al gruppo scismatico italiano, dell' Associazione Studenti Biblici di Hatford, Conn..
Nel paese di Gesualdo quei simpatizzanti la fede degli studenti biblici che vi erano, tra cui il Dell'Erario, aderiranno anch'essi al gruppo scismatico italiano negli Usa, dietro spinta e indicazione del Domenico C., il quale provvide loro i notevoli contatti con i vertici di Hartford. Fu in particolar modo il farmacista F. P. il più rappresentativo acattolico di Gesualdo ad avere assidui contatti con il gruppo scismatico di Hartford.
Alcune importanti lettere, su tali contatti esistenti, sia per indicazioni dottrinali che per l'invio della relativa stampa italiana del gruppo scismatico, sono state trovate e rintracciate, in ACS G 1 b. 313., corroborate anche da alcune Prefettizie sulla “revisione della corrispondenza” al F. P., e su alcuni provvedimenti presi nei suoi riguardi.
Il “gruppetto” acattolico di Gesualdo, pur essendo nato su basi dottrinali propri degli Studenti Biblici, nel tempo se ne allontanò completamente da quella realtà religiosa dottrinale degli Studenti Biblici poi dei Testimoni di Geova. Mentre degli altri pochi simpatizzanti non se ne seppe notizie importanti, se non per il solo Dell'Erario Alfonso. Il Compendio ha riproposto in breve la sintesi gli eventi, ai soli fini storico-conoscitivi.
CASA' MARTINO (1891-1967) Dallo stesso De Cecca Giovanni, in una sua lettera scritta al Cuminetti datata 15 Ottobre 1930, sappiamo del rientro di questo Studente Biblico in Italia dagli Usa, nel suo paese natale a Santa Elisabetta (Comune costituito solo nel 1955, allora frazione del Comune di Aragona) in provincia di Agrigento (ACS G 1 b. 5).
Le autorità di Pinerolo, intercettando la lettera, diedero subito corso ad un'indagine nei riguardi del Casà, per saperne di più su di lui, soprattutto sui suoi contatti con l'estero, interessando sia il Ministero dell'Interno che la Prefettura di Palermo e di Agrigento e quest'ultima dispose, per competenza, la diretta acquisizione di notizie, ma anche soprattutto, la revisione di tutta quella corrispondenza indirizzata all'indagato sia in arrivo che partenza così da tenerlo sotto stretta sorveglianza.
Il 14 agosto 1931, così il Prefetto di Agrigento, ragguagliò il Ministero dell'Interno circa le notizie ottenute dalla censura di tutta la corrispondenza del Casà :
“Regia Prefettura di Agrigento
Agrigento 14.08.1931
Oggetto: Corrispondenza di contenuto sospetto.
On.le Ministero dell' Interno Direzione Generale della P. S. RomaLa R. Questura di Palermo, con nota 20.7. u.s. N. 012356, ha trasmesso alla locale Questura, per le indagini di competenza, l'unita corrispondenza proveniente da Brooklyn, diretta a tale Martino Casà da S. Elisabetta, e contenenti stampati e una poesia di propaganda evangelica.
Da informazioni assunte a mezzo dell'arma dei CC.RR. il destinatario è stato identificato…, reduce dall'America circa un anno fa. Lo stesso risulta di buona condotta morale e politica. Di tanto pregiami informare codesto On.le Ministero per gli eventuali accertamenti ed indagini sul conto del mittente, che, come risulta dalla busta, sarebbe la Watch Tower, 117 Adame Street-Brooklyn, New Iork.
IL PREFETTO.” (ACS G 1 b. 5).
Vi fu l'ennesima richieste di notizie all' Ambasciata d'Italia negli Usa, da parte del Ministero degli Interni, sui fini e gli scopi che la Watch Tower Soc. nella nazione americana si proponeva d'avere. La nota inviata dalla rappresentanza consolare così commentava:
“Telespresso n. 322216
23 novembre 1931La “ Watch Tower Bible and Tract Society” è una forte organizzazione religiosa degli Stati Uniti diretta dal noto giudice J.F. Rutherford . La società in parola svolge la sua propaganda attraverso numerose pubblicazioni periodiche e soprattutto attraverso le stazioni radiofoniche degli Stati Uniti, della Francia, Canadà e Australia.
Non si conosce con precisione l'origine dei fondi di cui la società dispone; fondi rilevantissimi che permettono di controllare oltre 40 stazioni radiofoniche degli Stati Uniti.
La propaganda che la società svolge è di natura esclusivamente religiosa (non in rosso nel testo, nda), pur risultandomi che qualche fanatico ha nel passato attaccato anche il Regime Fascista”. (ACS G 1 b. 5).
Ma la revisione postale ebbe anche i suoi frutti, tant'è che furono intercettate diverse lettere indirizzate al Casà e provenienti dalla sede della Watch Tower Soc.. Una d'esse, in particolare evidenziava, il problema reale del momento vissuto da tutta la comunità italiana degli Studenti Biblici abbonati alla rivista La Torre di Guardia. La lettera scritta dal responsabile del Dipartimento Italiano a Brooklyn, il De Cecca, così inquadrava le difficoltà incontrate e oramai ben note, per il recapito della pubblicazione:
“Watch Tower B.and T. S.
New York 26 Giugno 1931Caro fratello Casà
Scriviamo la presente per farvi sapere che abbiamo ricevuto la vostra il data 15 febbraio nella quale ci dite che non ricevete le torri regolarmente.
Questo non ci sorprende. Esso vengono ritirate dalle poste.
Riguardo a G. Gioacchino, noi non l'abbiamo nella lista, e siccome non abbiamo l'indirizzo non possiamo neanche mandargli la Torre. Se vorreste mandarci il suo indirizzo faremo la prova.
Speriamo che la presente vi trovi in buona salute, sempre rallegrandovi nel Signore. Il lavoro qui va avanti magnificamente.
Nel mese di luglio avremo una convenzione a Columbus, Ohio.
Più di 300 stazioni sono nella lista per trasmettere il messaggio in tutto il mondo, però non ancora in Italia.
Ricevete i nostri cordiali saluti.
Vostri fratelli in Cristo,
Dipartimento Italiano.” (ACS G 1 b. 5).
Del Casà, comunque, dopo le scarne carte trovate, non si ebbe più notizia alcuna per gli anni successivi al 1930-1931, né è stato trovato altro significativo materiale nei fondi d'archivio esaminati. Una certa possibilità, remota e non attendibile, ma comunque ipotizzabile, quindi per coerenza da citare nello studio è, che il Casà possa essersi associato già dagli inizi degli anni trenta, divenendone un componente, a quei gruppi numerosi, di estrazione acattolica presenti a Santa Elisabetta, gruppi che susciteranno anche l'interesse, per i notevoli successi avuti nella zona (soprattutto perché antifascisti), dalla stessa stampa antifascista edita a Parigi, dai fratelli Rosselli (Carlo e Nello), dove nel loro giornale “Giustizia e Libertà” venne pubblicato appunto un articolo sul caso “Evangelico” di Santa Elisabetta (AG).(ACS b. 26).
LE ADESIONI dal 1925 al 1930
Finora il Compendio (diversamente è nello studio: “Testimoni di Geova nascita di una Nazione” ), ha indicato solo i rientri di alcuni Studenti Biblici in Italia dagli Usa, per i vari anni esaminati e riproposti, rientri che ebbero a volte un notevole peso per l'evangelizzazione della fede.
E' stato così finora volutamente tralasciato (nel Compendio ), quelle importanti adesioni che avvennero negli anni a cavallo del 1925 al 1930 alla fede degli Studenti Biblici, di persone che in questo lustro, in tempi diversi e con modi differenti nella nazione, scelsero per loro ferma convinzione di coscienza e per spirito dottrinale di non ritenersi più, ne considerarsi per il futuro cattolici romani ma, da un certo periodo in poi, solo ed unicamente Studenti Biblici.
Nel terzo capitolo del Compendio si è cercato, per gli anni 1919-1924 dove questo è stato possibile fare, sia identificare il possibile Studente Biblico sia anche collocarlo geograficamente nella sua zona di residenza. Qui a vantaggio dello studio se ne ripropone l'enumerazione allora data.
Valle D'Aosta | Bionaz Natale, Bionaz Girolina, Bionaz Dina. |
---|---|
Piemonte | Protti Geltrude Albina, Paschetto Vittorio G., e alcuno componenti della sua famiglia. |
Lombardia | Martinelli Marcello, Negri Emilio, Negri Domenico, Balestra Celeste, Buccellati Giovanni, Marcolin Faustino, Zucchi Pasquale, Tuia Maria. |
Veneto | Bortolotto Giuseppe, Predebon Romano, Finozzi Giuseppe, Sbalchiero Girolamo. |
Friuli | Mattiussi P., Codutti C.. |
Marche | Mazzoni Domenico e famiglia. |
Abruzzo | Pizzoferrato Vincenzo, Lucente Maria, Silvestri Lauro, Silvestri Agostino, D'Angelo Vincenzo, Santacroce Raffaele e moglie, Cherubini Vincenzo, Di Benedetto Nicola, Profeta Vito, Di Marco Caterina e famiglia. |
Campania | Cavalluzzo Michele, Cavalluzzo Antonio, Cavalluzzo Rodrigo, Paradiso Antonio, Di Iorio Antonio, Simonelli Gennaro. |
Sicilia | Benincasa Pietro e moglie, R.G.. |
Notizie certamente più attendibili sulle adesioni si hanno per gli anni 1925-1930 da plurimi riscontri oggettivi, quali nel tempo e nei vari “fondi” d'archivio esaminati sono stati possibili avere e reperire.
Le adesioni alla fede ai Studenti Biblici, in questo quinquennio, sono determinanti per alcuni nuovi affiliati, infatti essi avranno nel tempo e dimostreranno di possedere nel prossimo futuro, innanzi alle dure prove, una fede incrollabile, notevole e tenace per il cristiano.
Per alcune nuove adesioni, già si è scritto nel suo relativo periodo. Mentre nella lista che di seguito si ripropone vi sarà solo una riaffermazione temporale e consequenziale dell' enumerazione precedentemente data. Ecco quindi le adesioni di una certa importanza per la fede (della maggior parte degli abbonati non se terrà conto, poiché molti di questi NON aderiranno alla dottrina) costante nel tempo (come sarà per il gruppo Emiliano di Faenza, e quello abruzzese di Roseto degli Abruzzi), che si registreranno tra il 1925 e il 1930 :
Valle D'Aosta | Pallù S., Rosset Giuseppina. |
---|---|
Toscana | Benerecetti Teresa, Cavina Cherubino, Bellini Dora. |
Emilia Romagna | Taroni Domenico, Taroni Anna, Mamini Lucia. |
Abruzzo | Di Marco Giosaffat, Vitole Giovanni, Petrella Luigi, La Molinare Armando, Cimorosi Francesco, Cimorosi Domenico, Cimorosi Santina, Fioravante Giovanni. |
Campania | Dell'Erario Alfonso |
Puglia | Doria Salvatore, Cianci Savino, Chieti Michele, De Toma Filippo, Iungo Maria, |
Sicilia | Salleo Puntillo Leone, Pullegra Rosaria, Fasolo Basilio, Fasolo Giuseppe, Di Bella Giuseppe, Ratto Carmelo, Salleo Puntillo Anna. |
Entrambi gli elenchi sopra riproposti, passibili di singolari correzioni, comunque ininfluenti per il profilo storiografico fin qui dato, concorda interamente sotto l'aspetto numerico con l' affermazione data in tal senso alla schiera di Studenti Biblici presenti nella nazione nell'anno 1932. La Protti Albina Geltrude, moglie di Remigio Cuminetti attesterà che in quell'anno (1932,nda) gli aderenti italiani assommavano, secondo i dati in possesso di suo marito: “…a circa una sessantina in gran parte reduci dagli Stati Uniti d'America e già professanti la nostra fede..” (ACS G 1 703 PE, b. 314, in interrogatorio Protti Albina pag. 186).
Gli schemi dei due elenchi qui forniti per l'anno 1930, ricostruito in base ai periodi delle varie adesioni personali alla fede degli Studenti Biblici, supera di poco i 60 elementi che si definivano ed erano in quegli anni Studenti Biblici e dei quali negli anni successivi al 1930, sono stati trovati plurimi riscontri nei vari documenti esaminati.
Interessante e storicamente vera sarà l'affermazione della Protti, quando attesterà che gli aderenti alla fede sono: “ in gran parte reduci dagli Stati Uniti d'America e già professanti la nostra fede..” come già è stato evidenziato per gli importanti rientri che ci furono, ma ancora soprattutto per quelli più notevoli per la fede che si dovranno registrare per i prossimi anni.
1931 SEQUESTRO DELL'OPUSCOLO “OPPRESSIONE QUANDO CESSERA' ?”.
A volte, sovente, l'invio della stampa Watch Tower Soc. (a parte gli abbonati alla rivista La Torre di Guardia che ne facevano espressamente richiesta), veniva spedita da alcuni zelanti Studenti Biblici residenti negli USA, senza rispettare una certa logica, quale poteva essere ad esempio l'inoltro della stessa verso i soli possibili ed effettivi lettori, persone quindi che ne rispettavano anche l'indirizzo dottrinale.
Più spesso, lo zelo di aver trovato nuove verità, era a spingere lo Studente Biblico a divulgarne la dottrina, secondo quella logica cristiana inoppugnabile espressa imperativamente nei vangeli, speranzoso che anche altre persone di buona volontà si rendessero ben conto del proprio bisogno spirituale .
Molti Studenti Biblici negli USA, per proprio conto (c'è da dire che non vi era una regola d'indirizzo in ciò), inviavano ad un conoscente rimasto in un remoto luogo della penisola, forse un compaesano con il quale vi era stato precedentemente un certo grado di rispetto e confidenza, qualche pubblicazione della W.T.S., senza sapere effettivamente se il destinatario era interessato a ricevere o meno detta stampa, anche se il più delle volte l'omaggio fatto era cosa gradita per il ricevente e a volte tali invii di letteratura ebbe anche a sortire dei buoni frutti.
L'invio di tale stampa, il più delle volte per lo Studente Biblico era un segno di gratitudine e coerenza di fede, una fede che andava predicata pubblicamente anche ad altri, però non sempre le pubblicazioni erano bene accette soprattutto per quelli che la ricevevano a loro insaputa, sotto il fascismo infatti forte era la censura e la revisione postale che intercettava detta stampa. E se si cadeva nella rete della censura, allora la persona era fatta oggetto di indagini, certamente queste non gradite poiché risultavano spesso essere sgradevoli e cavillose e potevano avere tristi conseguenze.
Capitava a volte però, che lo zelante Studente Biblico negli Usa, oramai residente gia da decenni in quella nazione, immaginando di fare cosa gradita inviando delle pubblicazioni W.T.S., non sapeva più nulla del suo conoscente e destinatario del “dono” forse era sicuro e ricordava fosse ancora semplice persona amichevole lasciata alcuni anni prima, né probabilmente immaginava come le cose politicamente stavano cambiando in Italia, quindi sull'opportunità di essere cauti nell'inviare del materiale che nella nazione e al suo Governo non era certamente gradita.
Agli inizi dell'anno 1931 si verificò proprio una situazione simile a quella precedentemente descritta, l'avvenimento poi determinò un'ulteriore successiva inibizione all' introduzione e alla circolazione di quella particolare stampa degli Studenti Biblici in Italia.
Uno convinto Studente Biblico dagli USA inviò ad un suo lontano conoscente residente a Castellammare del Golfo (TP) l'opuscolo intitolato “Oppressione quanto cesserà ?” purtroppo egli non sapeva né immaginava che il suo compaesano aveva fatto carriera nel paese, divenendo un esponente di rilievo tra i fascisti locali di Castellammare del Golfo. Il destinatario della stampa ricevuto l'opuscolo, forse lo lesse anche, ma certamente non ne condivise la dottrina, denunciò, da bravo fascista, l'invio della relativa stampa alle autorità.
Fu subito aperta un'inchiesta per cercare di saperne di più dalla Prefettura di Trapani, cosa che interessò subito anche il Ministero dell'Interno. La prefettizia così riassumeva il fatto accaduto:
“Regia Prefettura di Trapani
Addì 16 gennaio 1931 anno IX
Oggetto: Opuscolo “Oppressione quando cesserà ?”
On. Ministero dell'Interno Direzione Generale della P.S. RomaProveniente dal Nord America sotto fascia è pervenuto a Castellammare del Golfo all'indirizzo del Sig. M.M., l'unito opuscolo intitolato “Oppressione=Quando cesserà?” contenente a pag. 32 e 33 apprezzamenti sfavorevoli per il Regime.
Il M. che è un Ufficiale della Milizia di fede fascista ed insospettabile, ne ha fatto spontanea consegna al segretario Politico del Fascio di Castellammare, ma non è in grado di fornire notizie sulla persona che ne ha fatto a lui invio.
Sono state impartite istruzioni ai dipendenti Uffici Postali per l'eventuale sequestro di altre copie, che dovessero pervenire in Provincia.
Il Prefetto” (ACS F 4 b. 62).
L'opuscolo “Oppressione quanto cesserà ?”, manco a dirlo fu tolto dalla circolazione e posto, dopo “accurate” indagini, al sequestro continuativo nel Regno con circolare del Ministero dell'Interno numero 2270 in data 25.01.1931.
CONTROLLI SUGLI STUDENTI BIBLICI DI LINGUA ITALIANA IN SVIZZERA
Se in Italia lo Studente Biblico già era oggetto di aperta persecuzione, nei paesi esteri, dove la legge italiana nulla poteva decidere ne interferire, vi era da parte delle autorità diplomatiche, ambasciate o consolati, oppure da “confidenti” (troppo spesso da parte del clero talare cattolico) un certo controllo a volte anche repressivo, sia sugli italiani lì residenti ritenuti non in linea con le direttive del Regime, sia sulle attività svolte da quest'ultimi soprattutto tra gli italiani lì domiciliati per vari motivi.
Il 19 febbraio 1931 proviene dalla Svizzera, precisamente dalla città di Lugano, un appunto della Polizia Politica italiana in quella città operante.
La nota sempre indirizzata al Ministero dell'Interno, Divisione Affari Generali e Riservati, faceva sapere:
“Viene confidenzialmente riferito da Lugano:
In questi giorni viene diffuso a Lugano, casa per casa, appartamento per appartamento, un libercolo edito dall' “Associazione Internazionale Studenti della Bibbia”. La sede dell' Associazione sarebbe a Brooklyn N.Y.U.S.A. con sedi a Berna e a Pinerolo. (Lo scrivente ritiene che costoro abbiano pure una sede a Varese)
Alle pagine 32 e 33 del libercolo vi sono notizie riguardanti l'Italia e il Fascismo, e vi si dice che il Fascismo ha terrorizzato il popolo. Trattasi di una pubblicazione di propaganda protestante e antifascista, come è facile persuadersene leggendo il libercolo” (ACS F 4 b. 62).
Il “libercolo” altro non era che l'opuscolo “Oppressione quanto cesserà ?”, che si distribuiva in lingua italiana tra gli italiani ivi residenti.
La prefettura di Como, riuscì ad acquisire una copia di questo opuscolo in lingua italiana che si distribuiva tra gli emigrati italiani in Svizzera, inviando la relativa nota al Ministero dell'Interno. La nota della prefettizia così recitava:
“Regia Prefettura di Como
Addi 31 marzo 1931 IX
On. Ministero dell'Interno Direzione Generale della P.S. Roma
Oggetto: Opuscolo “Oppressione quando cesserà ?”Questo ufficio è venuto in possesso di una copia dell'opuscolo “Oppressione quando cesserà ?” che si distribuisce in Svizzera. L'Associazione Internazionale degli Studenti della Bibbia che pubblica detto opuscolo avrebbe, secondo quando è pubblicato nell'ultima pagina dell'opuscolo stesso, un corrispondente in Pinerolo (Torino) in Via Silvio Pellico n. 11.
Tanto comunico per conveniente notizia di codesto On. Ministero. La copia pervenuta in questo ufficio è stata distrutta.
Il Prefetto” (ACS F 4 b. 62).
LA TENACE PERSECUZIONE DEL CLERO CATTOLICO
Interessante è per lo studio riproporre, iniziando proprio da quest'anno, ma ciò sarà anche per i vari anni a seguire, quello che fù l'ostruzionismo persecutorio del clero talare della romana chiesa, mediante le loro “informazioni confidenziali” (si deva su ciò il Capitolo VI, nda) quasi sempre calunnie scritte, messe nero su bianco e inviate alle preposte autorità locali, per screditare innanzi a queste ultime, il fedele acattolico dissenziente dalla “dottrina e dal magistero” della chiesa, così da farlo mettere in qualche modo a tacere dallo stesso braccio secolare fascista, che ben volentieri vi si prestava.
Accade così che il 11 giugno 1931, il Prefetto di Teramo, riceve una lunga “informazione confidenziale”, una petizione stilata nero su bianco firmata da 6 sacerdoti cattolici e circa 200 parrocchiani (ACS G 1 b. 190). Regista ed ispiratore del “vivace ricorso”, così definito dalla stesso Prefetto, era il parroco di Roseto degli Abruzzi, proprio contro “la propaganda protestante” operata da un pastore della Chiesa Cristiana Evangelica Metodista Wesleyana, tale Posabella Giovanni, che operava nel Comune di Giulianova e nella stessa Roseto degli Abruzzi.
Tra il Posabella e gli Studenti Biblici rosetani non vi era nessuna relazione dottrinale e cultuale, quest'ultimi operavano autonomamente nel paese già dal 1925 come gruppo e anch'essi per necessita imposta dalla loro fede propagandavano la loro dottrina biblica nella loro zona. Tuttavia dietro la formale denuncia al Prefetto vennero indagati anch'essi sulla scorta delle pesanti, calunniose ed ingiustificate lamentele addotte dal clero locale.
L'accusa fondamentale dei 6 sacerdoti cattolici verso il Posabella, che per contro poi ebbe anche e soprattutto a riflettersi sulla dottrina e l' opera svolta a Roseto degli Abruzzi dagli Studenti Biblici, verteva sul fatto che i gruppi acattolici nelle loro forma di propaganda, “…effettuata specialmente con conferenze, nelle quali l'argomento e spesso l'ingiuria, il sarcasmo, l'odio contro la religione cattolica romana e i suoi sacerdoti, ha in questi ultimi tempi, provocato viva indignazione da parte della maggioranza della popolazione, che nutre profondi sentimenti cattolici…,… dannosa all'ordine morale e sociale ed alla pace delle famiglie perché … ecciterebbe i giovani a ribellarsi ai genitori che ostacolano la loro adesione al protestantesimo … ” (ACS G 1 b. 190).
La locale Prefettura autorizzò particolari e dettagliate indagini sul caso, di cui qui non è opportuno dilungarsi e ben poco poté sul Posabella che era tra le varie cose riconosciuto ed autorizzato ad esercitare la sua opera in base alla Legge 26.6.1929 n. 1159., ma stupisce e sconcerta ancora oggi la conclusione della relazione prefettizia che accertò che l'istigazione NON proveniva tanto da elementi acattolici ma quanto e soprattutto dal clero cattolico locale firmatarii della petizione.
Nelle relazioni scritte dal Prefetto di Teramo al Ministero dell'Interno in effetti si chiariva di molto lo stato delle cose, infatti fu indicato che: “…il 19 marzo nella sala del Dopolavoro di Giulianova ad opera di Padre Vittorio Genovesi, veniva tenuta una conferenza privata, alla quale erano state invitate con biglietto personale numerosissime persone… . Argomento della conferenza era : Il Protestantesimo nelle sue origini, nei suoi principi, nei suoi scopi remoti”…. Gli argomenti trattati da Padre Genovesi, non si sono limitati a spunti di carattere polemico religioso, ma si sono risolti in una serie di accuse oltraggiose, intaccanti la figura morale dei creatori del protestantesimo…, l'accusa all'asservimento politico religioso dell'Italia allo straniero, il favoreggiamento dell'attività massonica e la distruzione dell'unità morale e spirituale degli italiani …. Il Padre Genovesi terminava il suo dire affermando che l'attuale accentuarsi della propaganda evangelica…, deve essere con ogni mezzo avversata, non solo dalle popolazioni ligie alla Religione Cattolica, ma pure dalle Autorità politiche, in virtù degli accordi Lateranensi …. Benché la riunione non abbia dato luogo ad incidenti, tuttavia… le discussioni vanno esulando dall'ambito dottrinale e dall'ambiente chiesastico, così da poter determinate perturbamenti ho disposto perché eventuali ulteriori riunioni di carattere privato, siano sottoposto a rigoroso preventivo controllo, per la rigida applicazione del dispositivo dell'articolo 17 del T.U. dlle Leggi di P.S..
Ho rinnovato inoltre viva raccomandazione ai dipendenti organi di Polizia affinché intensificano la vigilanza gia da tempo disposta su tutti gli elementi che aderiscono al movimento evangelico accertandone i precisi precedenti, specialmente politici, e l'atteggiamento di fronte al Regime” inoltre ancora: “… e corso voce che il Posabella si accinge a riaprire al pubblico l'oratorio evangelico a Giulianova, ciò ha determinato nella massa dei fedeli della Chiesa Cattolica un vivo fermento, che si è manifestato attraverso petizioni, che mi sono pervenuti da sacerdoti, da congregazioni religiose, e da associazioni cattoliche, alle quali si è unita la Giunta Diocesana, che in una apposita riunione, tenuta sotto la presidenza di S.E. il Vescovo, ha chiesto che “sia risparmiato alle popolazione già turbate dalla intensificata propaganda protestante, il dolore della concessione dell'apertura di nuove sale”...” (ACS G 1 b. 190).
Dietro il Problema creatosi, la Regia Prefettura di Teramo, censì per ben due volte l'elemento acattolico sia nel Comune di Roseto degli Abruzzi e nella vicina Giulianiova, dove si contavano ben 34 acattolici, mentre nel secondo elenco che riguardava anche paesi limitrofi come Montepagano e Cologna se ne contarono in numero di 99 elementi. Del ricordato elenco se ne inviò copia alla Divisione Polizia Politica presso il Ministero degli Interni in data 02.10.1931.
Dal primo elenco composto dai 34 acattolici, i primi ad essere nominati, relativamente ai numeri 7 (Di Marco Caterina), 8 (Fioravante Giovanni), 11 (La Molinara), 18 (Petrella Luigi), 20 (Cimorosi) erano tutti aderenti agli Studenti Biblici, anch'essi ora, insieme ad altri gruppi acattolici, oggetto di persecuzione sia dall'elemento clericale cattolico che dalle attenzioni dell' autorità ora più che mai preposta a sorvegliarli costantemente. Gli Studenti Biblici figureranno di nuovo anche nel secondo elenco, quello relativo a 99 acattolici, redatto sempre dalla Prefettura teramana (ACS G 1 b. 190).
Ciò ad indicare ancora, che gli Studenti Biblici evangelizzavano assiduamente nella piccola Roseto degli Abruzzi, nonostante non fossero numericamente importanti alla pari di altri gruppi acattolici presenti nella zona e non ottenessero alla pari di questi quei riconoscimenti dovuti dalla Legge ai culti acattolici. Nonostante essi da tempo erano e restavano costantemente vigilati dalle autorità, perseguitati più che mai, seppero adoperarsi in vari modi per diffondere la fede, anche meglio di quei culti acattolici riconosciuti dal regime.
ANCORA SUL SEQUESTRO DELLA STAMPA W.T.S.
Il 30 luglio 1931, l'Alto Commissariato per la Città di Napoli, diede notizia al Ministero dell'Interno, dell'intercettazione e relativo sequestro di altra stampa inviata dagli Usa e bloccata per la revisione presso lo scalo marittimo della città partenopea.
La nota dell'Alto Commissariato era così stilata:
“Alto Commissariato per la Città di Napoli
Addì 30 luglio 1931 Anno IX
Oggetto: Censura sulle stampe dall'estero.
On.le Ministero dell'Interno Direzione Generale della P.S.
Divisione Affari Generali e Riservati RomaIl servizio di revisione sulle stampe provenienti dall'estero dà occasione ad osservare l' intensificata campagna che conducono stampati d'indole protestante – sovversiva, principalmente editi dall'Associazione Internazionale Studenti della Bibbia, con sede in Brooklyn, e scritti dal noto giudice F. Rutherfod.
Alcune di tali pubblicazioni sono gìà colpite da divieto di introduzione e circolazione nel Regno, quali “La Torre di Guardia” – “Il Mondo in Distretta” – “Un Governo Desiderabile” – “Possono i viventi parlare con i morti” – “Oppressione quando cesserà” – “Giudizio dei giudici delle Nazioni” – “Delitti e calamità” – “Libertà per i popoli” – “Messaggio di speranza” – “Un appello alle potenze del mondo”.
E' pure da rilevare che, frequentemente, plichi contenenti opuscoli giungono raccomandati con ricevuta di ritorno.
Di recente, all'indirizzo di vari militari, tutti del 15° Fanteria in Caserta, sono pervenuti una ventina di plichi, che comprendono opuscoli del genere predetto, ma non colpiti da ordini di sequestro. Data la loro destinazione, ho ritenuto opportuno disporre il fermo di tali plichi, in attesa delle decisioni di codesto ministero, che mi pregio sollecitare, inviando, in visione il plico diretto al caporale D.M.G.L'Alto Commissario” (ACS F. 4 b. 105).
La risposta del Ministero dell'Interno, nella persona del Capo della Polizia, non si fece attendere. Essa fu data il 5 agosto 1931, così infatti la nota ministeriale dava disposizione:
Ministero Dell'Interno
Addi 5 agosto 1931 IX
Alto Commissariato Citta di Napoli
Oggetto: Censura sulle stampe dall'estero.In relazione alla nota del 30 luglio u.s., si comunica all'E.V. che nessuna disposizione di divieto delle pubblicazioni in genere di carattere evangelico, è stata emanata da questo Ministero. Vorrà l' E.V., caso per caso ed in base alle vigenti disposizioni di legge, disporre il sequestro di singole pubblicazioni. Si restituiscono gli opuscoli trasmessi, significando che ad essi può essere dato corso.
Per il Ministro” (ACS F. 4 b. 105).
La stampa W.T.S. così, veniva posto, a discrezione delle autorità periferiche dello Stato, quando non vi erano indicazioni dirette e specifiche da parte dei Ministeri competenti, sempre al bando nella nazione, dove circolare per essa era divenuto veramente arduo.
UN NUOVO NOME: "TESTIMONI DI GEOVA"
L'anno 1931 registrerà un' eccezionale, importante e storica svolta per gli Studenti Biblici.
In questo anno, per la prima volta dalla loro nascita come gruppo religioso, essi si diedero un nome ben preciso e specifico, solo e decisamente biblico, quello di : TESTIMONI DI GEOVA .
Oggi, essi sono noti e conosciuti in tutto il mondo come gruppo religioso, proprio da tale nome adottato il 30 luglio 1931,in quella che sarà definita poi una storica assemblea, avuta a Columbus, Ohio (Usa).
L'allora Presidente della W.T.S., J.F. Rutherford nella risoluzione presentata, e votata poi all'unanimità dal grande uditorio, 15.000 presenti alla straordinaria assemblea, durante il suo intervento dal tema: “Un nuovo nome” così riassunse l'importanza di questo nome:
“… non possiamo consentire di essere chiamati Russelliani; che la Società Torre di Guardia di Bibbie e Trattati e L'Associazione Internazionale degli Studenti Biblici e l'Associazione del Pulpito dei Popoli sono semplicemente enti legali…, tuttavia nessuno di questi nomi ci si applica o ci si addice correttamente (non in rosso nel testo,nda) come gruppo di cristiani che seguiamo le orme del nostro Signore e Maestro, Cristo Gesù; che siamo studenti della Bibbia, ma, come corpo di cristiani costituiti in associazione, ci rifiutiamo di assumere o accettare il nome di “Studenti Biblici” o nomi simili come mezzo di identificazione della nostra corretta posizione dinnanzi al Signore; ci rifiutiamo di portare o accettare il nome di qualsiasi uomo.
… perciò abbracciamo e prendiamo con gioia il nome che dalla bocca del Signore Dio ha proferito, e desideriamo essere conosciuti e chiamati col nome cioè di TESTIMONI DI GEOVA “ (Annuario dei Testimoni di Geova 1976, ed. italiana W.T.S, pag.148-149).
Dopo la storica assemblea avuta a Columbus, Ohio (Usa), nelle settimane e nei mesi che seguirono, si ebbero altri 50 assemblee in altrettanti luoghi diversi, dove furono evidenziate la risoluzione presa circa l'accettazione del nuovo nome, ma soprattutto la responsabilità morale e spirituale che un simile nome comportava per chi lo portava. Inoltre la responsabilità cristiana che ogni testimone aveva di far conoscere evangelizzando ad altri, tale importante nome rappresentativo.
In tal senso fu il commento a posteriori espresso ne La Torre di Guardia 1.4.1956, riproponendo un brano dell'Annuario dei Testimoni di Geova del 1932 :
“Con zelo essi proclamarono il nome di GEOVA, ristabilendo nell'altissima posizione ad esso dovuto nell'attività universale, poiché non è forse Geova il Glorioso Sovrano dell'intero universo ? … La suddetta risoluzione del nuovo nome e il testo del discorso di Rutherford al congresso furono pubblicati nell' opuscolo “Il Regno, speranza del Mondo” stampato da poco in molte lingue. Durante l'ottobre (1931) seguente fu diretta una campagna per consegnare personalmente a personalità e dirigenti una copia di questo opuscolo.
… Nei mesi seguenti questo opuscolo fu distribuito nelle case di 5.000.000 di persone in tutto il mondo.
Il nuovo nome era venuto per rimanere” (La Torre di Guardia, ed. W.T.S., ed. italiana 1.4.1956, pag. 202).
L'opuscolo “Il Regno, speranza del Mondo” fu distribuito nell'anno 1932 anche in Italia, con una improvvisa efficace ed efficiente campagna lampo una toccata e fuga, per l'alto rischio che vi era di possibili ritorsioni da parte del Regime e del clero cattolico. Ciò sarà oggetto di approfondimento più avanti in questo stesso capitolo.
Nel proposito e negli intenti, sulla scelta del nome, scaturiva l'onere primario di far conoscere Geova e il suo proposito per l'umanità aliena da Lui, inoltre la forte motivazione attestante, che i suoi testimoni erano pronti a servirlo.
Così commentò nel 1931 il testimone Mac Millan A.H. (delegato della W.T.S. nella prima assemblea in Italia nel 1925; vedi cap. IV nda), il quale fu presente all' assemblea avuta a Columbus, Ohio (Usa), l'adozione del nuovo nome:
“Prima di ciò eravamo chiamati Studenti Biblici. Perché? Perché questo è ciò che eravamo. E poi quando altre nazioni cominciarono a studiare la Bibbia con noi, fummo chiamati Studenti Biblici Internazionali. Ma ora siamo Testimoni di Geova, e questo titolo qui dice pubblicamente esattamente ciò che siamo e facciamo…” (Annuario dei Testimoni di Goeva 1976, op. cit., pag. 149).
Un' attenzione da rilevante, per lo studio, è riguardo all'uso presunto del nome, fattone informalmente verso gli allora Studenti Biblici, prima del 1931, anno in cui esso venne formalmente adottato.
In tutta quella che è la letteratura disponibile dal 1923 al 1930, in lingua italiana della W.T.S., l'uso dell'appellativo ”testimone(i) di Geova” appare essere utilizzato già fin dal 1923, relativamente a testimone del Signore” in: La Torre di Guardia 1.1.1923, pagg. 4, 6,7, 8; La Torre di Guardia 1.4.1923, pag. 54, 55; La Torre di Guardia 1.6.1923, pag. 95,96; La Torre di Guardia 1.2.1924, pag.21; La Torre di Guardia 1.2.1925, pag.22; La Torre di Guardia 1.9.1925, pag.136; La Torre di Guardia 1.11.1925, pag.170; La Torre di Guardia 1.12.1925, pag.183; La Torre di Guardia 1.7.1926, pag.103; Vita (volume I 1929) 294, 297, 354; Luce (volume II 1930)15, 49, 52, 113, 120, 162, 166; Vita (volume II1930)27, 35, 49, 62, 64,77, 111, 114, 117, 120, 121, 122, 124, 125, 129, 141, 146, 152, 165, 178, 209, 227, 228, 229, 271, 278, 279; Gli Ultimi Giorni (opuscolo 1928) pag.27.
Mentre espressamente a testimone di Geova lo si ha in: La Torre di Guardia 1.2.1923, pag.32; La Torre di Guardia 1.11.1923, pag.164; La Torre di Guardia 1.3.1926, pag. 45;ardia 1.10.1924, pag.153; La Torre di Guardia 1.1.1926, pag.10-11; ; La Torre di Guardia 1.5.1926, pag. 71,72; La Torre di Guardia 1.9.1926, pag. 135, 144; La Torre di Guardia 1.11.1926, pag. 165; La Torre di Guardia 1.12.1926, pag. 183;
La Torre di Guardia 1.2.1927, pag. 30; La Torre di Guardia 1.1.1928, pag. 9; La Torre di Guardia 1.12.1930, pag.182; Liberazione (volume) 45, 56, 142, 246, 251; Governo (volume 1928) pagg 214, 217, 218, 219, 222, 223, 224, 231, 232, 239, 263, 268, 284, 323; Riconciliazione (volume 1928) 233, 256; Vita (volume 1929) 301, 302, 321; Luce (volume I 1930) 47, 156, 182, 189, 191, 205, 210, 217; Luce (volume II 1930), 8, 13, 114, 125, 143, 144, 162, 173, 271; Prosperità assicurata (opuscolo 1928) pag. 13.
L'ultima considerazione, purtroppo del tutto negativa, da rilevare riguardo all'adozione del nome è che, alcune classi anche di lingua italiana negli Usa, non si adegueranno alla nuova disposizione né accetteranno l'uso e la scelta di tale nome, Testimoni di Geova. Diverse classi di lingua inglese negli Usa rimarranno “fedeli” alla tradizione legata al periodo russelliano. Avverrà e si dovrà registrare soprattutto dal 1933, una frattura reale di alcune altre classi italiane negli Usa dalla W.T.S, dopo l'iniziale avvenuta nel 1928 (vedi III Capitolo), proprio dietro rifiuto di alcuni nel riconoscersi quali Testimoni di Geova. Nel 1933 inizierà anche la pubblicazione di stampa “scissionista ed apostata” in lingua italiana negli Usa (prima di quest'anno nella nostra lingua di tale stampa non se ne era mai avuta), con una relativa e limitata tiratura mensile di copie, ma con ampia divulgazione sia tra gli italiani emigrati in quella nazione, sia anche inviata ai Testimoni di Geova residenti in Italia. Questa stampa per alcuni, ma soprattutto per la loro fede, sarà deleteria e distruttrice della dottrina professata.
1931 I RIENTRI
GIOVANNOLI MICHELE (1888-1965) Nel 1931 rientra definitivamente dagli Usa nel suo paese natio, Città S. Angelo (PE), Giovannoli Michele. Il Giovannoli in realtà rientrò più volte dagli Usa, dove si era recato per ragioni di lavoro nel lontano 1910. Conobbe ed aderì alla fede degli Studenti Biblici nell'anno 1923, tra le città di Rochester, N.Y. e Buffalo, N.Y., in quest'ultima città rimase per molto più tempo, ed è qui che divenne componente della classe locale di lingua italiana dove fu battezzato, in un lago di campagna. Da quello che si è potuto ricostruire della sua storia, fu il Giovandoli ad avvicinare negli Usa gli Studenti Biblici, divenendo nel periodo un buon conoscente del De Cecca Giovanni con il quale ebbe anche dopo il suo rientro un continuo scambio di corrispondenza, almeno fino al 1947. |
Nel 1931, appena egli rientra inizia nella sua zona a divulgare la fede conosciuta negli Usa. Le prime due adesioni furono la propria della moglie e la cognata, successivamente aderirono anche altri. Egli appena rientrato si mise subito in contatto con Remigio Cuminetti, che era allora sotto stretta sorveglianza dalle stesse autorità di Pinerolo.
Tra il 1933 e il 1947, avrà contatti frequenti, soprattutto con il gruppo dei Testimoni di Geova di Montesilvano, ma anche con quelli di Spoltore e di Pianella (questi tre gruppi si formeranno più tardi e solo nel 1933, nda).
Nell'anno 1939, sul Giovannoli si sapranno di particolari defezioni alla fede. Dìopo il sequestro fatto ad opera dell'OVRA n.1 (Milano), alla Protti Albina Geltrude, moglie del defunto Remigio Cuminetti (morirà a Torino il 18.1.1939) di un elenco stilato dalla filiale W.T.S Svizzera, di persone destinate a ricevere la varia stampa edita dai testimoni, invitagli dalla Pizzato Maria Maddalena, affinché fosse posta “…all'esame della Signora Cuminetti…” (ACS G 1 b.313, interrogatori OVRA I Protti Albina G., pag. 4; e Pizzato Maria M., pag.18) il Giovannoli Michele compariva come “sehr eifrig” (molto zelante, nda), ma contrariamente dalla Protti Albina G., che ben conosceva i fratelli italiani, la Pizzato riceve notizia che: “…il Giovannoli non era elemento fidato, essendosi orientato verso la fede dei “pentecostali”…” (ACS G 1 b.313, interrogatori OVRA I : Protti Albina G., pag. 4; e Pizzato Maria M., pag.18).
Cosa era effettivamente accaduto? Era successo che il Giovannoli aveva aderito NON ai pentecostali, ma all' Associazione Studenti Biblici di Hartford, Conn., l'elemento scissionista di lingua italiana negli USA già attivo dal 1928, che pubblicava una propria stampa mensile già dal 1933 e ora in Italia stava riscuotendo le proprie vittime, continuando il Giovannoli pur tuttavia, a frequentare i Testimoni di Geova specialmente quelli del gruppo di Montesilvano.
Il 29 ottobre 1939, fu arrestato e deferito al Tribunale Speciale Fascista per la Difesa dello Stato che in data 19.04.1940, lo condannò “perché Testimone di Geova” a 6 anni di reclusione (di cui 2 condonati) (ACS Detenuti Politici b. 242). Fu scarcerato dalla Casa Penale di Castelfranco Emilia, il 29 ottobre 1943, per espiata pena.
Fu solo nel 1947, che si distaccò del tutto e completamente dai Testimoni di Geova, dopo una chiarificatrice ed energica discussione con due suoi confratelli testimoni montesilvanesi, il D'angelo Guerino e il Di Felice Gerardo. Egli a partire quindi dal 1947 aderirà definitivamente fino alla sua morte, al gruppo scissionista negli Usa, al quale da anni apparteneva (Bibl. Priv. E. Pace DS/am 44).
ALBANESE GIROLAMO(1889-1950) Nel 1931 Girolamo Albanese lascia la città di Rochester N.Y., Usa, per fare rientro in Italia nel paese di Cittanova (RC). Conobbe e aderì agli Studenti Biblici nel lontano 1915 in questa città degli Usa, dove lasciò al suo rientro, un fratello carnale anche lui Studente Biblico abitante allora al n. 16 di C. Street.
Della sua opera iniziale in Italia, rientrato che fu, sappiamo: “Appena arrivato in Italia con un po' di opuscoli, ho cominciato il mio lavoro per testimoniare il Santo nome del Signore. I preti si sono scagliati contro di me, e sono stato molto perseguitato…” (Bibl. Priv. E. Pace DS/am 41), ma ben presto già intorno al 1936 egli simpatizzava sinergicamente con gruppi evangelici locali pur continuando a ritenersi e a sentirsi uno Studente Biblico e in tale veste non cessò mai di avere contatti con i suoi confratelli in America della classe italiana di Rochester.
Egli nel 1939, venne dallo stesso De Cecca Giovanni responsabile a Brooklyn del Dipartimento Italiano della W.T.S., che evidentemente non era a conoscenza della connivenza dell'Albanese con altri gruppi acattolici, indicato ed invitato ad adoperarsi per aiutare alcune persone residenti nel Comune di Badolato (CZ), che a motivo della predicazione di un Testimone di Geova ivi confinato dal Regime Fascista nel 1936 (Di Cenzo Nicola,nda) erano entrate in contatto con la dottrina dei Testimoni di Geova.
Dall'interrogatorio fatto l' 11.7.1939 all'interessato badoladense della dottrina, tale Nisticò Vincenzo, sappiamo ciò sul susseguirsi degli eventi intercorsi con l'Albanese Girolamo: “ … pensai di rivolgermi in America per avere indicazioni sul recapito di qualche fratello di fede italiano con il quale mettermi in corrispondenza. La persona a cui scrissi per avere questi indirizzi, è tale Giovanni Di Cecco, abitante nel Nord America 124 Columbia H.G.T.S. Broockljn. Costui mi mandò l'indirizzo di Gerolamo Albanese (Reggio Calabria)… . Scrissi all' Albanese …, L' Albanese mi ha poi fatta pervenire altra letteratura…” qui fra la varia stampa spedita al Nisticò, vi era anche quella evangelica oltre a quella edita dalla W.T.S. (ACS G 1 b. 60 in rapporto Nisticò V. del 11.7.1939, pagg. 1, 2).
Da una lettera dello stesso Albanese Girolamo sappiamo ciò che gli accadde nel 1939: “Nel 1939 per aver mandato un' opuscolo intitolato “Governo” sono stato arrestato e portato al confino per 3 anni, ma il Signore ha usato bontà su di me e sono stato rilasciato dietro ammonimento” (Bibl. Priv. E. Pace DS/am 41).
In effetti Girolamo venne arrestato il 19 luglio 1939 per il motivo che: “…con la diffusione degli opuscoli stessi veniva ad esercitare subdola propaganda, risolvendosi in vero disfattismo nazionale…” e i funzionari, agenti di P.S., ne elencarono anche di seguito gli opuscoli e libri W.T.S sequestrato allo stesso, ed erano: “ Sicurezza; Il Mondo in distretta perché? Il rimedio; L'idolatria; Prosperità Assicurata; Lo Stendardo per il popolo; Il Regno; Rivendicazione; L'Arpa di Dio; Riconciliazione; Scampo nel Regno; La Crisi; Scoperto; Face the facts e varia corrispondenza fra cui una lettera del fratello Agostino residente a Rochester (S.U.A.)” (ACS G 1 b. 60) (Significativa è la lettera sulle attività dei Testimoni di Geova a Rochester riferite dall' Agostino, mentre importante è il particolare riguardo al modo in cui i fratelli negli Usa inviavano gli opuscoli W.T.S. in Italia, nascosti tra un giornale appunto per evitare la censura postale in italiana, nda).
L'attività dottrinale dell'Albanese a Cittanova era sinergica con quella evangelica nel 1939, egli dirà infatti che vi era un piccolo gruppo che si radunavano in case private e alle quali lui partecipava.
Nel 1946 accade però che l'Albanese viene contattato una prima volta dall'Associazione Studenti Biblici di Hartford, Conn., il gruppo scismatico italiano negli Usa.
Il primo contatto, o per meglio dire la prima lettera di questa associazione, non sortisce alcun esito fruttuoso, tant' è che l' Albanese risponde sferzante che: “ Io appartengo alla Torre di Guardia di Brooklyn, N.Y…” e benché aderiva a quel piccolo ecumenismo evengelico locale la risposta data nella sua lettera di risposta fa anche supporre che egli ben conosceva sull'esistenza del gruppo scismatico.
Nel 1948 comunque, dopo diverse lettere ricevute da Hartford, Conn., egli aderirà a tale gruppo statunitense, dove confluirono anche, scriverà, diversi “fratelli che un tempo erano miei compagni a Rochester” .
1932 LA STAMPA W.T.S. NEI RAPPORTI delle RAPPRESENTANZE DIPLOMATICHE
L'anno 1932 si apre con l'ennesimo sequestro della stampa edita dalla W.T.S., distribuita sia in Italia ma soprattutto in altre zone dell'Europa, e nel mondo. Il bando riguardava anche le pubblicazioni in lingua inglese e non solo quelle in lingua italiana.
Il 5 febbraio 1932 sarà il momento di una relazione fatta dall'Ambasciata Italiana a Parigi, con il Telespresso n. 302707, dove si dava notizia della distribuzione nella metropoli francese, di una pubblicazione dei Testimoni di Geova in lingua inglese edita nel 1929, che a parere dell' amministrazione diplomatica intonava contro il Regime Fascista. Ma cosa più deleteria restava, per l'autorità diplomatica, che nell'ultima pagina dell'opuscolo vi era il recapito dell' Ufficio in Italia dove questa poteva essere acquistata.
Il Ministero degli Esteri, si preoccupò immediatamente di inviare la nota dell'Ambasciata Italiana a Parigi, al Ministero degli Interni che per competenza doveva poi “accertare” indagando sull'indirizzo fornito, che non si trattasse effettivamente di un covo antifascisti politicizzati. La nota era su tali basi stilata:
“Ministero degli Affari Esteri
Telespresso N. 302707
Addì 5 febbraio 1932A Ministero dell'Interno
Divisione Generale di P.S.
Roma
e. p.c. Ufficio Stampa - SedeOggetto: Pubblicazione contro il Regime
Viene distribuito a Parigi, sotto l'apparenza ed in concomitanza di propaganda per la lettura della Bibbia, l'opuscolo “Oppresion quand prendera-t-elle fin?” del giudice J.F. Rutherford pubblicato nel 1929 dall'International Bible Student Association di Brooklyn, Nuova york, Parigi, Berna, Brusselle, Londra e Magdeburg.
A pagine 31 a 34 si fa propaganda contro il Regime di oppressione che si vivrebbe in Italia.
L'Associazione sopra indicata ha agenzie in Parigi al 105 Rue des Poissonniers, ed altra a Pinerolo II via Silvio Pellico, presso le quali l'opuscolo può venire acquistato.
Si trasmette ad ogni buon fine una copia dell'opuscolo stesso, con preghiera di cortese restituzione:
pel Ministro” (ACS F 4 b. 65).
La nota su richiamata, indicava espressamente un' informazione fondamentale e di notevole interesse per lo studio, quello più propriamente pratico, cioè la richiesta sollecitata di fare luce quanto più possibile sull'indirizzo italiano fornito nell' ultima pagina dell' opuscolo, un' indicazione che riconduceva appunto a Pinerolo via Silvio Pellico n. 11, presso detto l'opuscolo, ritenuto contro il Regime, poteva essere da chiunque liberamente acquistato.
Non sono stati trovati documenti che inducono a ritenere che vi sia stato ancora un' ulteriore indagine particolare sul Cuminetti e nel suo ufficio in Via Silvio Pellico 11 a Pinerolo nel 1932, dato che sia lui che la sua opera erano oramai da anni sotto attenta vigilanza e il Cuminetti restava seminoperoso, essendo ancora diffidato dalla locale questura.
Circa la possibilità che egli venisse ancora indagato, forse dietro la richiesta di detto rapporto, c'è la notizia che riprendo dal Piccioli Paolo in “I Testimoni di Geova Durante il Regime Fascista” (op. cit.) dove a pag. 211 accennerà ad una dichiarazione della moglie del Cuminetti riferendo: “Albina Protti scrisse che suo marito venne convocato dal commissariato che gli disse : “Dimentichi che io sono un commissario e ascolti un mio consiglio. Se ha della letteratura le do otto giorni di tempo per nasconderla…”. Da allora prosegue la narrazione, “cominciarono le perquisizioni, per cui ogni angolo della casa venne perquisito” (la stessa affermazione è fatta dalla Protti Adele in Brun, cognata del Cuminetti, in Bibl. Priv. E. Pace DS/Mem. scritta [1] Protti A. in Brun, pag 12).
Inoltre vi è la notizia data sempre dalla Protti Albina in un suo interrogatorio datato 8 novembre 1939, dove dichiarerà che: “Nel 1932 ci fu il divieto dell'autorità a continuare nella nostra propaganda biblica ed allora mio marito restituì i volumi ancora in deposito inviandoli, come da istruzioni ricevute, da Berna a Parigi, forse allo scopo di tentare la distribuzione tra le comunità italiane residenti in Francia. … Successivamente al divieto dell'Autorità, mio marito non inviò più i volumi di propaganda agli aderenti italiani, i quali assommavano a circa un sessantina, in gran parte reduci dall'America e già professanti la nostra fede, limitandosi a mantenere con essi corrispondenza, di brani scelti dei libri che egli riceveva da Berna, in visione. ” (ACS G 1 b. 313).
Il 22.02.1932 il Ministero degli Affari Esteri riceve un Telespresso N. 303977 dal Regio Consolato Generale d'Italia a Sydney, riguardante la notizia di un marittimo italiano, che era stato trovato in possesso di stampa edita dai testimoni di Geova, i quali predicando la propria fede lì nel porto di Sydney (nel fare ciò si servivano di stampa in lingue diverse, tra cui l'italiano. In Australia comunque vi erano classi di lingua italiana in questo periodo, probablie che tali predicatori erano testimoni italiani lì residenti; nda), vennero in contatto con il presunto marinaio forse interessato a tale nuova dottrina (credo che divulgavano allora soprattutto con l'uso della stampa) e al quale cedettero una serie di opuscoli in lingua italiana. La relazione fatta dal Regio Consolato fu passata il 23 febbraio al Ministero dell' Interno per le opportune competenze. La nota integralmente citata era del seguente tenore:
“Ministero degli Affari Esteri
Telespresso N. 303977
Addì 23 febbraio 1932A Ministero dell'Interno
Divisione Generale di P.S.
RomaOggetto: Propaganda a bordo di piroscafi nazionali.
Per opportuna conoscenza di codesto On. Ministero, si ha il pregio di informare che il Comando della motonave nazionale “Romolo”, che trovatasi ormeggiata nello scorso mese di gennaio a Sydney, ha segnalato a quel R. Consolato Generale che al marinaio B. vennero sequestrati i seguenti fascicoli:
“Ritorno del Signore”, “Gli Ultimi Giorni”, e “Oppressione – Quando cessera?”. Essi sono redatti in lingua italiana, ed editi a cura della “Associazione Internazionale Studenti della Bibbia” di brooklyn, S.U.A. –
Trattano quasi esclusivamente questioni di religione, però a pag. 32 e 33 del fascicolo “Oppressione” appaiono notizie e commenti nettamente contrari ed offensivi per il Regime.
Della cosa forma oggetto apposita annotazione apposta dal Comandante del “Romolo” a pag. 110 del Giornale Nautico (Libro I) del piroscafo stesso.
Pel Ministro” (ACS G 1 b. 5).
Il Ministero dell'Interno con data 25 .02.1932, dispose immediatamente accertamenti da farsi a Sydney, sul conto del marinaio B. indicando di: “…favorire informazioni specie sulla linea politica e sul conto del marinaio B….”. Di li a poco si ebbe altra nota del Regio Consolato Generale d'Italia a Sydney, datata 7.03.1932, che il Ministero degli Esteri il 9 marzo girò per competenza al Ministero dell'Interno, e in essa si chiariva quanto era successo, circa la stampa ceduta ed ora in possesso e sequestrata al marinaio italiano:
“Ministero degli Affari Esteri
Telespresso N. 304967
Addì 9 marzo 1932A Ministero dell'Interno
Divisione Generale di P.S.
RomaOggetto: Propaganda a bordo di piroscafi nazionali.
Facendo seguito al precedente rapporto (vedi telespresso suindicato), ho l'onore di partecipare che da immediate indagini esperite da questo R. Ufficio e dal locale Dipartimento di Polizia Investigativa, è risultata ad opera di un gruppo di persone che hanno per recapito il seguente indirizzo: “Beresford Road, Strathfield, Sydney”. Detto gruppo va sotto il nome della “ Watch Tower Bible and Tract Society”. L'attività esperita si limita peraltro a questioni religiose e non risulta che alcuno dei membri locali conosca la nostra lingua.
La sede centrale della Società anzi riferita è in New York. Sembra che le allusioni politiche contenute in alcuni fascicoli editi da detta Società si riferiscano non solo al nostro Paese, ma anche a numerose altre nazioni. Il Capo della locale Polizia Investigativa mi ha detto che da informazioni assunte negli S.U.A. risulterebbe trattarsi di una delle tante società religiose sorte in America, i di cui principi potrebbero in alcuni particolari, confondersi con teorie comuniste.
Ho scritto comunque alla locale sede della Società in questione, diffidandola dall'inviare incaricati di sorta a bordo dei nostri piroscafi ed ho prese altre misure onde evitare qualsiasi ulteriore tentativo di vendita dei fascicoli in questione ai nostri marittimi.
Si ha, pertanto, il pregio di trasmettere, in visione, gli acclusi tre opuscoli di propaganda intitolati “Oppressione”, “Gli Ultimi Giorni” e “Ritorno del Signore”, che trovansi allegati al su scritto rapporto del R. Consolato Generale a Sydney.
Pel Ministro” (ACS G 1 b. 5).
Mentre la Prefettura di Genova, che per competenza indagò sul marinaio B., in quanto il piroscafo “Romolo” era iscritto nel registro navale di quel porto, fece sapere ciò al Ministero dell'Interno riguardo al marittimo:
“Regia Prefettura di Genova
Addì 31 marzo 1932Oggetto: B.G…., marittimo.
On.le Ministero dell'Interno
Direzione Generale di P.S.
RomaIl marittimo G.B. trovasi imbarcato come marinaio a bordo del piroscafo “Romolo” dal dicembre 1931.
Risulta di regolare condotta politica e morale, alquanto … e bigotto. Dal Comandante e dagli ufficiali del piroscafo non è ritenuto di sentimenti avversi al regime.
Da oltre un anno fa parte dei Fasci Giovanili di Combattimento ed appartiene al gruppo “Enrico Toti”.
Si è potuto accertare che gli opuscoli trovati in suo possesso vennero da lui acquistati in buona fede, convinto che trattassero di materia religiosa, tanto più che, pare, fossero venduti da un sacerdote.
Negli atti di questa Questura a suo carico non esistono precedenti.
Il Prefetto. (ACS G 1 b. 5).
L' APERTURA dell' “UFFICO” W.T.S. a MILANO
Protti Albina Geltrude consorte di Remigio Cuminetti, in un suo lungo interrogatorio avuto dinnanzi agli agenti di P.S. dell'OVRA I (Milano), in parte già accennato, interrogatorio datato 8 novembre 1939, ripercorrendo alcuni periodi nel tempo, ci farà conoscere importanti avvenimenti chiarendo alcuni reconditi passaggi storici, soprattutto su ciò che andrà ad attestare circa le vicende accadute nell'anno 1932, dichiarando che: “Da tale epoca (si riferiva all' anno 1925, nda) e sino al 1932 mio marito nella sua attività di propaganda dei libri…, era a contatto con la sede di Berna, che inviava il materiale necessario. Nel 1932 ci fu il divieto dell'autorità a continuare nella nostra propaganda biblica ed allora mio marito restituì i volumi ancora in deposito inviandoli, come da istruzioni ricevute, da Berna a Parigi, forse allo scopo di tentare la distribuzione tra le comunità italiane residenti in Francia… .Successivamente al divieto dell'Autorità, mio marito non inviò più i volumi di propaganda agli aderenti italiani i quali assommavano a circa un sessantina, in gran parte reduci dall'America e già professanti la nostra fede, limitandosi a mantenere con essi corrispondenza, di brani scelti dei libri che egli riceveva da Berna, in visione….,mio marito provvedeva a segnalare le richieste in America, dove venivano spediti i libri, agli interessati, la maggior parte gratuitamente ” (ACS G 1 b. 313, pagg. 1, 2).
Inoltre nel lungo interrogatorio fatto alla Pizzato Maria Maddalena sempre dagli agenti di P.S. dell'OVRA I, l'8 novembre 1939, essa chiarisce ulteriormente ciò che avvenne dopo che il Cuminetti fu messo alle strette e all'inoperosità nell'ufficio W.T.S. di via Silvio Pellico 11 a Pinerolo, dalle locali autorità della provincia torinese. La Pizzato dirà: “L'Arbech (Harbeck Christian Martin, nato a Lubecca, Germania, il 3.8.1891, cittadino americano. Curava, quale responsabile, la direzione della filiale W.T.S. in Svizzera dal 1926, quando sostituì C.C. Binkele .nda) nel 1932 decise di aprire a Milano una succursale della Watch Tower per la distribuzione di libri propagandistici religiosi agli aderenti dell'associazione internazionale Studenti della Bibbia, residenti nel Regno, e chiese al Cuminetti di indicargli una persona disposta ad assumere la gestione della succursale di Milano. Questi, che da tempo mi conosceva, pensando di fare cosa gradita, gli propose di assumermi in qualità di Segretaria della Watch Tower, sede di Milano. Credo che l' Arbech, in un primo tempo avesse pregato il Cuminetti di assumere l'incarico che fu poi invece affidato a me, dopo il rifiuto opposto dal Cuminetti ” (ACS G 1 b. 313, pag. 3).
Che nel 1932 le autorità di P.S., controllavano assiduamente il Cuminetti è oramai assodato, egli non fu in grado più, a partire da quest'anno, di gestire liberamente l'Ufficio del Ramo W.T.S. aperto a Pinerolo nel lontano 1923, circa 9 anni prima (S.Germano Chisone, poi nel 1924 si trasferirà a Pinerolo, nda), circa 9 anni prima.
Si rese indispensabile quindi, trovare un'altra zona, meno controllata dalle autorità, possibilmente una grande città, dove aprire un “Ufficio-Deposito” della W.T.S., questa volta facendo le cose per bene, cercando di chiedere e di ottenere anche il riconoscimento da parte delle legittime autorità.
Fu così quindi, che la scelta per varie ragioni di opportunità, cadde sulla città di Milano, come attesterà la Pizzato Maria M., dove egli andò a ricoprire l'incarico di Segretaria, tant'è che essa circostanzierà ancora:
“Nel febbraio 1932 ebbe inizio e cominciò a funzionare la succursale della Watch Tower a Milano nei locali di Corso Porta Nuova n. 19, scelti dall' Arbech ” (ACS G 1 b. 313, pag. 3).
La Pizzato, ora Segretaria a tempo pieno della nuova sede italiana del Ramo Estero della W.T.S., illustra ancora nel suo interrogatorio l'attività che nella nuova sede si svolgeva:
“L'ufficio era, come detto, stato impiantato dall' Arbech, colla collaborazione di un fattorino, …i libri erano gia stati stampati a Milano presso l'Archetipografia di Viale Umbria, ed alcuni mi furono inviati da Pinerolo ove era costituito, a cura dell'Arbech e del Cuminetti, un importante deposito delle edizioni provenienti dall'America…., per disposizioni pervenutami dall'Arbech nei primi tempi, i libri della “ Watch Tower” furono distribuiti gratuitamente ai clienti, per la maggior parte indicatami dalla sede di Berna, in appositi elenchi.
Per la distribuzione dei manuali e degli opuscoli mi servii dell'opera di alcuni disoccupati, che erano assoldati per la circostanza, dall'Arbech e dai suoi collaboratori di Berna.
Il primo, scritto in italiano che fu distribuito a Milano, fu quello intitolato “IL REGNO” approvato, in un primo tempo, dall'ufficio revisione stampe della R. Prefettura di Milano, ma, in seguito, revocato per intervento della Autorità Ecclesiastica” (ACS G 1 b. 313, pag. 4).
Prima di inoltrarci, approfondendo circa il ruolo che ebbe e il lavoro che svolse la Pizzato, nel nuovo ufficio della sede milanese, si ricorderà ora quell' importante evento che ci fu, circa la distribuzione dell'opuscolo “Il Regno, speranza del Mondo” fatta con estrema velocità, appunto per non cadere nella rete repressiva sulla stampa W.T.S., tesa dalle autorità del regime fascista.
Come già accennato
la risoluzione adottata sul nuovo nome: Testimoni di Geova, e il testo del discorso di Rutherford, al congresso avuto nel 1931 a Columbus, Ohio (Usa), fu pubblicato nell' opuscolo “Il Regno, speranza del Mondo” stampato in molte lingue tra cui l'italiano. Durante l'ottobre (1931) fu diretta una campagna mondiale per consegnare una copia di questo opuscolo a tutti.…Nei mesi seguenti questo opuscolo fu distribuito nelle case di 5.000.000 di persone nel mondo. Si veda in W.T.S., ed. italiana 1.4.1956, pag. 202, nda), mentre per la diffusione in Italia, avvenuta tra la fine di febbraio e l'inizio di marzo 1932, se ne stamparono in una tipografia di Milano 500.000 copie, che per metà vennero tutte distribuite.
LA FULMINEA DISTRIBUZIONE DELL' OPUSCOLO
“IL REGNO, SPERANZA DEL MONDO”
La relazione e il rapporto-esperienza sulla distribuzione dell'Opuscolo chiamato molto famigliarmente “Il Regno” ci è data dalla Protti Adele in Brun, che la ricordiamo colpoltrice in Italia dal 1923 al 1927, mentre ora nel 1932 operava nel campo italo-svizzero e svizzero a Basilea.
Per la veloce distribuzione dell'opuscolo, lo si farà sul finire di febbraio e le prime settimane di marzo 1932 . A dirigere la distribuzione coordinandone l' attività, che presupponeva negli intenti una fulminea opera divulgativa, fu lo stesso Harbeck Christian Martin, responsabile, della filiale W.T.S. in Svizzera, all'uopo presente in Italia, fissando il suo domicilio per alcuni giorni a Milano.
Da una nota della Questura di Milano datata 3.12.1939, si saprà sull' Harbeck che: “L'individuo in oggetto non ha precedenti in questi atti. Risulta soltanto che il suddito americano Martin C. Harbeck di John, nato a Lubeck il 3 agosto 1891, proveniente da Berna, alloggiò per alcuni giorni, nel mese di Marzo 1932, presso l'albergo Victoria, sito in questa via Durini . Il predetto era munito di passaporto n. 238 rilasciato a Berna il 30 dicembre 1930. Egli dichiarò di essere venuto in Italia a scopo turistico e di trattenersi qui per 15 giorni. Non diede motivo a rilievi” (ACS G. 1 B. 313).
Mentre la Protti Adele, insieme ad altri testimoni italo-svizzeri, venne “richiamata in servizio” (l'avvenimento sarà ricordato anche dalla Pizzato M.M. in ACS G 1 b. 313 interrogatorio 8.11.1939, pag. 12) data la sua conoscenza della nazione e di alcuni luoghi, quindi inviata in Italia per coordinare l'attività in alcune città ora suo territorio operativo, dove la divulgazione assumeva i toni di una vera campagna lampo, una toccata e fuga , per la distribuzione massiva dell' opuscolo.
Determinante storicamente è qui il racconto lasciatoci della Protti Adele in Brun, e delle sue personali esperienze, avute in questa campagna di divulgazione che di seguito sono così riassunte:
“Il fratello Rutherford trovò opportuno dare una fulminante testimonianza in Italia. A Milano furono stampate 500.000 copie dell'opuscolo “Il Regno, speranza del Mondo” . Si aveva un' ufficio a Milano ove presiedeva la sorella Maria Pizzato che faceva un buon lavoro nella sua scrupolosità. La distribuzione di questi opuscoli fu fatta pubblicamente da quindici fratelli dalla Svizzera (circa il numero reale dei fratelli che parteciparono al coordinamento per la distribuzione dell'opuscolo “Il Regno”, la Protti ne ricorderà 15 partecipanti ; mentre L'annuario dei Testimoni di Geova 1983, op. cit., pag. 151, ne farà menzione di, “… 20 fratelli della Svizzera…” . Sul numero di chi effettivamente partecipò alla distribuzione, dalle notizie date dalla due fonti, non vi sono discordanze di sorta come potrebbe in un primo tempo apparire. Entrambe le affermazioni date possono corrispondere alla realtà degli eventi. Si deve tenere presente che la distribuzione dell'opuscolo fu interrotta fermandosi a metà, poiché circa 200.000 copie saranno sequestrate dalle autorità di P.S. [OVRA n. 1 –Milano]. Quindi possibilissimo può essere stato che, 15 coordinatori assolsero l'obbligo della distribuzione [ricordato dalla Protti], mentre altre 5 [ il totale di 20 impegnati in quest'opera ] non intervennero, o se intervenuti alla distribuzione, NON la completarono portandolo a fine. Questi saranno costretti da sopraggiunti inaspettati eventi a rientrare ipso facto in Svizzera per non essere arrestati, benché furono inseriti nel numero complessivo del programma generale sulla divulgazione. Infine c'è da dire che tutti i fratelli coordinatori, nelle varie città, ripetevano subito una nuova distribuzione anche in altre città diverse, come avverrà per la Protti Adele [Milano,Torino e Novara], quindi il numero complessivo tra i 15, o i 20 partecipanti, varierà solo in base ed in ordine all'impossibilità di operare dopo l'avvenuto sequestro fatto dalle autorità di P.S. nelle varie città interessate alla distribuzione. Tuttavia il Compendio, come sarà anche per lo studio, seguirà le notizie riferite dalla Protti Adele, che partecipò direttamente alla campagna divulgativa, ciò in carenza di notizie più certe o ricordate da altri diretti interessati all'evento nel periodo richiamato. nda). Si evitava che partecipassero fratelli che dimoravano in Italia, perché erano rigorosamente sorvegliati dalla polizia fascista. Io ebbi il grande piacere di partecipare a quest'azione che fu nel 1932.
La stamperia che stampò questi opuscoli mise a nostra disposizione alcuni suoi operai, e nell'ufficio nostro a Milano si contavano gli opuscoli e si facevano dei pacchi che si spedivano in 15 città d'Italia, sino a Firenze.
I fratelli di Berna (ci si riferisce alla filiale Svizzera della W.T.S. diretta dall' Harbeck Christian Martin, nda) avevano organizzato bene il lavoro. In ogni città andò un fratello per ricevere quei pacchi. Come è stata fatta questa azione ve lo posso dire per mia esperienza, come segue: dopo aver aiutata a Milano fui mandata a Torino, lì il fratello Boss (con tutta probabilità Boss sarà l' Harbeck M.) mi aspettava. Mi aveva già trovata una stanza. In un magazzino erano accumulati 10.000 di questi opuscoli e mi disse di cercare delle giornalaie per distribuirle questi opuscoli nelle casa, così feci.
Il lavoro doveva essere fatto alla svelta. Il fratello se ne andò e mi lasciò fare da sola. Trovai dodici giornalaie e dissi che davo loro Lire 20 per quella giornata per distribuire questi opuscoli nelle case. Scelsi una a caso (la trovai già esperta) a lei avrei dato 30 Lire affinché guidasse bene la distribuzione. Scegliemmo quattro edicole della città come posto di ritrovo per venire a rifornirci di altri opuscoli per la distribuzione. Io presi un taxi che mi conduceva in questi posti durante la giornata. Il lavoro funzionava benissimo. In ogni ristorante ed ufficio, ovunque, sui tavoli deponevano questo opuscolo, anche nelle buche delle lettere. Verso mezzogiorno venne il padrone del locale a dirmi che all'indomani ci sarebbe stata la festa di S. Giuseppe e così avrebbe chiuso il locale. Ora che fare? Aspettare la festa, il prete avrebbe già fatto la sua parte in chiesa ed avrebbe fatto sequestrare la letteratura. Circa le tre del pomeriggio giunsero le donne una dopo l'altra, erano stanche e affamate e volevano andare a casa. Dissi che andavo a comperare una merenda a tutte ed anche io mi misi a mangiare con loro, poi dissi: “Se terminate il lavoro promesso entro stasera vi darò altre 10 lire in più di quanto vi ho promesso”. Così non sarebbero dovute venire un altro giorno. Erano d'accordo e dopo aver riposato un'oretta si misero di nuovo in marcia e sino alla sera avevano sgombrato il magazzino. In presenza dell'autista che mi aveva accompagnato tutto il giorno per rifornire le donne di letteratura, pagai tutte; apprezzarono l'aiuto materiale, come io ero soddisfatta del loro lavoro. Dopo che le donne se ne furono andate pagai il padrone del locale. Ora dovevo pagare l'autista e non mi restavano che 20 Lire nel portamonete.
Verso sera venne il fratello Boss dicendomi che era in pensiero per la festa dell'indomani. Io gli dissi che avevo combinato la cosa, ma che ero rimasta senza niente in tasca e che dovevo pagare anche la camera per tornare a casa. Il fratello esuberante dalla gioia mi promise di partire subito per Milano e mi avrebbe mandato i soldi. Ma l'autista non era contento e mi disse gentilmente:”Signorina sa che io non sono il padrone della macchina, ma al garagista devo portare i soldi o la persona”. Così andai con lui. Arrivati il padrone era nell'ufficio che leggeva l'opuscolo “Il Regno, la speranza del mondo” che aveva ricevuto poco prima. Gli spiegai il caso, ma lui mi disse che sarebbe stato costretto a mettermi sotto controllo della polizia. Gli dissi: “Stia tranquillo io le lascio il mio passaporto, così è sicuro che non scappo. Se in caso dovesse succedere nella notte qualche incidente, le do l'indirizzo di mio cognato che abita a Pinerolo, egli risponderebbe volentieri per me. Scrisse l'indirizzo e si accontentò. Andai poi all'albergo dove avevo la stanza. Ringraziai Iddio per il privilegio avuto in quella giornata, per la lode del Suo Santo nome. L'indomani non mi mossi dall'albergo, aspettavo i soldi per posta, ma invano. Domandai al portiere se non era ancora venuta la posta, disse che in giorno di festa non veniva, in caso urgente bisognava andare alla posta personalmente.
Così andai e domandai se erano arrivati i soldi a mio nome, risposero di si, volevano vedere il mio passaporto. Ma l'avevo depositato dal garagista, così vi andai e dissi: “Ieri avevo il passaporto ma non i soldi, oggi ho i soldi ma non il passaporto”. Ci siamo messi a ridere e poi mi ha accompagnato alla posta, così aggiustai anche questa pendenza e anche la stanza in albergo, quindi partii per Pinerolo dove ero atteso con ansia.
Due giorni dopo ricevetti da Milano un telegramma per recarmi a Novara dove in una certa edicola ci sarebbero state 5.000 copie dell'opuscolo da distribuire.
Subito alle cinque del mattino parti. Nel frattempo venne l'ordine dai fratelli a Milano che d'allora in poi ci si doveva recare alla questura per chiedere il permesso per distribuire gli opuscoli in città. Comprai una piantina della città e vidi che occorrevano cinque persone per compiere il lavoro in una giornata. Andai all'ufficio disoccupati. C'era una folla che stava attorno e davanti all'ufficio: Dovetti infilarmi in mezzo all'affollamento di uomini. Chiesi all'impiegato 5 uomini, due di questi in bicicletta e che tutti conoscessero bene la città e i dintorni, così fu fatto,con questi uomini organizzai subito il lavoro, si fecero prestare delle borse e di tanto in tanto venivano a prendere la letteratura. Il lavoro poteva essere terminato alle quattro circa. Poiché inondavano tutti gli alberghi e i ristoranti e così pure le buche delle lettere; avevo previsto di partire alle 17.30 per Milano. Alle 17.00 avevo dato appuntamento a questi uomini per pagarli. La stazione era di fronte. Alle 15.30 venne un vigile e mi chiese se ero io che facevo distribuire letteratura, dissi di si ed egli mi pregò di seguirlo in Questura.
Strada facendo gli diedi testimonianza. Egli mi disse di avere molta stima per quanto facevo e dicevo, ma che da Roma era vento l'ordine di sequestrare tutta la letteratura e che non capiva come una tale cosa si potesse proibire.
Arrivai in Questura, il capo… mi disse: “…Come si chiamano gli uomini che lei ha mandato a fare questa distribuzione?” io risposi che non lo sapevo; “E dove sono andati ora?” anche questo non lo so, da un momento all'altro finiranno il lavoro, dissi; “Ma allora bisogna andare in tutte le case a ritirarli” ma prima che lei abbia fatto ciò, gli abitanti della città avranno già letto questo opuscolo. Non sarebbe meglio far lavorare questa gente, invece di stare attorno a bestemmiare la loro miseria e disperazione? Oggi hanno guadagnato con il loro lavoro che ho dato loro e possono almeno saziare i loro bambini. Ma la cosa più importante è che lei come tutti gli abitanti di Novara hanno ricevuto questo messaggio di conforto morale e spirituale, la speranza di un Regno di giustizia e di pace. A queste parole mi disse: “Veramente ha ragione, quante cose debbo fare che non comprendo!”. Mi lascio poi andare gentilmente.
Presi il treno e arrivai a Milano dove avevano sequestrate 200.000 copie di questo opuscolo. Io parti nella notte per la Svizzera dove mio marito mi aspettava ansiosamente.
Questa attività fu così fulminea, improvvisa ed inaspettata, che nessuno fu arrestato. I giornali fascisti ed anche quelli clericali parlarono infuriati di “un'astuzia diabolica” dei Testimoni di Geova.
Poi cominciò l'intolleranza.
Tutta la letteratura che sequestravano andava a finire al macero o nelle cartiere, ove furono visti degli operai sottrarre le nostre pubblicazioni e leggerle avidamente di nascosto” (Bibl. Priv. E. Pace, in DS/Mem. scritta [1] Protti Adele in Brun, pag 10, 11, 12).
Contro questa distribuzione lampo, fulminea, nelle 15 città del nord Italia dell'opuscolo “Il Regno, speranza del Mondo” (molte copie d'esse vennero sequestrate a Milano come ricorda la Protti Adele ), tuonò proprio dalla città lombarda, avendo un eco anche nazionale, il giornale fondato da Benito Mussolini il 14 novembre 1914, Il Popolo d'Italia quotidiano rappresentativo delle direttive del Regime fascista e della volontà del Duce., diretto fino all'anno prima da suo fratello Arnaldo (morto a 46 anni nel dicembre 1931) il quale a volte firmava persino i testi che gli passava Benito, quando questi per ragioni politiche preferiva restare nell'ombra.
L'articolo pubblicato sull'edizione de Il Popolo d'Italia del 17 marzo 1932 era estremamente denigratorio, fortemente calunnioso e sprezzantemente irriguardoso nei confronti della fede dei Testimoni di Geova, come d'altronde ci si aspettava fosse sotto il Regime e purtroppo, anche spesso, lo sono ancora oggi quei commenti dati dai giornali di parte e di partito.
L'articolista, si firma FARINATA (?), e titolava in suo scritto: “IL REGNO DI GEOVA” dove accusava i Testimoni di Geova di propaganda,… specialmente giudaico e genericamente bolscevico,… distribuiscono il “Regno” e fanno anche qualche cosa d'altro di più grave. Non dovrebbe essere difficili individuarli e prenderli per il colletto questi signori distributori …, per dimostrare che almeno un paese nel quale non v'è impunità per del genere di birbanti, per quanto rincattucciati all'ombra e sotto la protezione del potentissimo Geova ; inoltre li si incriminava colpendo l'aspetto lato economico della distribuzione, circa l'uso dei finanziamenti per una simile propaganda che a parere del giornalista costa fior di milioni e che essa era sovvenzionata, secondo una sua personale maldicente deduzione, dalla stretta alleanza tra Geova e Dio, la Bibbia e l'alta Banca Giudaico Germano-americana. Ad un simile giornale non fu difficile solo alcuni anni dopo, dal 1933 in poi, accettare quello che fu definito la “logica dell'antisemitismo”.
Calunnie così amplificate e gratuite, non corrispondenti affatto al vero, ponevano seriamente in pericolo i Testimoni di Geova in un'Italia, dove legiferava un Governo dittatoriale e totalitario, il cui Capo l'ex giornalista-direttore de Il Popolo d'Italia, ancora assiduo suo lettore e tutore del suo ex giornale, poteva tosto e con relativa semplicità, trarre facili e inopportune negative conclusioni verso il gruppo religioso.
Comunque, attacchi ai Testimoni di Geova, per i loro fondi economici usati, non sarà prerogativa esclusiva dei giornali fascisti del 1932, in seguito, in tempi più vicini ai nostri, altri giornali di fede e colore politico differenti dal fascismo si sono sentiti in dovere di accusarli e metterli alla gogna, sul versante squisitamente finanziario. E' d'obbligo qui ripetere e stabilire chiarendo il fatto, che tutte le attività economiche promosse dai Testimoni di Geova, sin dalla loro nascita ad oggi 2005, si avvalgono esclusivamente di contribuzioni volontarie, dono fatto liberamente, sia da testimoni che da simpatizzanti la loro fede.
Chiarito la questione del problema finanziario e dell'alluso poi fattone, accusa mossa dall'illustre giornale già nel 1932, si ripropone ora per intero il denigratorio articolo che condensava tali ignobili dicerie :
IL REGNO DI GEOVA
E' un volumetto apocalittico con distribuzione clandestina a centinaia di migliaia di copie fatta con metodica assiduità.
I distributori, gente tenace e pratica del mestiere, sanno che, se non altro il mezzo può sortire ed aggravare il turbamento degli animi.
La pubblicazione fa parte dei libri del Giudice Rutherford, che raggiungono già 95.000.000 di esemplari in 35 lingue.
Alla diffusione lavora l'Associazione Internazionale Watch Tower, posto avanzato di sentinella con sede centrale a New York e rappresentanze nelle principali città del mondo, con precisi indirizzi tranne per Torino (qui l'articolista ci dà un'importante notizia almeno in positivo e cioè, che egli ben conoscendo che a Pinerolo(Torino) vi fosse una sede attesterà che esso NON compare l'indirizzo nell'opuscolo. Ciò ad evidenziare per lo studio che al momento della stampa dell'opuscolo si era già deciso per un'altra “nuova sede” ora a Milano,nda) .
Il Regno definito ora del Cristo, ora di Geova, ora di Dio è annunziato come unica sicura salvezza del mondo dall'attuale disordine.
“Entro brevissimo tempo, Geova Iddio distruggerà interamante l'organizzazione di Satana ivi compresa la cristianità, e tutte le nazioni che opprimono il popolo e diffamano il suo nome. E' ora di non credere più ne alle frasi del clero, ne ai governanti”. Sono inutili altre religioni.
Una tale complessa varia propaganda, oltre che mirare ad un fine specialmente giudaico e genericamente bolscevica costa fior di milioni.
Chi paga ? Soccorre, qui, indistruttibile una rievocazione storica. La prerivoluzione bolscevica ebbe come agenti preparatori il nipote di Marx, Trotycky, Lenin, ed altri minori i quali ricevevano i fondi incassabili via Jacob Sckiff, il grande banchiere della Zuhn Loch C°. vi è in proposito tutta una documentazione storica, dalle riunioni Kienthal e Zimmerwald sino alla distruzione dell'antica Russia, al trionfo del bolscevismo e alla nuova organizzazione rivoluzionistica bolscevica Russa nelle mani degli uomini di Jacob Sckiff quale come penso al mille per uno delle partecipazioni fatte ai capi bolscevichi i quali avevano tutti ed hanno ancora in ogni Nazione, larghi conti correnti segreti dalla Zuhn Loch C°., sulle attuali maggiori di Stolcomma e di Berlino.
Jacob Schiff è morto da un pezzo ma restano e funzionano le sue potenti banche e sopravvive, tutt'altro che debellate, il suo pratico patrimonio politico e la direzione spirituale degli affari del mondo spetta all' alta Banca.
Costa qualche milione ma rende moltissimo. Deduzione: la stretta alleanza tra Geova e Dio, la Bibbia e l'alta Banca Giudaico Germano-americana operò prima della guerra con gli stessi sistemi. Ripetè le operazioni nel 1917. Le ha ora in atto e in efficienza in tutta Europa, dove fiuta delle crisi, odor di perturbamenti, di guerre o rivoluzioni.
Nell'organizzazione e tale che nessuno se ne accorge, ha agenti ben incaricati, dappertutto, i quali curano i loro contatti equivoci per preparare gli eventuali ponti per far leva.
Per intanto distribuiscono il “Regno” e fanno anche qualche cosa d'altro di più grave. Non dovrebbe essre difficili individuarli e prenderli per il colletto questi signori distributori, magari soltanto per smascherare il loro trucco del Regno di Geova Iddio e anche per dimostrare che almeno un paese nel quale non v'è impunità per del genere di birbanti, per quanto rincattucciati all'ombra e sotto la protezione del potentissimo Geova.
Guardarsi dalle forze occulte: si equivalgono tutte e non sempre alleate.
FARINATA “
Le reazioni avute e quelle che si attendevano dalla lettura di questo articolo, soprattutto dopo il 17 marzo 1932 per la fulminea opera di distribuzione dell'opuscolo, ci furono, ed esse divennero pesanti e gravosi per i Testimoni di Geova.
Nel suo studio “I Testimoni di Geova Durante il Fascismo” Paolo Piccioli accenna all'intervento fatto dal Cardinale arcivescovo di Milano, Alfredo Ildefonso Schuster (1880-1954) e pubblicato il 19 marzo 1932 sul giornale cattolico di Milano “L'Italia” solo due giorni dopo l'articolo apparso su Il Popolo d'Italia, riguardante l' arbitrio e deleterio esercizio di “propaganda libraria dei Protestanti” che venivano oltremodo biasimati dall'illustre Cardinale fascista.
Q ui si vuol ricordare, a mò d'epitaffio ancora oggi, “l'illustre uomo” di chiesa che fu il Cardinale arcivescovo di Milano Alfredo Ildefonso Schuster per la sua intransigenza politica nell'adulare il Duce e il Fascismo e per non aver capito che il fascismo in Italia era una mostruosità mentre faceva le sue famose adulatrici conferenze sulla Mistica Fascistica (Il Ponte, G. Spini, 1953, pag 6), spellandosi le mani ad applaudire quell'Impero, di cui, nelle sue tante dichiarazioni fatte esaltava l'impresa Etiopica del 1935, come una specie di crociata cattolica (Il Ponte, Salvatorelli L., 1950, pag. 602). Il 12 maggio 1996, “l'illustre uomo di chiesa” fu proclamato beato da un processo di beatificazione iniziato nel 1957,… poveri santi!
L'intervento del 1932, del Cardinale Schuster (governò la diocesi di Milano dal 1929 al 1954) fu commentato anche dal Rutherford, presidente della W.T.S., in un suo discorso in tono inflessibilmente oggettivo quando disse: “Quando i Testimoni di Geova portarono, recentemente, in Italia il messaggio del Regno di Dio sotto forma stampata, il pontefice ed i suoi alleati politici troncarono la distribuzione di questo messaggio e sequestrarono e distrussero i libri che lo contenevano. (Scampo nel Regno, ed. W.T.S., ed. italiana, pag. 41)
Si infittirono così maggiormente, quei controlli intemperanti delle autorità contro i Testimoni di Geova.
La Protti Adele in Brun dirà ricordando in proposito: “ Il lavoro della testimonianza si fece… clandestinamente . Il fratello Cuminetti non potè più continuare l'opera…, egli comunque con molta prudenza e indomito coraggio che solo la fede può dare, perseverò nell'opera, mantenendo una corrispondenza, visitò nei giorni di festa i fratelli…, le sue lettere incoraggiarono i fratelli…, essi erano consci della loro posizione per cui rimasero compatti nella rivendicazione dell'eccelso nome di Dio, Geova” (Bibl. Priv. E. Pace, in DS/Mem. scritta [1] Protti Adele in Brun, pag. 13). I sporadici contatti epistolari, con altri fratelli nella nazione, vennero tenuti anche dal Paschetto Vittorio Giosuè (si veda ACS G 1 b. 313 in OVRA IV 21.11.1939), che coadiuvava spesso in tal senso il Cuminetti, alleggerendogli il lavoro.
La Pizzato Maria M., segretaria dell'Ufficio W.T.S. aperto a Milano, traccerà così i suoi ricordi del periodo:
“Appena fu messa in circolazione la nostra stampa, o meglio quella della “Watch Tower”, si verificò una pronta e vibrata reazione da parte dei preti i quali, dai pulpiti cominciarono a predicare al pubblico contro la stampa circolante, che veniva definita eretica e politicante, ammantata di un falso velo religioso, e tutti i fedeli furono messi in guardia affinché si astenessero dalla lettura di certi libri impuri e di intonazione antifascista. Il mio ufficio ebbe vita brevissima, iniziatosi, come ho detto ..., nel febbraio 1932, dovette cessare ed essere chiuso nel luglio delle stesso anno” (ACS G 1 b. 313 pagg. 5, 6 in interrogatorio Pizzato M.M.)
Prima di proseguire con le storia sulla breve esistenza e del lavoro esplicato nell'ufficio W.T.S. di Milano, un accenno ai vari tentativi operati verso le massime Istituzioni dello Stato e del Governo fascista, risultati poi inutili e del tutto vani, per cercare di ottenere una possibilità di “libera esistenza cultuale” anche per i Testimoni di Geova nella nazione, cercando per quanto possibile di fare rientrare il bando sulla stampa W.T.S..
L' INTERVENTO PRESSO IL GOVERNO
Dopo gli eventi negativi verificatosi nel marzo 1932, con i vari articolo pubblicati contro l'opera di evangelizzazione dei Testimoni di Geova, operata solo in 15 città del nord della nazione, si rese necessario e più che mai ì impellente, quell'intervento più volte invocato dal De Cecca stesso, da esercitarsi presso le massime Istituzioni dello Stato, se non addirittura verso il Capo del Governo, Benito Mussolini, per poter chiarire, se ve ne fosse stata la possibilità di farlo, la logica delle basi dottrinali proprie dei Testimoni di Geova in materia cultuale e religiosa.
Gia nel 1929 il responsabile del Dipartimento Italiano della W.T.S., dagli Usa, aveva ventilata la possibilità di un intervento per il dissequestro della rivista La Torre di Guardia quanto scrisse al Cuminetti: “… abbiamo piena fiducia che questo impedimento verrà rimosso, mediante qualche pratica che i nostri fratelli d'oltre Oceano faranno forse attraverso ambasciatori per far meglio conoscere chi sono gli studenti della Bibbia e qual è la loro missione “ insistendo ancora in tal senso nel 1930 quando scrisse di nuovo al al responsabile del Ramo italiano a Pinerolo : “ Ed ora fratello Cuminetti, non credete che sarebbe bene se i fratelli dell'ufficio di Zurigo potrebbero vedere presso il Governo Italiano mediante te, per la Torre di Guardia ?..., Si dovrebbe fare un tentativo presso il Governo, e vedere se ci lasciano passare la torre senza fermarla …, Perciò credo che sarebbe cosa buona che si interrogasse le autorità riguardo a questo periodico, La Torre di Guardia…, Potrai scrivere al fratello Harbeck spiegandogli la faccenda di questa Torre di Guardia, e di autorizzarti d'interrogare presso il governo italiano e vedere s'è possibile ottenere il consenso di far passare la Torre in Italia”. (ACS G 1 b. 5).
Come già rilevato in questo capitolo per gli anni trenta, il Cuminetti per varie ragioni esposte, non contattò le autorità italiane. A farlo nel 1932, fu il responsabile della filiale W.T.S. in Svizzera, Harbeck Christian Martin, che appositamente si recò più volte a Roma, da Berna, per cercare di ottenere incontri risolutivi.
Dalle notizie rintracciate nei documenti trovati, l' Harbeck si recò due volte a Roma, presso il Ministero degli Interni. La prima volta fu nel mese di maggio 1932, un successiva seconda volta fu nel mese di luglio 1932 (proprio in questo mese sarà definitivamente chiuso l'Ufficio W.T.S. di Milano).
Il suo interlocutore fu solo e sempre il Capo di Gabinetto del Ministero, Sua Eccellenza il Dottor IRAZI …(?) al quale scrisse ben due lettere. La prima è datata 23 maggio 1932 (di cui però non si è trovata traccia nei fondi esaminati nell'ACS, nda), mentre la seconda lettera è datata 6 agosto 1932 che in compendio ripropone di seguito e per intero, commentandone solo alla conclusione, i vari passaggi.
La lettera datata 6 agosto 1932, stilata su due facciate, in un' impeccabile veste sia per forma di concetti che per contenuto esposto, in modo chiaro e italianizzato, cercava di chiarire il problema creatosi ed esistente, e faceva altresì richieste particolari come di seguito esposte:
WATCH TOWER
BIBLE & TRACT SOCIETY
GENERAL OFFICES
117 ADAMS STRETT BROOKLYN – NEW YORK
CENTRAL EUROPEAN OFFICE
BERN, ALLMENDSTR. 39
TELEGRAM : WATCHTOWER BERN
THELEPHON : BOLLWER 4934
POSTCHECK : BERN III/3319
Berna 6 agosto 1932
A. S. E. Dr. Irazi
Capo di Gabinetto al Ministrero degli Interni RomaRiferendomi ai due colloqui personali avuti coll' E.V. in Maggio e in Luglio e alla mia lettera del 23 Maggio, mi permetto di rendere noto a V. E. ciò che segue, nella speranza che Ella, come da promessa fattami, vorra nel senso più benevolo, rispondermi tosto.
Una copia conforme dello Statuto della Watch Tower Bible and Tract Society, depositato in America, si trova tra l'incartamento dell'Ambasciata d'America in Roma e l'Ambasciatore potrà dare a V. E., e in qualsiasi momento, tutte le informazioni ch' Ella può desiderare.
La nostra Società desidera essere, sotto ogni rapporto, in armonia colle leggi del Paese nel quale esercita la sua attività e desidera soprattutto evitare la ripetizione degli avvenimenti successivi, cioè la confisca e la distruzione in gran parte, dei nostri opuscoli da parte della Polizia di Milano.
E' a conoscenza certo di E.V. che la nostra Società non ha nessun scopo politico, ma cerca semplicemente a estendere la Bibbia e altri libri religiosi, come fa in tutti i Paesi civili, tranne che in Russia.
La Società viene iscritta in Italia come società per la vendita dei libri e come “Società Biblica Britannica e Forestiera”.
Qualche libro e qualche scritto sono già stati inviati per la censura alle rispettive Autorità.
Ma desideriamo anche pubblicare ed estendere altri libri e altri scritti di nostra edizione, in lingua italiana.
Qualche edizione in detta lingua vien d'essere estesa all'estero.
Inviamo a S. E. per posta e sotto piego separato, qualche altro libro e La preghiamo d'aver bontà di sottometterli alla censura e di dirci il piu presto possibile se questi libri potrebbero essere diffusi in Italia.
Per finire ci permettiamo di ricordare a S.E. che qui si tratta dell'opera di Dio e non di propaganda umana. (non in rosso nel testo,nda)
Noi non cerchiamo di combattere alcuno, ma vogliamo soltanto giustificare il nome di Dio e di portare ai nostri fratelli il messaggio della Bibbia, che può essere utile e benedetto per il popolo italiano.
Colgo l'occasione per pregare S.E. di volermi accordare, come rappresentante della Società Biblica un'udienza presso il Capo del Governo, nel prossimo avvenire. (non in rosso nel testo,nda)
In considerazione degli avvenimenti per i quali la nostra Società ha subito conseguenze, mi permetto ancora una volta di pregare S.E. di accordarci questa richiesta, nel più breve tempo possibile.
Con rispettosi ossequiWatch Tower B. & T. Society
M. C. HarbeckP.S . Inviamo a S.E. in piego separato al di Lei esame le opere seguenti:
“Creazione”, “Vita”, “Riconciliazione”, “Gli ultimi giorni”, e “Delitti e Calamità”.” (ACS F 4 b. 105).
I passaggi più importanti della lettera, oltre all'accenno di tutta quella documentazione sullo Statuto della W.T.S. depositata presso l'Ambasciata Americana a Roma, verteva sul problema avvenuto a Milano, circa il sequestro dell'abbondante letteratura e di un mero diritto implicito di rivendicazione verso una presunta liceità organizzativa, da potersi ottenere per il gruppo religioso, diritto che esulava ogni forma politica sia per indirizzo dottrinale che per prerogativa stessa della W.T.S. nella nazione.
Nella missiva vi è notizia anche di una possibile ( tentata ) registrazione della Società ai soli fini “commerciali” quindi non in base alla Legge n. 1159 del 24.6.1929 sui Culti Ammessi, che in Italia avrebbe dovuto disciplinare la materia sui culti acattolici e che comunque i Testimoni di Geova avrebbero potuto farne formale richiesta (anche se poi sicuramente dal potere politico-clericale sicuramente veniva negato il riconoscimento). La scelta di registrarsi come semplice società commerciale dipendeva proprio dalla cultura dei Testimoni negli Usa, e dalla non conoscenza della Legge italiana, ciè principalmente dovuto al fatto che in quella nazione nei vari States per operare a livello di organizzazione religiosa e quindi avere un ente legale, bastava essere iscritti come Società in quanto non vi erano particolari leggi che disciplinassero i differenti culti. In Italia pero', le cose nel 1932 saranno completamente differenti.
Incomprensibile allo studio e perfino ambiguo appare la notizia data su: “…la Società viene iscritta in Italia come società per la vendita dei libri e come “Società Biblica Britannica e Forestiera”…” che certamente, per essere dall' Harbeck scritto con questo termine ben specifico ed inconfondibile, che poteva far pensare alla British and Foreing Bible Society (B.& F.B.S. – Società Biblica Britannica e Forestiera, costituita nel Regno Unito nel 1804 e presente in Italia dal 1812, diffondeva esclusivamente Bibbie [in lingua italiana soprattutto le versioni Diodati e Martini], per mezzo di colpoltori) doveva pur assumere un preciso significato operativo e uno scopo mirato.
C'è però da considerare storicamente che, nel corso degli anni, nacquero in Italia e in Europa, da parte di alcuni gruppi del protestantesimo, similari società di distribuzione di Bibbie, affini anche nel nome (oltre agli intenti) alla British and Foreing Bible Society, come avverrà nel 1820 tra i Valdesi con la nascita della Società Biblica Valdese, poi si ha notizia nel 1816 della Società Biblica Estera di Losanna (Svizzera), nel 1831 ci sarà una scissione dalla British and Foreing Bible Society e si creerà la Società Biblica Trinitaria Estera, ecc..
La Watch Tower Society nel 1932, era in modo speciale un' ente divulgativo di letteratura biblica. Essa era riconosciuta negli Usa dove aveva la sua sede principale, mentre in Europa, nella sola Gran Bretagna i Testimoni di Geova erano riconosciuti legalmente dall' I.B.S.A. (International Bible Students Association). Chiaramente nella richiesta d'iscrizione presentata in Italia “…come società per la vendita dei libri…” secondo quanto riferito dall' Harbeck, non sarà usata nessuna delle due sigle e nomi societari adottati dai Testimoni di Geova. Perché si volle optare nel solo uso di “Società Biblica Britannica e Forestiera” oggi non ci è dato sapere ed è oltremodo difficile anche ipotizzare. Con tutta probabilità non fu un'indicazione decisa a tavolino che partì dalla sede W.T.S. negli Usa. Mentre è più probabile, ed apre del tutto verosimile nella circostanza, è, che l'uso del nome riferito a tale ente (S.B.B.F.) non proprio ne prossimo ai testimoni, possa essere stato una iniziativa personale presa esclusivamente dall' Harbeck, in un momento, chiaramente, carico di forti tensioni persecutorie.
Sull' ipotesi innanzi data, approfondimenti maggiori non sono stati possibili fare, data la carenza di notizie e documenti in tal senso risolutivi.
Inoltre un interessante rilievo storico, particolarissimo, rivisitato oggi, per i gli eventi nel tempo succedutesi contro i Testimoni oggi, è l'affermazione data dall'Harbeck circa l'opera, quando coerentemente attestarà : “ci permettiamo di ricordare a S.E. che qui si tratta dell'opera di Dio e non di propaganda umana” ed è qui che il destinatario della lettera vorrà ironizzare malignando, tant’ è che di tutta la frase il lettore sottolinea con una grossa matita azzurra solamente le parole “opera di Dio” apponendo a margine d'essa due punti esclamativi e un interrogativo (!!?). Ciò a dimostrare ancora cosa il fascismo pensasse della vera fede cristiana.
L' Harbeck, richiamò l'attenzione del Dottor Irazi, sul fatto: “…di volermi accordare, come rappresentante della Società Biblica un'udienza presso il Capo del Governo, nel prossimo avvenire” e nella sua lettera sebbene in forma diversa, concludendo, riproporrà l'urgenza di un tale incontro esprimendo ancora la forte volontà: “…mi permetto ancora una volta di pregare S.E. di accordarci questa richiesta, nel più breve tempo possibile” quindi impellente restava una soluzione del problema per Testimoni di Geova in Italia.
Ma come era probabile, avvenne che l' Harbeck, non ottenne nel 1932, nè per gli anni a seguire, nessuna udienza presso S. E. Benito Mussolini.
Come ultima osservazione, certamente la più importante per la parte burocratica, è la nota che sulla prima pagina della lettera era stata apposta con un grosso timbro, forse dallo stesso Mussolini quando la missiva gli fu sottoposta, che stampigliava a caratteri cubitali la parola: CONFERIRE con accanto, scritto grande a mano con una grossa punta di una matita e sottolineata due volte, SENISE (su Senise Carmine si veda nel Compendio il Capitol VI, nda), mentre al margine sinistro il alto, scritto sempre a mano ma in forma lievemente più piccola A S.E. Bocchini .
C'è da supporre, come in effetti fù poi nella realtà, che la lettera non si fermò, come accadde più volte per L'Harbeck dal Capo di Gabinetto del Ministero degli Interni, essa di “giri per Roma”, tra il Viminale e Palazzo Venezia e poi nei vari uffici delle massime istituzioni del Ministero dell'Interno, ne fece davvero parecchio.
Tutto ciò che riguardò l'ultima decisione dei motivi esposti nella lettera, restò di competenza esclusiva del Capo del Governo (durante tutto il ventennio fu solo e soltanto Mussolini a decidere le sorti importanti o meno che implicavano il Governo) e il problema per il Duce era gìà risolto da tempo, anzi per S.E. Benito Mussolini esso non esisteva neanche.
Emise la sua sentenza, un provvedimento tutto negativo verso i Testimoni di Geova. Comunicò ai suoi dipendenti che la strada da seguire era colpire ancora più duramente proprio quella stampa W.T.S. dal Regime invisa, un presunto riconoscimento alla libera distribuzione d'essa non rientrava nella logica perseguita dal fascismo, quindi “un'ammissione” o un diritto di circolazione diveniva insostenibile per le istituzioni del Regime, le richieste, quelle dell' Harbeck esposte nella missiva, caddero nell'oblio, egli non vedrà finire a buon fine in Italia il suoi desiderio nel 1932 sperato.
La decisione di Mussolini fu riassunta ed espressa da un suo dipendente al Viminale, con questa breve ma significativa nota indirizzata al Ministero degli Esteri, che comunicava:
“Ministeri dell'Interno
Roma 10 settembre 1932
On. Ministero degli Esteri
Ufficio Stampa
RomaOggetto: M. C. Harbeck
Con riferimento a precorsa corrispondenza e, per ultimo, al telespresso al quale si risponde si comunica che questo Ministero non ritiene di consentire la diffusione nel Regno delle pubblicazioni edite a cura della Watch Tower Bible et Tract Society che sono state trasmesse per l'esame dal Sig. M.C. Harbeck, nella sua qualità di rappresentante per l'Europa Centrale della detta associazione internazionale.
Pel Ministro” (ACS F 4 b. 105).
L' Harbeck, aveva inviato separatamente, della stampa al Ministero dell'Interno, come la lettera indirizzata al Dottor Irazi, comunicava. La stampa W.T.S. che egli trasmise però, stranamente, non era in lingua italiana
(forse non ancora tradotti e dei quali se ne aspettava l'autorizzazione), ma scritti soltanto in tedesco, ed erano questi quattro opuscoli: “KRIEG ? ODER FRIEDE” “WO SIND DIE TOTEN”, “DIE LETZETEN TAGE”, “WOHLAHRT SICHER”.
Oltre alla nota che Ministero degli Interni aveva inviato al dicastero degli Esteri, si ebbe cura nello stesso giorno, il 10 settembre 1932, di stilarne un'altra, sempre da parte del Ministero dell'Interni a firmata di Senise Carmine (vice di Bocchini Arturo) e indirizzata ad una lunga lista di destinatari, appunto per vietare la circolazione, qualora ce ne fosse stata, della stampa (opuscoli) in lingua tedesca inviate dall'Harbeck a Roma. La nota riproposta era così stilata:
“Ministero dell'Interno
Addì 10 settembre 1932 Anno X
Alle LL. EE. i Prefetti del Regno
Al Signor Questore di Roma
e per conoscenza:
On. Ministero degli Affari Esteri - Ufficio Stampa
On. Ministero delle Finanze - Direzione Generale delle Dogane
On. Ministero delle Comunicazioni - Direzione Generale delle Poste
On. Comando Generale dell'Arma dei CC.RR.
On Divisione Pol. Di Frontiera e TrasportiSi pregano le EE.LL. di voler disporre, di accordo con la Direzione Provinciale delle Poste, che sia vietata l'introduzione e la circolazione nel Regno, dei seguenti opuscoli di propaganda religiosa protestante, editi dalla Watch Tower Bible et Tract Society di New York:
KRIEG ? ODER FRIEDE
WO SIND DIE TOTEN
DIE LETZETEN TAGE
WOHLAHRT SICHER
Analogo provvedimento dovrà essere adottato per la traduzione italiana dei detti opuscoli.Le pubblicazioni, che saranno eventualmente sequestrate, dovranno essere custodite presso le Questure in attesa di ulteriori disposizioni ministeriali.
Pel Ministro. F.to Senise” (ACS F 4 b. 105).
A partire dal 1932, tutta quella stampa della W.T.S. in lingua italiana, che circolerà nella nazione e sarà in realtà pochina, sarà esclusivamente letteratura introdotta clandestinamente da alcuni Testimoni di Geova del nord Italia, residenti in zone di confine, i quali a loro volta si interessavano di divulgarla poi ai confratelli sparsi nella penisola.
LA CHIUSURA DELL'UFFICIO W.T.S. a Milano
L'ultimo intervento, in ordine di tempo dell' Harbeck presso il Ministero dell'Interno, fu il 6 agosto 1932, solo pochissimo tempo dopo che l'Ufficio W.T.S. fu chiuso su ordinanza del Prefetto e dietro pressioni e su richiesta dell' intollerante clero locale.
Per tracciare un sintetico quadro della breve vita dell'Ufficio e di ciò che lo portò alla chiusura, bisogna riconsiderare le informazioni che ci ha lasciate suo malgrado, la sua ex segretaria, ora disoccupata, Pizzato Maria Maddalena, quanto ricorderà:
“Il mio ufficio ebbe una vita brevissima, iniziatosi come ho detto innanzi nel febbraio 1932 dovette cessare nel luglio dello stesso anno. Infatti la locale Questura nel luglio 1932, mi notificò un decreto della R. Prefettura di Milano con la quale si ordinava la chiusura della filiale della Watch Tower e la cessazione della propaganda libraria ritenuta e definita incompatibile colle direttive del Governo Fascista e contraria ai principi della Chiesa Cattolica.
Infatti mi erano note le potenti pressioni esercitate dalla Curia locale verso gli organi del regime perché fosse fatta cessare la produzione della distribuzione delle predette stampe. Ricordo, che in quell'epoca il Popolo d'Italia, pubblicò un'articolo violento contro i nostri metodi di propaganda e contro l'essenza del contenuto dei nostri libri in circolazione.
Chiusosi il mio ufficio, una parte dei libri in deposito furono sequestrati dall'Autorità locale, una parte fu rimessa alla casa madre di Berna, mentre i libri i libri a suo tempo spediteci da Pinerolo furono a quella sede restituiti.” (ACS G 1 b.313, in Interrogatorio Pizzato M.M., pag. 5).
Così dopo l'apertura dell' Ufficio, le pressioni esercitate verso di esso da vari poteri le richieste rivolte alle massime autorità istituzionali per vedersi riconoscersi qualcosa, che appariva ed infine si rivelò essere impossibile ottenere, dopo tante iniziative prese, tutto si risolse definitivamente nella legittima? chiusura sia dell'ufficio e nella non liceità riconosciuta per un possibile stabilimento dell'opera dei Testimoni di Geova.
ELENCO DELLA STAMPA W.T.S MESSA AL BANDO NELLA NAZIONE DAL 1928 AL 1932
Il 24 giugno 1928, Cuminetti Remigio fu diffidato dalla Prefettura di Torino, ad “…astenersi di vendere gli opuscoli dell' Associazione Studenti Biblici…”. Solo pochi mesi dopo, a far data dal 20 novembre 1928, con un atto dovuto il Ministero dell'Interno emanò la circolare numero 441/0251165 che dava disposizione per il sequestro della rivista La Torre di Guardia, inserita al n° 32 dell'elenco delle pubblicazioni sovversive ritenute tale dal Regime. La circolare fu diramata a tutte le Prefetture del Regno e il 25 novembre 1928 si aprì l'autodafè alla rivista rappresentativa dei Testimoni di Geova.
Nel corso degli anni 1929 al 1930 varie furono i sequestri tutti operati da hoc dalle varie Prefetture del Regno. Solo dal 1931 però, si senti il bisogno da Parte del Ministero dell'Interno, di censire quella stampa che veniva posta al sequestro continuativo per mezzo di tutta una serie di circolari emanate.
Mentre prima del 1931 la repressione della stampa era fatta su richiesta delle varie Prefetture del Regno, al Ministero dell'Interno, a partire da quest'anno, ogni indicazione delle autorità periferiche dello Stato erano fatte proprie dal Ministero degli Interni che opportunamente poneva all'indice la stampa, facendola puntualmente sequestrare.
Così in base alla lista delle pubblicazioni messe al bando, è stato possibile riproporre l'elenco e le rispettive circolari adottate dal dicastero degli Interni per promuoverne il ritiro continuativo sull'intero territorio nazionale.
1928 - La Torre di Guardia circolare n. 441/0251165 del 20.11.1928
1931 - 'Oppressione quando cesserà' circolare n. 2270 del 25.01.1931
1931 - Giudizio dei Giudici circolare n. 8172 del 21.03.1931
1931 - Delitti e Calamità, la Causa e il Rimedio circolare n. 10336 del 10.04.1931
1931 - Conforto per il Popolo circolare n. 13618 del 05.06.1931
1931 - Conforto per il Popolo circolare n. 20777 del 19.07.1931
1932 - Dove sono i morti - Gli ultimi giorni - Prosperità futura - Guerra o Pace circolare n. 22061 del 10.09.1932
L'elenco negli anni si allungherà e di molto sul sequestro di tutta quella stampa in uso dei Testimoni di Geova. Sull' argomento a suo tempo si tornerà a scrivere nel Compendio.
I RIENTRI
FERRI T. BARTOLOMEO (1887-1964) Nel 1932 rientra dall'Australia dove era emigrato per motivi di lavoro in Italia Ferri T. Bartolomeo, tornando a risiedere nel suo paese di Piazza al Serchio.
Il Ferri conobbe nel 1930 gli allora Studenti Biblici nel continente australiano, mentre era intento al suo lavoro presso una miniera. Una donna Testimone che andava in giro a vendere libri fu a trasmettergli le nozioni religiose della dottrina cristiana.
Da una nota stilata dall' OVRA VIII di Firenze datata 23 novembre 1939, si sa ciò dopo il suo rientro in Italia:
“Rimpatriato nel marzo del 1932, dopo qualche mese richiese ad un indirizzo di Berna (la notizia qui fornitaci dalla nota dagli agenti dell'OVRA dell'ottava zona, ci conferma il particolare già citato, cioè che sulle pubblicazioni edite dopo l'anno 1929, ma gia a partire da alcune nel 1928, dalla W.T.S. in italiano, non compare più l'indirizzo del Ramo Italiano, dove il referente era Cuminetti Remigio, ecco quindi qui che il Ferri si metterà in contatto con Berna, nda) una copia saggio del periodico di propaganda la “Torre di Guardia”. Da allora ha sempre ricevuto detto periodico che gli veniva spedito senza pagare il costo dell'abbonamento avendo il Ferri fatto presente che non poteva…” (ACS G 1 b. 313)
Ma poca la stampa che il Ferri possedeva e che gli venne sequestrata non si limitava alle sole Torre di Guardia, egli conservava ancora altre pubblicazioni e alcune lettere dei confratelli. Ecco di seguito la lista fatta dalla P.S.:
“ 1) N° 14 numeri del periodico di propaganda La Torre di Guardia;
2) N° 3 libri intitolati rispettivamente : Governo, Inferno e Liberazione, editori “Società Internazionale Studenti Biblici – Brooklyn;
3) una lettera circolare, proveniente da Milano, con alligato l'indirizzo di tal MARIA PIZZATI – via V. Monti N° 28, Milano;
4) n° 2 cartoline postali provenienti da Berna, rispettivamente nel 1932 e 1935;
5) Un foglietto di carta con scritta “Preghiera di scrivere alla Sig.na ALICE- Birkenweg 23 Berna (Svizzera), se hai ricevuto la T.G. 17.10.1939”. (ACS G 1 b. 313)
Il rapporto stilato dall'OVRA VIII, fu per certi versi estremamente favorevole al Ferri, che per tale ragione non venne perseguito in quello che fu la grande retata, la caccia al Testimone di Geova, nel 1939.
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