- Le " vittime dimenticate " del regime nazista -

Leopold Engleitner e Bernhard Rammerstorfer alla presentazione del video a Milano
Leopold Engleitner e Bernhard Rammerstorfer alla presentazione del video a Milano

LA PAGINA DELLA STAMPA DI
LEOPOLD ENGLEITNER 

Dedichiamo questa pagina a pubblicare in italiano gli articoli di giornali che riguardano Leopold Engleitner, 98 enne deportato, che dopo essere sopravvissuto in tre campi di concentramento alla brutalità del regime Hitleriano, ha deciso di raccontare con un libro e con un toccante video-documentario la sua storia.

Vedi anche la pagina dedicata alle sue news

Consigliamo vivamente a tutti la visione di questo video, che è stato presentato da Leopold a Milano durante la mostra Triangoli Viola nel Febbraio 2003 .

Per informazioni sul libro visita la nostra pagina dedicata al video.

Da: Neues Volksblatt

Venerdì 24 Ottobre 2003 - pagina 15

VITTIMA DEL NAZISMO A CONVEGNO CON STUDENTESSE

VITTIMA DEL NAZISMO A CONVEGNO CON STUDENTESSE. Leopold Engleitner


Quante sono le occasioni d’incontrare qualcuno che possa raccontare storie avvincenti? Non molte.
Alle studentesse della quarta classe della Hauptschule der Kreuzschwestern [Scuola dell’obbligo delle Suore] di Linz si è presentata questa occasione. Leopold Engleitner, 98enne cittadino di St. Wolfgang, ha raccontato alle ragazze la sua storia avvincente. Egli ha dovuto subire le peggiori traversie per avere, a motivo della sua fede, rifiutato il servizio militare nel Terzo Reich. In tre campi di concentramento ha subito maltrattamenti ed è stato sfruttato come mano d’opera nei lavori forzati. Dopo la guerra è stato emarginato dalla società per decenni. Solo di recente, da quando il cittadino di Mühlviertel Bernhard Rammerstorfer ha scritto il libro “Mai e poi mai” sulla vita drammatica di Engleitner, questi si è visto riconoscere una tardiva riabilitazione. Il destino di questo obiettore di coscienza nel frattempo lo ha portato al cospetto delle più alte autorità politiche. Nel maggio 2003 è stato ricevuto dal presidente austriaco Dr. Thomas Klestil in segno di riconoscimento nel palazzo presidenziale della Hofburg viennese. Nel giugno 2003 il governatore della provincia Dr. Josef Pühringer ha conferito a Leopold Engleitner l’onoreficenza d’argento della Regione Austria Superiore a riconoscimento del coraggio mostrato durante il regime nazista e della sua attività di testimone vivente.

Kurier : Venerdì 27 giugno 2003 pag. 15

"TESTIMONE DI GEOVA" SOPRAVVISSUTO A TRE 

CAMPI DI CONCENTRAMENTO NAZISTI

Rifiutò di combattere per la Wehrmacht

"Mi sono sempre sforzato di osservare i giusti principi e di rispettare i diritti altrui. Perciò nessuno mi ha potuto costringere a usare le armi contro i miei simili", spiega il 98enne sopravvissuto ai campi di concentramento Leopold Engleitner da St. Wolfgang nell’Austria Superiore.

Il bracciante agricolo lasciò la chiesa cattolica nel 1932 per battezzarsi come testimone di Geova. Dopo l’ingresso di Hitler in Austria fu arrestato dalla Gestapo nel 1939 e internato nel campo di concentramento di Buchenwald.

I guardiani delle SS tentarono invano d’infrangere la volontà dell’obiettore di coscienza. Nel 1941 Engleitner fu trasferito nel campo di concentramento di Niederhagen, dove dopo due anni gli fu offerta la libertà sorprendentemente. Ad una sola condizione, che abiurasse la sua fede, ma Engleitner rifiutò.

Nel 1943 fu trasferito nel campo di concentramento di Ravensbrück, dal quale dopo pochi mesi fu liberato quando pesava solo 28 kg e con l’obbligo di svolgere "lavori agricoli per tutta la vita". Quando nel 1945 il testimone di Geova ricevette la chiamata alle armi, fuggì e si nascose dai nazisti fino alla fine della guerra sui monti.

RICONOSCIMENTO TARDIVO

Dopo la guerra ho visto Engleitner come ex disertore ed ex detenuto dei campi di concentramento subire per molto tempo emarginazione e disprezzo. Solo la pubblicazione di una biografia in versione stampata e filmata gli fece giungere un tardivo riconoscimento. Il film fu insignito dell’"Orso d’oro" al Festival delle Nazioni ad Ebensee. Il governatore Josef Pühringer conferì al 98enne l’onorificenza d’argento della Regione, alla quale fecero seguito gli inviti presso il Presidente del Parlamento Kohl e presso il Presidente austriaco Klestil.

LINZER RUNDSHAU - 25 GIUGNO 2003

PREMIO CINEMATOGRAFICO PER ENGLEITNER

EBENSEE / La settimana scorsa è apparsa su Rundschau una grande intervista su Leopold Engleitner: in modo commovente il 97enne testimone di Geova ha raccontato della sua prigionia nei campi di concentramento nazisti e dell’ostracismo sofferto anche dopo la fine della guerra. Pochi giorni dopo l’intervista il cittadino di St. Wolfgang è stato ancora al centro dell’attenzione: Il film documentario su Engleitner “Mai e poi mai” del giovane produttore cinematografico Bernhard Rammerstorfer è stato premiato al Festival delle Nazioni di Ebensee con “l’Orso d’oro” fra oltre 500 concorrenti. F:RS

OOERUNDSCHAU DEL 18 GIUGNO 2003

"NON HA ASCOLTATO NESSUNO!"

Leopold Engleitner (97), una stella della storia contemporanea, con gli
Starmaniacs Niddel e Andreas al ricevimento del presidente austriaco:
Esempio per la gioventù.
FOTO: B. RAMMERSTORFER

Quando lasciò la chiesa nel 1932 per diventare Studente Biblico, i cattolici sputavano davanti a lui. I nazisti internarono Leopold Engleitner (oggi 97enne) da St Wolfgang, in prigione perché obiettore di coscienza. Subì maltrattamenti in tre campi di concentramento e costretto ai lavori forzati. Dopo la guerra l’opinione pubblica trattò per decenni questa vittima del nazismo come un lebbroso. Solo nel 1999, dacché Bernhard Rammerstorfer da Mühlviertl scrisse un libro su questa drammatica esistenza, Engleitner ha ottenuto riconoscimenti. Questa settimana da parte della regione OÖ. Joseph Lehner ha parlato con lui.

Dopo decenni di occultamento la Repubblica e la Regione l’hanno messa repentinamente al centro dell’attenzione in manifestazioni pubbliche. Questo trattamento è falso?

Io credo che sia stato pensato già molto tempo fa. Il presidente austriaco ha detto, quand’ero con lui, che perfino gli stati democratici sono stati troppo negligenti e non hanno trovato il coraggio di intervenire a favore di noi obiettori di coscienza. Dopo la prima guerra mondiale mio padre disse che ci sarebbe voluto molto tempo perché fosse vinto lo spirito monarchico. Le persone sono intimidite e non possono esprimere in modo semplice questi ragionamenti. È stato così anche dopo la dittatura nazista. Adesso lo spirito democratico è diventato di uso comune. C’è stata sempre opposizione al nostro riconoscimento. Ma ora è stata superata. Noi stessi abbiamo parlato sempre dell’ingiustizia, ma prima non siamo stati ascoltati da nessuno.

Come si fa a sopportare questa violenza, questa sofferenza, la fame, l’ingiustizia della prigionia nei campi di concentramento?

Con la consapevolezza di essere nel giusto. Noi eravamo nel giusto. Questo ci ha consentito di superare queste prove, senza nutrire odio.

La Sua fede in Dio l’ha portata dentro i campi di concentramento. Dio non può pretendere dai suoi più devoti servitori tutta questa sofferenza! Non ha dubitato di lui?


"QUESTA SOFFERENZA NON L’HA VOLUTA DIO"


Questa sofferenza non l’ha voluta Dio. L’Iddio che noi adoriamo vuole solo il bene dell’umanità. Perciò ha stabilito molti buoni principi, che se fossero osservati recherebbero solo beneficio a tutti gli uomini. Tuttavia sono sempre in gioco delle forze contrastanti, Dio e il Diavolo. Le dittature sono le forze ostili. Noi eravamo molto tolleranti verso chi non condivideva le nostre opinioni. Infatti si deve portare pazienza. Bisogna dirsi: Io sono nel giusto, gli altri falliranno. Questa convinzione ci ha aiutato.

Qual è stata per Lei la più grande ingiustizia nel periodo in cui ha subito ostracismo e prigionia?

È stato l’ostracismo quand’ero giovane, perché ero già molto devoto. Altrettanto durante il periodo nazista e anche dopo la guerra. Quando cominciai a lavorare come cantoniere, mi sentii dire dal capo cantoniere: voi detenuti dei campi di concentramento siete marmaglia! Questa osservazione mi faceva male. Ma era la sua convinzione. Lì entrò in gioco la mia tolleranza. Non gli detti risposta. Pensai che sarebbe venuto il mio tempo. Sembra che sia venuto, perché mi ha mandato un saluto, dicendomi che mi pensa e che quel che mi è accaduto è stato ingiusto.


"NON È IL DOLORE FISICO, MA L’INGIUSTIZIA CHE FA SOFFRIRE"


Come mai non dice che le cose peggiori sono state il dolore fisico, i maltrattamenti in prigione e nei campi di concentramento, la fame?

Non è il dolore fisico, ma l’ingiustizia che fa soffrire. Ci è stata fatta molta ingiustizia e questa fa senz’altro soffrire. Se tutti si fossero opposti alla guerra, non si sarebbe combattuto. Siamo rafforzati dalla sicura promessa contenuta nella Bibbia: Verrà il tempo in cui non ci saranno più guerre. Ne siamo fermamente convinti. Sono già accadute delle cose che hanno portato repentini cambiamenti.

L’obiettore di coscienza cattolico Franz Jägerstätter ha ricevuto riconoscimenti. Nessuno ha mai parlato di Lei. Ne è deluso?

Siamo stati sempre disdegnati come setta sebbene avessimo desiderato gli stessi riconoscimenti di Jägerstätter. Lui è stato rispettato perché è rimasto cattolico. Io ho conosciuto suo cugino Hans Huber che è diventato testimone di Geova e che per questo motivo non ha ricevuto più latte da nessuno a St. Radegund, tranne che dalla madre di Franz Jägerstätter. Anche questo ha contribuito a motivare in Jägerstätter l’obiezione di coscienza.

Nei mesi scorsi i Suoi incontri con i giovani sono stati molto commoventi. La gioventù di adesso ha pochi principi religiosi e non ha un buon rapporto con la coscienza.

Sì, è vero. Lo spirito di Dio chiede insistentemente di avere una coscienza. Un valore oggi andato perduto. La gioventù non cammina più sul sodo e nemmeno ne ha più l’opportunità perché non ha più una guida. Oggi la coscienza non guidata dalla Bibbia conta di meno.

Qual è stato il periodo migliore dei Suoi quasi 98 anni?

Oggi. Naturalmente. Perché mi è stato concesso di vivere quest’esperienza. La rivendicazione è quella di constatare che la mia convinzione era giusta. Ne ero fermamente convinto.

INFO: Altri particolari su questa esistenza movimentata e ligia ai principi religiosi si possono leggere sulla homepage dell’autore Bernhard Rammerstorfer: www.rammerstorfer.cc  0699/10203049

KURIER – Domenica 6 luglio 2003 – pag. 13

64 ANNI DOPO LA CONDANNA A MORTE: RICEVUTO A HOFBURG

Leopold Engleitner, 98enne, vide il Kaiser, si trovò una pistola alla tempia e fu detenuto in tre campi di concentramento

 

Il 5 aprile 1939
Leopold Engleitner
fu interrogato
a Linz dalla Gestapo.

Seguì un'odissea attraverso
tre campi di concentramento

Di Jürgen Pachner

Io adesso ti fucilerò. Ma ti permetto di scrivere ancora una cartolina d'addio ai tuoi genitori”, disse il sorvegliante del bunker Martin Sommer il 9 ottobre 1939 nel campo di concentramento di Buchenwald al nuovo detenuto Leopold Engleitner da St. Wolfgang.

L'uomo delle SS aveva già prima percosso la schiena al professo testimone di Geova con un bastone spagnolo (randello fatto di rametti di salice intrecciati), per indurlo con la violenza ad abiurare la sua fede.

SALDO Tuttavia l'allora 34enne non si fece dissuadere dai maltrattamenti. Snervato, Sommer gli pose davanti una cartolina e una matita ordinandogli di scrivere un saluto ai suoi genitori.

Ma ogni volta che il detenuto dell'Austria superiore si accingeva a scrivere, il sorvegliante gli scuoteva il gomito; sulla cartolina erano rimasti solo scarabocchi illeggibili.

“Questo imbecille non sa scrivere, ma non è troppo stupido per leggere la Bibbia”, schernì Sommer. Egli estrasse una pistola, la puntò alla tempia del detenuto dicendogli che stava per sparargli.

“Sì, sono pronto”, esclamò Engleitner. Chiuse gli occhi aspettando il colpo mortale. Ma il colpo non arrivò. Invece di sparare, l'uomo delle SS ripose la sua arma e gridò: “Tu sei troppo imbecille per essere fucilato”.

64 anni dopo, Leopold Engleitner può guardare indietro alla sua vita movimentata. È uno dei pochi testimoni che sono sopravvissuti quasi a tutto il secolo passato.

Engleitner nacque il 23 luglio 1905 a Strobl am Wolfgangsee da un operaio di segheria. La sua infanzia trascorse a Bad Ischl, Austria superiore, residenza estiva dell'imperatore Francesco Giuseppe.

“Era un cattivo imperatore”, rammenta Engleitner. Il monarca aveva poca simpatia per la gente povera. “I residenti non potevano entrare nel parco durante la stagione, erano controllati da un poliziotto”.

Anche la morale dell'imperatore non era un gran che; “Dopo ogni messa del mattino andava a far visita a Katharina Schratt, lo vedevo io stesso”.

Nel 1914 avvenne un incontro diretto con l'imperatore. Questi voleva vedere tutti gli studenti di Ischl. “Dovevamo fare ala dalla stazione fino alla villa imperiale. L'imperatore aveva l'intero petto cosparso di medaglie. Aveva su di me un effetto ripugnante, non essendo io stato abituato a così tanta ostentazione”.

Nell'autunno 1918 Engleitner sopravvisse alla “influenza spagnola”, che mieté 22 milioni di vittime. Per settimane soffrì di febbre alta e di traspirazioni cutanee. Costretto da denutrizione e fame, nel febbraio 1919 il 13enne cercò lavoro presso un agricoltore, che lo assunse come bracciante.

Nell'estate del 1930 St. Wolfgang fu scenario di riprese cinematografiche per il film “Diletto degli dei”. I suoi attori principali erano Hans Moser ed Emil Jannings. Engleitner ebbe una parte di comparsa.

PACIFISTA Nel 1932 il bracciante agricolo lasciò la chiesa cattolica e si battezzò come testimone di Geova. Il colpo decisivo lo dette la posizione fondamentalmente pacifista di questa religione. I genitori di Engleitner erano inorriditi, il prete di Strobl tuonò dal pulpito contro di lui e la gente sputava davanti a lui. Tuttavia il giovane uomo non si fece fuorviare. Dopo l'invasione hitleriana dell'Austria, fu arrestato dalla Gestapo nel 1939 per la sua fede e deportato a Buchenwald.

Nel 1941 Engleitner fu deportato nel campo di concentramento di Niederhagen, dove dopo due anni gli fu offerta la liberazione all'unica condizione che firmasse l'abiura della fede. Ma Engleitner si rifiutò ancora. Un sorvegliante gli schiacciò i testicoli con un calcio, causandogli una sterilità permanente.

Nel 1943 fu trasferito nel campo di concentramento di Ravensbrück, da cui fu liberato dopo pochi mesi mentre pesava solo 28 kg e “condannato ai lavori forzati in agricoltura. Nell'aprile 1945 ricevette una chiamata alle armi, ma Engleitner fuggì e si nascose dai nazisti sui monti.

Dopo la guerra l'ex deportato dei campi di concentramento subì emarginazione e disprezzo per molto tempo. Solo la pubblicazione e la riproduzione filmata della sua biografia gli recarono un tardivo riconoscimento.

Il governatore dell'Austria superiore Josef Pühringer conferì al 98enne l'onorificenza d'argento della regione Austria superiore; il presidente del Parlamento Kohl e il presidente austriaco Klestil gli conferirono riconoscimenti per la sua attività coraggiosa. Engleitner: “Mi sono sempre sforzato di seguire retti principi e di difendere i diritti altrui. Perciò nessuno non mi ha mai potuto costringere a usare un'arma contro i miei simili”.

 

Engleitner durante le riprese del “suo” film

 

Esattamente 58 anni dal ritorno a casa dopo la fuga dai nazisti, Engleitner fu ricevuto dal presidente ustriaco

 

Baracca nel campo di concentramento di Buchenwald

STORIA : I TESTIMONI DI GEOVA OPPOSERO RESISTENZA

I testimoni di Geova furono perseguitati, torturati e uccisi altrettanto spietatamente quanto gli oppositori politici della dittatura hitleriana. Gli “Studenti Biblici” costituivano nei campi di concentramento una categoria di prigionieri a se stante. Portavano il distintivo del “triangolo viola”, mentre altri cristiani della resistenza ricevettero il “triangolo rosso”.

Il 1° aprile 1935 gli “Studenti Biblici” furono messi al bando su tutto il territorio del Reich. Motivo: Non partecipavano alle pubbliche manifestazioni naziste, né alle votazioni e non si associavano ad alcuna organizzazione nazista. Erano obiettori di coscienza e non volevano lavorare in alcuna produzione di armamenti. Non vestivano uniformi e non salutavano la bandiera con la svastica. Il loro era considerato tradimento della patria, disgregazione delle forze militari e insubordinazione.

Sotto il nazismo molti “Studenti Biblici” persero il posto di lavoro o la loro professione. Furono percossi dalle SA, arrestati e torturati dalla Gestapo. Dopo la pena detentiva in prigione erano per lo più deportati in campi di concentramento. Lì, secondo le SS, erano “prigionieri volontari”, che avrebbero potuto essere liberati se avessero abiurato la loro fede. Solo pochi lo fecero.

Dei 25.000 testimoni di Geova circa 10.000 furono perseguitati, 6.000 imprigionati e 1.200 uccisi nei campi di concentramento (250 per esecuzione capitale).



I seguenti articoli sono stati tradotti dal tedesco da un nostro collaboratore.

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