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Testimoni di Geova
Vittime Dimenticate?

dr. Sybil Milton

Classe 1941. Studia nelle Università della Columbia e di Stanford  (Laurea in Storia contemporanea 1971), insegna all’università di Stanford e Columbia, all’Università del Maryland e al Macquarie University di Sidney (Australia). 
1974-84 direttrice dell’archivio del Leo Baek Institut di N.Y.; 1987-97 Massima esperta storica dello Holocaust-Museum in Washington. Co-editrice dell’Annuale “Simon Wiesenthal” (vol. 1-7, 1984-90) e delle documentazioni “Archives of the Holocaust” (26 volumi, 1990-95). A partire dall’ aprile 1997 Vice-presidentessa della Commissione Indipendente “Schweiz- zweiter Weltkrieg”.


dr. Sybil Milton


    Innanzitutto vorrei spiegare perché questo tema mi interessa.

    Sono specializzata in Storia contemporanea; nell’ultimo decennio mi sono occupata sul tema “Donne nei campi di concentramento” e ho presentato un lavoro sulle condizioni dei Testimoni di Geova di sesso femminile imprigionati. 1In seguito, in qualità di massima specialista dell’Holocaust Memorial Museum, ho pubblicato diversi documenti sulla persecuzione di singoli testimoni. 2

    Volendo completare la mostra permanente del Museo con documentazioni riguardo all’ambiente storico e sociale intorno ai Testimoni di Geova tra il 1933 e il 1945 ci siamo procurati fotografie di singoli prigionieri scattate dalla Gestapo, volantini e riviste illegali, carteggio personale proveniente da diversi campi di concentramento, moduli dell’amministrazione dei campi che interdivano di ricevere posta diretta ai Testimoni di Geova , lettere private censurate, e l’uniforme caratteristica con il triangolo viola e i numeri provenienti da Ravensbrück, Sachsenhausen e Wewelsburg. Nonostante il numeroso materiale raccolto, anche la Mostra di Washington rimase incompleta per quanto riguardo la sorte dei Testimoni di Geova .

    Recentemente ho verificato i rapporti di corrispondenti della stampa tedesca e straniera sui campi di concentramento negli anni '30, incluse le riviste americane, svizzere e francesi dei Testimoni di Geova . Inoltre mi sono occupata di facsimili di documenti storici sempre attinenti ai Testimoni di Geova , provenienti da archivi tedeschi e austriaci .3 Anche se ho pubblicato molto materiale riguardante la persecuzione di minoranze nel tempo del nazismo, non posso dire di essere specializzata nella storia delle persecuzioni dei Testimoni di Geova .

    Fino a poco tempo fa il ruolo dei Testimoni di Geova come “Vittime dimenticate” dell’Olocausto è stato trascurato e la loro sorte è stata rappresentata solo marginalmente nei monumenti alla memoria dei campi di concentramento. In quelli più grandi (Dachau, Buchenwald, Neuengamme, Ravensbrück, Mauthausen e Auschwitz) la documentazione è scarsa e frammentaria. Nei Musei più piccoli (come Düsseldorf, Köln e Wewelsburg) la sorte di questo gruppo è documentata meglio.

    La complessità della vita nei campi si deduce dalle baracche rimaste, dai crematori e dagli uffici, dai cimiteri e dalle cappelle cattoliche e protestanti. Dei Testimoni di Geova si parla raramente. La mancanza dei Testimoni di Geova nelle esposizioni con il tema ‘genocidio e terrore nazista’ non ci deve sorprendere, perché essi non fanno parte né dei perseguitati politici né di quelli perseguitati per l’appartenenza a una razza. Fino ad oggi sia in Germania e sia in Austria la legge per il risarcimento giuridico dovuto alle vittime dei nazisti non si applica ai Testimoni di Geova nel loro ruolo di obiettori di coscienza .*

    Naturalmente si pone la domanda per quale ragione la sorte dei Testimoni di Geova sia stata finora trascurato. Esistono diverse ragioni per questo fatto.

    Prima di tutto consideriamo l’intolleranza e il disinteresse della società tedesca, austriaca ed europea. La storia dei campi di concentramento si occupa soprattutto di detenuti politici. Anche se altri gruppi, tra cui anche i Testimoni di Geova , sono stati menzionati, la ricerca si concentrava sui detenuti politici. Questo è comprensibile. I politici erano il gruppo più numeroso, e furono loro che presero in mano la situazione dopo la liberazione. La differenza basilare tra perseguitati per ragioni politici e quelli per ragioni razziali è ormai ben nota. Gli appartenenti a una certa razza sono finiti nella macchina della distruzione come famiglia, come comprova la storia dei campi di sterminio. La comunità cristiana dei Testimoni di Geova , inflessibile nella loro resistenza verso il regime nazionalsocialista, è stato denominato con il termine negativo di “setta”. 4 Anche se questo termine è stato coniato dai nazisti, continua ad essere applicato fino ad oggi in senso negativo e rafforza i pregiudizi ancora esistenti.

    In secondo luogo riflettiamo sul modo di gestire i memoriali dell’Olocausto. Il terrore nazista viene interpretato secondo due tendenze diverse. Da una parte viene sottolineato il carattere antidemocratico della dittatura che sopprime la libertà. Questa tendenza, presente in molti siti memorialistici specialmente nella ex Germania Orientale, si concentra sulla sorte  dei perseguitati politici: comunisti, socialdemocratici, intellettuali, membri della resistenza, ecc. Dall’altra parte la persecuzione nazista viene rappresentata come odio razziale e in esposizioni e musei si addita all’assassinio in massa di ebrei europei. Altre vittime non trovano alcun posto. Gruppi come Sinti e Rom, e anche i Testimoni di Geova vengono menzionati solamente come “ …le altre vittime”.

    Terzo punto: La consistenza della documentazione riguardo ai Testimoni di Geova mette ancora di più in evidenza la tendenza già presente di trascurare la sorte dei Testimoni. I documenti decisivi sulla loro crescente persecuzione sono sparpagliati in diversi archivi regionali in Germania, in Austria e negli Stati Uniti. Una raccolta completa dei documenti che comprovano il trattamento repressivo dei Testimoni di Geova da parte delle autorità naziste non è disponibile.5 I documenti regionali pubblicati fino ad oggi includono solo parzialmente rapporti sulla resistenza e sulla persecuzione dei Testimoni di Geova . 6 Non esiste neanche un completo elenco delle misure restrittive applicate da parte delle autorità naziste ai Testimoni in Germania e nei paesi europei annessi o conquistati. Mentre furono pubblicate moltissime documentazioni riguardo ai perseguitati politici e agli ebrei, non si trovano documenti pubblicati sui Testimoni.

    Quarto punto: La mancanza di testimonianze contemporanee importanti da parte degli stessi Testimoni di Geova. Negli anni del dopoguerra solo sporadicamente sono stati pubblicati brevi rapporti. La ragione è che i Testimoni di Geova non avevano alcuna fiducia nelle ideologie della società tedesca ed europea e perciò si esponevano solo nell’ambito religioso. Questi inibizioni –sfiducia nella società dominante e nelle autorità governative, paura dall' intolleranza e di rappresaglie– hanno avuto la loro parte nell’occultamento dei fatti. Anche nei processi giuridici del dopoguerra non troviamo molte cause da parte di Testimoni di Geova; tra le migliaia di deposizioni troviamo solo poche richieste di riabilitazioni e tutte con esito negativo.

    E’ ora di correggere questi fatti sconsolanti, perché negli ultimi cinque anni molto è cambiato in meglio. In Germania i saggi di Michael Kater e i libri di Detlef Garbe, nonché diversi documentari filmati hanno incontrato largo interesse. 7 Recenti ricerche hanno determinato una valutazione nuova anche nella letteratura americana, austriaca e francese.

    Immediatamente dopo la loro ascesa al potere nel 1933 i nazisti cominciavano a usare violenza e ad impostare delle liste nere. I Testimoni di Geova tedeschi furono subito colpiti da queste misure. Non volendo rendere ubbidienza incondizionata a nessuno stato al mondo, furono attaccati per il fatto di essere“internazionali” (ed anche in quanto una corporazione americana). La disposizione per la protezione del popolo e dello stato in data 28 febbraio 1933 rese invalidi i diritti fondamentali della Costituzione di Weimar e creava la base giuridica per poter porre sotto sequestro l’ufficio stampa magdeburghese dei Testimoni di Geova e per requisire la loro letteratura alla fine di aprile del 1933. 9 I nazisti ricusano i Testimoni di Geova per la loro fratellanza internazionale e per il loro disinteresse nei confronti dello Stato. Alla fine di giugno del 1933 i Testimoni furono messi al bando in Prussia per le seguenti ragioni: "Le organizzazioni in oggetto, col pretesto di una ricerca scientifica della Bibbia, istigano all’animosità contro la Chiesa cristiana e contro lo Stato. La campagna sovversiva degli Studenti Biblici Internazionali è una minaccia di stampo bolscevica per la corruzione della cultura.”10

    Già nell’anno 1934 le autorità dello Stato e del partito tentarono di espellere i Testimoni da enti pubblici e imprese private. Le loro pensioni furono dichiarati nulle. I Testimoni di Geova erano fermamente convinti di non votare, di non salutare con “Heil Hitler!” e di non farsi arruolare dalle organizzazioni politiche del partito. Questo significava che non potevano usufruire degli uffici di collocamento statali; perciò la possibilità di trovare lavoro era limitata. Essendo stati licenziati dai posti di lavoro e non avendo diritto al sussidio per i disoccupati, molti Testimoni cadevano in miseria.

    Per esempio: Il 3 aprile 1936 il Testimone Friedrich Gözinger della Deutsche Linoleum Werke AG in Bietigheim è stato licenziato in tronco. “Per non aver adempiuto il Suo dovere verso la Patria in occasione delle elezioni del 29 marzo 1936 siamo costretti, tenendo conto del nostro statuto aziendale § 5, sezione III/3 di licenziarLa in data 30 marzo 1936”.11

    Una ricerca più precisa attinente alla privazione dei diritti dei Testimoni di Geova sul piano economico nel “Terzo Regno” è ancora in attesa della pubblicazione di atti giudiziari  depositati in diversi archivi tedeschi e austriaci. Detlef Garbe ha ormai iniziato questo lavoro, ma non tutti i procedimenti giuridici contro i Testimoni di Geova nel periodo nazista sono già stati analizzati. In Austria l’attività dei Testimoni di Geova è stata proibita durante l’amministrazione del Cancelliere Schuschnigg con Atto della Corte Giudiziaria Federale del 7 febbraio 1936. Con il “Anschluss” la persecuzione è stata intensificata.12

    Dopo l’emanazione della legge del 14 luglio 1933 sulla soppressione del patrimonio appartenente ai nemici del popolo e dello Stato, la proprietà di oppositori politici comunisti e socialdemocratici è stata confiscata. Questa legge è stata applicata anche ai Testimoni di Geova . Per limitare la loro attività, sono state espropriate le loro biciclette e motociclette. Per esempio: il Testimone di Geova , Franz Josef Seiz di Karlsruhe, aveva lavorato per 23 anni come fuochista nell’ospedale civico, ma dopo ripetute ammonizioni è stato licenziato nel gennaio del 1936 per il suo rifiuto di salutare con “Heil Hitler!” Dato che gli è stata negata l’assistenza ai disoccupati, ha sporto querela, ma ha perso la causa, essendo secondo l’accusa lui stesso colpevole della perdita del suo posto di lavoro. In seguito nel luglio del 1936 è stato arrestato dalla Gestapo. Con decreto circolare del 23 gennaio 1935 del Ministero dell’Interno Prussiano i Testimoni di Geova dovevano essere rimossi dagli impieghi statali e privati. La collaborazione tra Ministero del Lavoro, Ministero dell’Interno, Ministero di Giustizia e Gestapo significava la perdita del lavoro e conseguente povertà per molti Testimoni.

    Nell’annuario 1974 dei Testimoni di Geova troviamo un bilancio parziale: “Durante la dominazione hitleriana 1678 Testimoni di Geova hanno perduto il loro lavoro, 284 hanno perduto il loro negozio, e 735 la loro casa, mentre a 457 di loro è stato interdetto l’ esercizio della loro professione. Inoltre 129 aree di terreno sono state poste sotto sequestro , a 826 pensionati è stato tolto il sussidio e altri 329 subivano varie perdite di proprietà.”13 La rovina dell’esistenza economica dei Testimoni di Geova è stato finora poco considerata, in quanto le pubblicazioni attuali si occupano quasi esclusivamente della graduale eliminazione  di Ebrei, Sinti e Rom dal sistema economico tedesco dopo il 1933.

    I tentativi di intimidazione si estendevano sui figli dei Testimoni in età scolastica. Le autorità competenti li inviarono alle case di correzione per la ragione che, seguendo la fede dei genitori, si rifiutarono di arruolarsi nella gioventù hitleriana. Ad almeno 860 minorenni è stato applicato il paragrafo 1666 BGB, sottraendoli ai loro genitori. Le autorità scolastiche, la polizia e le corti giudiziarie erano d’accordo sul fatto che genitori “Studenti Biblici” erano una “minaccia per il benessere del minorenne”.

    Una lettera della Gestapo di Berlino, datata 21 giugno 1937, informa gli uffici competenti: “Per evitare la diffusione degli insegnamenti degli IBV (Associazione Studenti Biblici) fra i giovani, è indispensabile sottrarli all’influenza dei loro genitori. A questo scopo ci appelliamo alle autorità competenti affinché agli appartenenti dell’associazione IBV venga negato il diritto di educare i propri figli, in conformità alle disposizioni del paragrafo 1666 BGB.”14 Occorre investigare ancora sulla sorte di questi bambini sopravvissuti, perché proprio loro sono stati trascurati fino ad oggi nella letteratura sulla persecuzione di bambini nel periodo della guerra nazista.

    La politica della vendetta si serviva dell’arresto di mogli, sorelle, figlie per punire i parenti di sesso maschile non più attaccabili. Basandosi su un decreto RSHA rilasciato nel giugno 1940, a tutti i Testimoni di Geova in Germania e Austria, donne comprese, fu imposto il fermo precauzionale.15 Dopo il 1940 il metodo di tenere donne in ostaggio fu esteso su tutta l’Europa occupata . Quando il socialista Gerhard Seger nel 1934 pubblicò in esilio il noto rapporto sulle sue esperienze nel campo di concentramento di Oranienburg e sulla sua fuga , la sua moglie e le sue figlie furono arrestati per vendetta e rilasciati solo dopo un’azione di protesta internazionale. Molto simile è l’esperienza di Rudolf Meissner, un Testimone di Geova , il quale dopo essere emigrato nel 1935, venne a sapere che sua sorella è stata tenuta in ostaggio per vendetta.16   I rapporti dei Testimoni tedeschi con i loro fratelli emigrati in Svizzera e Austria non sono mai stati oggetto di ricerca fino ad oggi. In Austria i Testimoni di Geova sono stati vietati già a metà giugno del 1935. I rapporti tra i Testimoni tedeschi, austriaci e svizzeri erano però molto importanti per la produzione e distribuzione dei loro scritti, nonché per tenere unita la loro organizzazione. L’attività clandestina dei Testimoni di Geova è stata simile a quella dei politici; consisteva nella raccolta di denaro, nell’organizzazione di stamperie illegali e nella ricerca di nuovi membri. Nell’attuale letteratura su emigrati e esiliati tedeschi e austriaci si parla solo di ambienti politici, scientifici e culturali, ma la sorte parallela dei Testimoni di Geova non è finora stato oggetto di studio.

    Il rogo dei libri nel maggio del 1933 aveva colpito anche i Testimoni di Geova. A Magdeburgo, dal 21 al 24 agosto 1933, furono bruciati al rogo 65 tonnellate di Bibbie e altri libri dei Testimoni. La Bibbia dei Testimoni era vietata, ma la Bibbia come tale non lo era.17 Fin dall’aprile del 1933 le riviste e altri scritti dei Testimoni di Geova erano proibite e i responsabili della polizia, delle poste e della dogana li confiscavano, considerandoli “materiale dannoso”. Nonostante ciò arrivarono dall’estero in maniera illegale. Purtroppo le ricerche della storia contemporanea sulla conformazione letteraria del periodo nazista non si occupano affatto delle pubblicazioni dei Testimoni di Geova .18

    I Testimoni non sono menzionati nei documenti letterari che si occupano della pulizia culturale e dei libri proibiti dopo il 1933; in questo campo mancano ancora ricerche sistematiche. Anche il rapporto tra i Testimoni all’estero e i loro correligionari tedeschi e austriaci nel tempo nazista non è ancora esplorato. Alla Gestapo arrivarono le informazioni sugli emigranti da parte di rappresentanze diplomatiche tedesche. Le ricerche storiche intorno a questo tema, compreso la storia dei Testimoni tedeschi e austriaci in esilio, sono ancora in attesa di elaborazione.

    Le riviste americane, francesi e svizzere dei Testimoni di Geova , per esempio “Watchtower”, “Golden Agee Consolation hanno pubblicati articoli e lettere di lettori sulla sorte dei loro fratelli nei campi di concentramento tedeschi. Gli articoli si basavano su testimonianze oculari e corrispondenze del “Manchester Guardian”, della “Weltbühne (Praga) e del “News Chronicle (Londra). In questi rapporti la sorte dei Testimoni e degli Ebrei nei campi di concentramento occupano un posto centrale. Meno spesso si parlava dei prigionieri politici nei campi di concentramento – soltanto il caso Ossiettzky è stato menzionato. Le edizioni della “Watchtowerriportavano notizie precise e dettagliate sulle condizioni nei campi, su maltrattamenti, torture, alimentazione insufficiente e condizioni di vita pessime. Spesso questi articoli erano pungenti; a volte contenevano delle caricature. La Chiesa cattolica è rappresentata come complice dei nazisti, e si insiste sul fatto che lo stesso Hitler sia cattolico. Diversamente da altre pubblicazioni, la “Watchtower non solo non diminuiva il numero dei resoconti durante gli anni '30, ma al contrario, li aumentava. Queste notizie si diffusero in Germania grazie all’attività clandestina dei Testimoni fino al 1939.

    Anche la posizione dei Testimoni di Geova nei campi di concentramento è solo in parte indagata. Comunque sappiamo che negli anni dell’anteguerra costituivano una percentuale alta dei detenuti. Nell’estate 1935 nel campo di Sachsenburg, si trovarono circa 400 Testimoni - cioè il 15 % di tutti i reclusi. Nel 1938 nel campo di concentramento femminile di Lichtenburg vi erano 260 Testimoni tra il numero complessivo di 1415 donne prigioniere - cioè il 18 %. Anche nei campi di concentramento i Testimoni non vennero meno alle loro credenze. La comunista amburghese Charlotte Gross racconta, che le Testimoni del campo di Lichtenburg si rifiutarono ad assistere a un discorso di Adolf Hitler: “Noi tentammo di convincerle che il loro rifiuto non ha senso, che le avrebbero senz’altro costrette. Però loro sostennero di avere un solo Führer: Jehova. Ascoltare il discorso di un altro Führer equivarrebbe a un tradimento!”19 Le Testimoni furono poi costrette ad ascoltare il discorso; le SS le picchiavano e versavano acqua gelata su di loro; alle malate non era permesso di rivolgersi ai medici, e per due o tre giorni non ricevettero alcun cibo; Non era loro concesso né di scrivere, né di ricevere posta. Compagni di prigione comunisti davano loro del pane, anche se ritenevano “Non necessario” il loro comportamento dimostrativo. Simili casi di maltrattamenti da parte delle SS sono descritti in molte ricordanze.20 Dopo la fine della guerra Eugon Kogon fece l’osservazione che dal punto di vista psicologico le SS “non riuscivano a venire a capo con il problema dei Bibelforscher21

    Tra il 1935 e il 1936 i Testimoni di Geova formarono un gruppo appartato nei campi di concentramento; furono sistemati separatamente e con un distintivo sulla divisa carceraria. Nei primi cinque anni questo distintivo non era dappertutto uguale; solo dal 1938 è stato applicato il “Triangolo viola”. Nel campo di Esterwegen i Testimoni portavano un punto nero e “una striscia gialla al di sotto del ginocchio”;22 in Lichtenburg i Testimoni di sesso maschile portarono un cerchio blu sul petto e delle strisce blu sui pantaloni;23 e nel campo di concentramento Dachau nel maggio del 1937 portarono “delle strisce rosse con puntini”24  Poco ci è noto sulle differenze di trattamento tra uomini e donne nei campi tedeschi, e ancora meno sui Testimoni di Geova di altre nazionalità che arrivarono nelle prigioni e nei campi di concentramento dopo il 1939. Anche sotto la pressione più intensa la loro resistenza e il rifiuto di conformarsi erano sempre presenti.

    Gli ultimi anni di guerra portarono per i Testimoni di Geova condizioni migliori, dato che furono impiegati dalle SS come lavoratori agricoli o come personale domestico (barbieri, cuochi). Dopo la fine della guerra nella DDR questo fatto ha dato luogo a malintesi sulla loro presunta collaborazione. I Testimoni, anche sotto una sorveglianza minima, non sono mai fuggiti dai campi, perché la loro convinzione religiosa non avrebbe permesso una tale modo di agire. Nei processi contro i Testimoni di Geova obiettori di coscienza dopo il 1939 sono stati pronunciati 250 condanne a morte. Solo recentemente le sentenze del tribunale militare, collocate nell’Archivio militare federale a Friburgo, sono state studiate sistematicamente nella nuova letteratura su “gli altri soldati”.25

    Come abbiamo visto, esistono molti documenti scoperti di recente, ma siamo ancora in attesa di uno studio adeguato. Dopo più di mezzo secolo, dobbiamo ammettere, che nella letteratura sul regime nazista manca ancora l’analisi scientifica della persecuzione dei Testimoni di Geova.

    Sybil Milton, pubblicato su Zeugen Jehovas, Vergessene Opfer des Nationalsozialismus? Wien 1998 Impressum: Verleger und Herausgeber: Dokumentationsarchiv des osterreichhischen Widerstandes A-1010 Wien, Wipplingerstrasse 8 (Altes Rathaus)

Note:

1 Sybil Milton: “Women and the Holocaust: The Case of German and German-Jewish Women”, In: Renate Bridenthal, Maria Kaplan e Atina Grossmann (ed): When Biology Became Destiny: Women in Weimar and Nazi Germany”, New York 1984, pp 297-333,e versione tedesca abbrevviata:”Donne tedesche e ebraiche-tedesche perseguitate dallo stato nazista”, in “Dachauer Hefte” anno 3, 1987, pp 3-20.

2 Sybil Milton (ed): “Artifact Poster Set: Teacher Guide”, 2. ed. Washington , US Holocaust memorial Council, 1993, pp 24-31. Cfr. anche Dies, “Jehovah’s Witnesses“, In: Walter Laqueur e Judith Tydor Baumel (ed), Encyclopedia of the Holocaust”. New Haven, Yale University Press, in fase di stampa.

3 Sybil Milton: “Die Konzentrationslager im Bild der in-und ausländischen Presse,“In: Ulrich Herbert, Karin Orth e Christoph Dieckmann (ed): „Die nazionalsozialistischen Konzentrationslager: Entwicklung und Struktur“,  vol. 1, publicazione del memoriale Buchenwald, Göttingen, Editore Wallstein, in fase di stampa; Sybil Milton e Henry Friedlander (ed): „Archives of the Holocaust“, 26 volumi, New York 1990-1995 , in particolare vol. 19, „Dokumentationsarchiv des österreichischen Widerstandes“, pp 363-70 e vol. 20 “Bundesarchiv of the Federal Republic of Germany”, pp 283-84, 308.  

*  [Nota della traduttrice: In Austria ultimamente si sono verificati alcuni processi di riabilitazione con risarcimenti dell’onore civile, ecc. ANTON URAN, 3 / 6/ 1997 (su intervento dell’autore del libro omonimo), GERHARD STEINACHER, Novembre 1998;( HELENE DELACHER, Febbraio 2000., che però ovviamente non era un obiettore di coscienza)]

4 Tribunale Amministrativo Federale, 26 giugno 1997, 7C 11.96

5 Detlef Garbe: “TraResistenza e Martirio: I Testimoni di Geovanel “Terzo Reich”, Monaco 1993, pp 29-40

6 Günter Högl (ed): “Widerstand und Verfolgung in Dortmund 1933-1945,“ Dortmund 1992, pp 297-99, - di 479 pagine, solo 3 parlano dei Testimoni, mentre11 sono dedicate alla chiesa cattolica e 9 alla chiesa evangelica.

7 Michael H. Kater: “ Die Ernsten Bibelforscher im Dritten Reich“, in „Vierteljahreshefte für Zeitgeschichte“, Anno 17, 1969, pp 181-218; Detlef Garbe: "Zwischen Widerstand und Martyrium: DieZeugen Jehovas im Dritten Reich", terza edizione riveduta e completata di un appendice, München 1997; Ibid.:”Der lila Winkel- die Bibelforscher in den Konzentrationslagern”, in Wolfgang Benz/Barbara Distel (ed): „Opfer und Täter“; „Dachauer Hefte“, 10, Dachau 1994, pp3-31; ibid: „Sendboten des jüdischen Bolschewismus. Antisemitismus als Motiv nationalsozialistischer Verfolgung der ZeugenJehovas“, in „Tel Aviver Jahrbuch für deutsche Geschichte“, 23 (1994), Gerlingen 1994, pp 145-171.

8 Christine King: “ Jehovah’s Witnesses under Nazism”, in : Michael Berenbaum (ed): “A mosaic of victims: nonjews persecuted and murdered by the Nazis”, New York 1990, pp188-193; Sylvie Graffard/Leo Tristan:” Les Bibelforscher et le nazisme   1933-1945”, Paris 1990

  9    National Archives College Park, Maryland (Record Group 59, 362.1163/Watch Tower . Boxes 1675-76).

10   Comunicazione dell’ufficio Stampa Prussiano inerente al divieto dell’IBV del 29.6.1933, facsimile in  Kurt Fricke, “Die JustizvollzugsanstaltRote Ochse’Halle/Saale 1933-1945; Una Documentazione, Magdeburg 1997. p 64.

11  VVN Kreisvereinigung Ludwigsburg (ed), “Streiflichter aus Verfolgung und Widerstand 1933-1945”, Ludwigsburg 1993, p. 42.

12   Annuario dei Testimoni di Geova 1989. Selters/Taunus 1989, p. 99; Dokumentationsarchiv des österreichischen Widerstandes  (ed):“ Widerstand und Verfolgung in Wien 1934-1945“, Wien 1984, vol. 3, pp161-85.

13  Annuario dei Testimoni di Geova 1974, p. 212

14   Landesarchiv Merseburg, Rep. C48 Ie, Nr.1167, p. 342: Lettera dell’ufficio della GESTAPO indirizzata a tutti i commissariati di polizia , in data 21.6.1937, facsimile in: Fricke, Die JustitsvollzugsanstaltRote Ochse’Halle/Saale, p. 67

15  DöW, “Widerstand und Verfolgung in Wien”, Vol.3, p. 163, Nota della GESTAPO di Sankt Pölten, 8 giugno 1940: „Questa  azione deve essere eseguita in tutto il territorio e deve iniziare  senza indugio il 12 giugno 1940. Qualsiasi materiale inerente al movimento degli Studenti Biblici trovato nelle perquisizioni  deve essere sequestrato.

16  Lascito E.J. Gumbel: “Donne tenute in ostaggio”, servizio speciale delle informazioni tedesche. “Il martirio delle donne nei campi di concentramento tedeschi”, Nr. 41 del  11 giugno 1936 (Istituto Leo Baek, New York)

17   Archivio federale R 58/405: Circolare del Ministero per  l’Interno Prussiano, Berlino, 30 gennaio 1936, re: divieto della distribuzione  di bibbie, copia in Sybil Milton e Henry Friedlander (ed):Bundesarchiv of the Federal Republic of Germany, Koblenz and Freiburg”. NewYork 1993, p. 308

18   Dietrich Aigner: “L’identificazione di ‘scritti dannosi e indesiderati’ nel Terzo Reich”, estratto  straordinario dell’archivio per la storia dell’industria libraria. Francoforte 1971.

19  Hanna Eling:” Le donne nella resistenza tedesca 1933-1945”, Francoforte /Meno. 1981, p. 104

20  Wolfgang Langhoff: ”Die Moorsoldaten. 13 Monate Konzentrationslager“, Zürich 1935, pp 311-313    

21   Eugen Kogon: “Der SS-Staat. DasSystem der deutschen Konzentrationslager“, München 1983, p.266

22    Arthur Winkler:“ Im Konzentrationslager Esterwegen“, in „The Golden Age“ (Edizione svizzera) del 1 marzo 1938, p 12 e 23. Klaus Drobisch/Günther Wieland:“ System der Konzentrationslager 1933-1939“, Berlin 1993, pp 206

24   Deutschland- Berichte der Sozialdemokratischen Partei Deutschlands (SOPADE) 1937 (maggio),  ristampa Frankfurt/Meno 1982, p.686

25   Detlef Garbe: „Du sollst nicht töten. Kriegsdienstverweigerer 1939-1945“, in : Norbert Haase/Gerhard Paul (ed): „ Die anderen Soldaten. Wehrkraftzersetzung (sovvertimento delle forze armate)  Gehorsamsverweigerung  (Rifiuto dell’ubbidienza) und Fahnenflucht (diserzione)  im Zweiten Weltkrieg“, Frankfurt/M 1995, pp 85-104.

 

 

 

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