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Testimonianze |
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INDICE:
Rhoden E. Cardiff, deportato politico a Dachau e Buchenwald. |
Maria Hauswirth, deportata politica a Ravensbrück. |
Anonimo, deportato politico Sachsenburg. |
Raya Kagan, deportata politica ebrea ad Auschwitz. |
Anonimo, ebreo deportato a Buchenwald. |
Erich Friedlander, ebreo ricercato. |
Inge Deutschkron, ebrea ricercata. |
Ilse Rolfe, deportata politica a Moringen. |
Albert Schmidt, deportato politico a Sachsenhausen. |
Genevieve De Gaulle, deportata politica a Ravensbrück. |
Aldo Bizzarri, deportato politico a Mauthausen. |
Anna Pawelczynska, sopravvissuta ad Auschwitz |
Tibor Wohl - deportato ebreo ad Auschwitz |
Rudolf Höss - Ex-comandante nazista ad Auschwitz |
Paolo Soldano - Presidente della Associazione Ex Internati, sezione di Racconigi (Cuneo) |
Eric Johe - Storia di un bambino sopravvissuto. Mirror Locale | Max Liebster : Storia di un ebreo sopravvissuto . Mirror Locale | Dorota Wind - deportata ebreo polacca . |
Wernet Fett - deportata tedesca. |
Durante gli incontri sulla persecuzione nazista dei testimoni di Geova, sindaci, assessori, giornalisti, storici, politici, docenti universitari, associazioni di ex deportati e associazioni culturali, hanno espresso commenti significativi su questo aspetto poco conosciuto dell’Olocausto. E' possibile leggere tali dichiarazioni .
Rhoden E. Cardiff, deportato politico a Dachau e Buchenwald.
. . . Alla compagnia disciplinare
appartenevano persone imprigionate per reati contro lamministrazione
del lager e i Bibelforscher, membri di unorganizzazione
religiosa. Gia in "GERMANY n.II" è stato riferito del loro
pacifismo e del loro coraggio. Essi erano rinchiusi in due
baracche circondate da filo spinato, non dovevano parlare con
nessuno dei prigionieri, dovevano lavorare anche dopo il normale
orario di lavoro fino alle 8, il sabato sera e la domenica
mattina. O dovevano lavorare o dovevano partecipare agli esercizi
(e il lavoro era perfino preferibile a questi ultimi).
Essi non indossavano le normali uniformi dei prigionieri ma erano
costretti a portare uniformi vecchie di 50 anni, giacche color
verde o marrone da frack come le portavano i carabinieri bavaresi
ai tempi del re, oppure giacche rosse e blu come le portavano i
postini del tempo passato, insieme a pantaloni da cavaliere.
Avevano laspetto di caricature, se non fosse stato per i
loro visi tormentati e le figure dimagrite. Per ulteriore "punizione"
non dovevano né scrivere né ricevere lettere e non potevano
comprare nulla allo spaccio. . . .
Testimonianza P III 51, Archivio Centro Documentazione
Bibelforscher.
Maria
Hauswirth,
deportata politica a Ravensbrück.
. . . Ho saputo che una
Bibelforscherin fu rinchiusa nel blocco 9, dove furono tutti
lasciati morire di fame. Unaltra Bibelforscherin ricevette
150 colpi di bastone e cadde morta dallecùleo. . .[Antico strumento di tortura, corrispondente al cavalletto, sul quale la vittima veniva a forza tratta in opposte direzioni].
Testimonianza P III 948, Archivio Centro Documentazione
Bibelforscher.
Anonimo, deportato politico
Sachsenburg.
. . . I successivi due internati ad
essere picchiati erano Bibelforscher i quali oggi sono chiamati
Testimoni di Geova. Il loro "delitto" consisteva nel
rifiuto di usare, per motivi religiosi, il saluto "Heil
Hitler". La loro convinzione è che esiste un solo Dio,
Geova, e che solo a lui, e a nessun altro potente, nemmeno a
Hitler, spetta il nostro saluto.
Il primo Bibelforscher sopravvisse alla procedura in modo
dignitoso, ma il secondo gridava terribilmente. Con una voce che
faceva tremare tutti i detenuti gridava: "Geova aiutami!
Geova abbi misericordia di me! Liberami da questi dolori, non
posso sopportarli, salvami Geova, aiutami!". Le sue urla
divennero alla fine un flebile sospiro e un rantolo inarticolato.
. . . La preghiera a Geova fatta dal Bibelforscher nella sua
angoscia mortale divenne motivo di scherno sarcastico per le SS.
Nei giorni seguenti le guardie si salutavano con "Heil
Jehova" al posto di "Heil Hitler". A partire dall8
maggio le cerimonie delle bastonate divennero allordine del
giorno a Sachsenburg; ogni settimana ne avvenivano 2 o 3. E dal
novembre del 1935 il detenuto non dovette più contare le
bastonate bensì cantare linno tedesco.
. . . Una tale cerimonia di bastonate ebbe luogo il 12 settembre
1935 e fra i cinque internati vi era anche un bibelforscher trattato in
maniera particolarmente crudele dal comandante del campo in
persona, Schmidt. Dopo aver ricevuto 18 colpi, il bibelforscher
gemeva dal dolore e il comandante gridava: "Maiale maledetto,
chiedi al tuo Geova di aiutarti! Perchè non ti aiuta? Chiedigli
di distruggerci affinché sia tu a maltrattarci!" Il
bibelforscher svenne per i colpi, ma ricevette lo stesso altri 7
colpi. Dopo di che cadde dallecùleo senza vita. Schmidt,
ancora rosso dalla rabbia, urlava: "Il maiale fa solo finta!
Marsc. Alzati! Mi vuoi prendere in giro?" E poi cominciò a
calpestare il cadavere. "Via!", comandava, "versategli
dellacqua in testa in modo che possa prendere altri 25
colpi". Le SS presero dei secchi dacqua e li versarono
sul morto. Il medico del lager, il dott. Gebhardt, comandò:
"Portatelo via, marsc, nel bunker! Questo mascalzone finge
soltanto". Due capi delle SS lo alzarono e lo trascinarono
come un animale attraverso la piazza. . . .
Testimonianza P III 569, Archivio Centro Documentazione
Bibelforscher.
Raya
Kagan,
deportata politica ebrea ad Auschwitz.
. . . Un ufficiale delle SS di nome
Muller era comandante del lager femminile di Auschwitz quando,
nel 1942, lavoravo nellufficio. Non sono a conoscenza dei
suoi dati personali. Nel luglio 42 ho assistito a un
appello durante il quale Muller fece condurre le Bibelforscher.
Si trattava quasi esclusivamente di donne anziane. Muller
urlava e le picchiava indiscriminatamente (erano circa 10 donne) finché crollarono. Una volta a terra le prese a calci. Devo dire
che queste donne erano esclusivamente Bibelforscherinnen tedesche.
Non so dire se siano morte a seguito di questi maltrattamenti. Ma
so che furono ridotte in condizioni talmente disperate che non
credo siano vissute a lungo. . . .
Testimonianza P III 1174, Archivio Centro Documentazione
Bibelforscher.
Anonimo, ebreo deportato a Buchenwald.
. . . Gli Studenti Biblici -
appartenenti alla setta così conosciuta - rifiutavano il saluto a
Hitler per motivi religiosi e sarebbero potuti ritornare subito
in libertà se avessero firmato che non credevano più in
Geova, cosa che rifiutarono categoricamente. I
Bibelforscher del campo di concentramento si prendevano spesso
cura degli ebrei ai quali davano la propria razione di pane. . .
Testimonianza P III 654, Archivio Centro Documentazione
Bibelforscher.
Erich
Friedlander,
ebreo ricercato.
. . . Ad un tratto la porta si aprì
e la signora Rosa, laffittacamere, mi vide accidentalmente.
Quindi disse: Non abbiate paura che vi denunci, state calmi.
Io simpatizzo con i Bibelforscher e lo riterrei un peccato recare
danno a un ebreo. Da quel momento questa donna fu sempre
pronta ad aiutarci. . .
Testimonianza P III 1097, Archivio Centro Documentazione
Bibelforscher.
Inge
Deutschkron,
ebrea ricercata.
. . . Facemmo amicizia con la
famiglia Gunz che erano Bibelforscher. Essi gestivano una piccola
lavanderia e, segretamente, lavavano per gli ebrei. Odiavano
Hitler e quando seppero che mia madre non solo era socialista ma
nativa della Pomerania la loro disponibilità divenne senza fine.
Questi amici, avendo una camera libera, ci invitarono ad andare
da loro. . .
Testimonianza P III 192, Archivio Centro Documentazione
Bibelforscher.
Ilse
Rolfe,
deportata politica a Moringen.
. . . Nel frattempo erano arrivate
molte altre prigioniere, fra le quali circa 500 Bibelforscher. Al
95% si trattava di donne semplici, mogli di pescatori e contadini,
che non avevano letto altro che la Bibbia. Erano persone molto
semplici; avrebbero potuto tornare a casa se avessero firmato un
modulo nel quale si sosteneva che la loro dottrina era falsa e
che la salvezza veniva da Hitler. Ma esse rifiutarono. Parlavano
coraggiosamente col comandante del campo definendo Hitler lAnticristo
e lalleato del Diavolo. Vennero tolte loro le Bibbie, ma la
conoscevano a memoria e la citavano aiutandosi lun laltra
se non ricordavano tutto il versetto. Dovevano lavorare molto
duramente nei campi, ma non vennero né tormentate né picchiate. . . .
Testimonianza P III 154, Archivio Centro Documentazione
Bibelforscher.
Albert
Schmidt,
deportato politico a Sachsenhausen.
. . . Una volta sono stato testimone
della fucilazione di un Bibelforscher.
Testimonianza P III 1067, Archivio Centro Documentazione
Bibelforscher.
Genevieve
De Gaulle, deportata politica a Ravensbrück.
Signori, sono felice di potervi dare la mia
testimonianza riguardo alle studentesse della Bibbia (Bibelforscherinnen)
che ho incontrato al campo di Ravensbrück.
In effetti, provo vera ammirazione per loro. Erano di diverse
nazionalità: tedesche, polacche, russe o ceche e hanno
sopportato terribili sofferenze per le loro convinzioni.
Gli arresti avvenivano da dieci anni e gran parte di coloro che
erano state mandate al campo a quel tempo erano morte per i
cattivi trattamenti che avevano subito o erano state giustiziate.
Ho conosciuto comunque alcune sopravvissute di questepoca e
altre prigioniere arrivate più recentemente. Mostrarono tutte
grandissimo coraggio e con il loro comportamento si guadagnarono
infine anche il rispetto delle SS. Avrebbero potuto essere
liberate immediatamente se avessero rinnegato la loro fede. Ma,
al contrario, continuarono a resistere, riuscendo perfino a
introdurre nel campo libri e volantini che hanno significato limpiccagione
per diverse di loro.
Nel mio blocco ho conosciuto abbastanza bene tre studentesse
della Bibbia di nazionalità ceca. In segno di protesta, è loro
capitato più volte, con altre correligionarie di rifiutare di
andare agli appelli. Io stessa ho assistito a delle scene tanto
penose in cui le ho viste picchiate e morse dai cani senza che
esse rinunciassero alle loro decisioni.
Inoltre, restando fedeli alle loro credenze, la maggioranza di
loro ha sempre rifiutato di prendere parte a dei lavori con scopi
militari cosa che ha loro significato cattivi trattamenti e
perfino la morte.
Lettera inviata all'Ufficio della
Watch Tower.
Aldo
Bizzarri
, deportato politico a Mauthausen
. . .Nel marzo del '39 arrivarono i primi esemplari di un'altra
categoria, che ebbe un triangolo nero: erano gli asociali. . . Alla
fine dello stesso anno arrivarono i Bibelforschrifte [i Testimoni
di Geova] . . . contro la guerra e la violenza, ai quali fu dato un
triangolo viola, e gli omosessuali che ebbero un triangolo rosa. . .
Testimonianza pubblicata nel sito della provincia di Asti.
Anna
Pawelczynska,
sociologa polacca sopravvissuta ad Auschwitz,
"Raffrontato all'immensa comunità di Auschwitz, i testimoni di Geova formavano solo un piccolo gruppetto poco appariscente . . . Ciò nondimeno, il colore [viola] del loro distintivo triangolare spiccava così nettamente nel campo che il piccolo numero non rispecchia la forza effettiva di quel gruppo.
Questo gruppo di detenuti
costituiva una salda forza ideologica ed essi vinsero la loro
battaglia contro il nazismo. Il gruppo tedesco della setta era
stato una minuscola isola d'instancabile resistenza in seno a una
nazione terrorizzata, e continuarono ad avere quello stesso
spirito impavido nel campo di Auschwitz. Essi riuscirono a
guadagnarsi il rispetto dei compagni di prigionia . . . dei kapò,
e persino degli ufficiali delle SS. Tutti sapevano che nessun 'Bibelforscher'
[testimone di Geova] avrebbe ubbidito a un ordine contrario alla
sua fede e alle sue convinzioni religiose o compiuto alcuna azione contro qualche altra persona, anche se quella persona fosse stata un assassino o un ufficiale delle SS. D'altra parte egli avrebbe svolto qualsiasi altro compito, anche il più umiliante, secondo il meglio delle sue capacità, se per lui era moralmente neutrale. I detenuti politici lottavano attivamente nel campo, organizzando la resistenza e combattendo per la sopravvivenza dei compagni di prigionia. I testimoni di Geova impegnavano una resistenza passiva per la loro fede, che si opponeva a ogni guerra e violenza".
Tratto dal suo libro "Values and Violence in Auschwitz" (E' possibile richiederlo qui)
'
Tibor
Wohl - Deportato ebreo ad Auschwitz
Tibor Wohl narra una conversazione
fra due prigionieri che gli era capitato di udire. Uno, un
austriaco, si definiva non credente. Tuttavia lodava
i prigionieri che portavano il triangolo viola, gli Studenti
Biblici, come venivano chiamati nel campo i testimoni di Geova.
Non vanno in guerra, diceva laustriaco al suo
compagno. Preferiscono farsi uccidere piuttosto che
uccidere qualcuno. Secondo me è così che dovrebbero comportarsi
i veri cristiani. Voglio raccontarti una bella esperienza che ho
avuto con loro. Eravamo insieme con ebrei e Studenti Biblici in
un blocco del campo di Stutthof. A quel tempo gli Studenti
Biblici erano costretti a fare lavori pesanti allaperto col
freddo gelido. Nessuno riusciva a capire come potessero resistere.
Essi dicevano che Geova dava loro la forza. Patendo la fame,
avevano disperato bisogno del loro pane. Ma cosa facevano?
Raccoglievano tutto il pane che avevano, ne prendevano metà e laltra
metà la davano ai loro fratelli, i loro fratelli in fede, che
arrivavano stremati da altri campi. Davano loro il benvenuto e li
baciavano. Prima di mangiare pregavano, dopo di che avevano il
viso raggiante di felicità. Dicevano che ora nessuno più era
affamato. Così pensai fra me: Questi sono veri cristiani ’.
Era così che me li ero sempre immaginati. Come sarebbe stato
bello dare un simile benvenuto ai nostri compagni affamati qui ad
Auschwitz!
Tratto dal suo libro "Arbeit macht totEine Jugend
in Auschwitz (Il lavoro uccide Gioventù ad Auschwitz)",
Tibor Wohl 1990
Rudolf Höss Ex comandante del campo di Aushwitz
Nella sua autobiografia, "Comandante ad Auschwitz", Rudolf Höss parla dell'esecuzione di alcuni Testimoni che si erano rifiutati di violare la neutralità cristiana e dice: "Così immaginai dovessero essere i primi martiri cristiani, condotti nell'arena per essere dilaniati dalle belve. Andarono dunque alla morte coi visi illuminati, gli occhi rivolti al cielo e le mani congiunte nella preghiera e levate in su. Tutti coloro che assistettero alla loro morte ne furono turbati, perfino il plotone d'esecuzione". -
Tratto dal libro "Comandante
ad Aushwitz" trad. di G. Panzieri Saija, Einaudi, Torino,
1985, pagina 70.
Paolo Soldano
Presidente della Associazione Ex Internati, sezione di Racconigi
(Cuneo)
Vedi testimonianza di Paolo Soldano
Visita
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