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LINZER RUNDSHAU - 25 GIUGNO 2003 PREMIO CINEMATOGRAFICO PER ENGLEITNER EBENSEE / La settimana scorsa è apparsa su Rundschau una grande intervista su Leopold Engleitner: in modo commovente il 97enne testimone di Geova ha raccontato della sua prigionia nei campi di concentramento nazisti e dell’ostracismo sofferto anche dopo la fine della guerra. Pochi giorni dopo l’intervista il cittadino di St. Wolfgang è stato ancora al centro dell’attenzione: Il film documentario su Engleitner “Mai e poi mai” del giovane produttore cinematografico Bernhard Rammerstorfer è stato premiato al Festival delle Nazioni di Ebensee con “l’Orso d’oro” fra oltre 500 concorrenti. F:RS |
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OOERUNDSCHAU DEL 18 GIUGNO 2003 "NON HA ASCOLTATO NESSUNO!" Leopold
Engleitner (97), una stella della storia contemporanea, con
gli
Dopo
decenni di occultamento la Repubblica e la Regione l’hanno messa
repentinamente al centro dell’attenzione in manifestazioni
pubbliche. Questo trattamento è falso? Con
la consapevolezza di essere nel giusto. Noi eravamo nel giusto.
Questo ci ha consentito di superare queste prove, senza nutrire
odio. "QUESTA SOFFERENZA NON L’HA VOLUTA DIO" Questa sofferenza non l’ha voluta Dio. L’Iddio che noi adoriamo vuole solo il bene dell’umanità. Perciò ha stabilito molti buoni principi, che se fossero osservati recherebbero solo beneficio a tutti gli uomini. Tuttavia sono sempre in gioco delle forze contrastanti, Dio e il Diavolo. Le dittature sono le forze ostili. Noi eravamo molto tolleranti verso chi non condivideva le nostre opinioni. Infatti si deve portare pazienza. Bisogna dirsi: Io sono nel giusto, gli altri falliranno. Questa convinzione ci ha aiutato. Qual è stata per Lei la più grande ingiustizia nel periodo in cui ha subito ostracismo e prigionia? È stato l’ostracismo quand’ero giovane, perché ero già molto devoto. Altrettanto durante il periodo nazista e anche dopo la guerra. Quando cominciai a lavorare come cantoniere, mi sentii dire dal capo cantoniere: voi detenuti dei campi di concentramento siete marmaglia! Questa osservazione mi faceva male. Ma era la sua convinzione. Lì entrò in gioco la mia tolleranza. Non gli detti risposta. Pensai che sarebbe venuto il mio tempo. Sembra che sia venuto, perché mi ha mandato un saluto, dicendomi che mi pensa e che quel che mi è accaduto è stato ingiusto. "NON È IL DOLORE FISICO, MA L’INGIUSTIZIA CHE FA SOFFRIRE" Come mai non dice che le cose peggiori sono state il dolore fisico, i maltrattamenti in prigione e nei campi di concentramento, la fame? Non
è il dolore fisico, ma l’ingiustizia che fa soffrire. Ci è stata
fatta molta ingiustizia e questa fa senz’altro soffrire. Se tutti
si fossero opposti alla guerra, non si sarebbe combattuto. Siamo
rafforzati dalla sicura promessa contenuta nella Bibbia: Verrà il
tempo in cui non ci saranno più guerre. Ne siamo fermamente
convinti. Sono già accadute delle cose che hanno portato repentini
cambiamenti. Siamo stati sempre disdegnati come setta sebbene avessimo desiderato gli stessi riconoscimenti di Jägerstätter. Lui è stato rispettato perché è rimasto cattolico. Io ho conosciuto suo cugino Hans Huber che è diventato testimone di Geova e che per questo motivo non ha ricevuto più latte da nessuno a St. Radegund, tranne che dalla madre di Franz Jägerstätter. Anche questo ha contribuito a motivare in Jägerstätter l’obiezione di coscienza. Nei
mesi scorsi i Suoi incontri con i giovani sono stati molto
commoventi. La gioventù di adesso ha pochi principi religiosi e non
ha un buon rapporto con la coscienza. Qual è stato il periodo migliore dei Suoi quasi 98 anni? Oggi. Naturalmente. Perché mi è stato concesso di vivere quest’esperienza. La rivendicazione è quella di constatare che la mia convinzione era giusta. Ne ero fermamente convinto. INFO: Altri particolari su questa esistenza movimentata e ligia ai principi religiosi si possono leggere sulla homepage dell’autore Bernhard Rammerstorfer: www.rammerstorfer.cc 0699/10203049 |
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KURIER – Domenica 6 luglio 2003 – pag. 13 64 ANNI DOPO LA CONDANNA A MORTE: RICEVUTO A HOFBURG Leopold Engleitner, 98enne, vide il Kaiser, si trovò una pistola alla tempia e fu detenuto in tre campi di concentramento
Di Jürgen Pachner “ Io adesso ti fucilerò. Ma ti permetto di scrivere ancora una cartolina d'addio ai tuoi genitori”, disse il sorvegliante del bunker Martin Sommer il 9 ottobre 1939 nel campo di concentramento di Buchenwald al nuovo detenuto Leopold Engleitner da St. Wolfgang. L'uomo delle SS aveva già prima percosso la schiena al professo testimone di Geova con un bastone spagnolo (randello fatto di rametti di salice intrecciati), per indurlo con la violenza ad abiurare la sua fede. SALDO Tuttavia l'allora 34enne non si fece dissuadere dai maltrattamenti. Snervato, Sommer gli pose davanti una cartolina e una matita ordinandogli di scrivere un saluto ai suoi genitori. Ma ogni volta che il detenuto dell'Austria superiore si accingeva a scrivere, il sorvegliante gli scuoteva il gomito; sulla cartolina erano rimasti solo scarabocchi illeggibili. “Questo imbecille non sa scrivere, ma non è troppo stupido per leggere la Bibbia”, schernì Sommer. Egli estrasse una pistola, la puntò alla tempia del detenuto dicendogli che stava per sparargli. “Sì, sono pronto”, esclamò Engleitner. Chiuse gli occhi aspettando il colpo mortale. Ma il colpo non arrivò. Invece di sparare, l'uomo delle SS ripose la sua arma e gridò: “Tu sei troppo imbecille per essere fucilato”. 64 anni dopo, Leopold Engleitner può guardare indietro alla sua vita movimentata. È uno dei pochi testimoni che sono sopravvissuti quasi a tutto il secolo passato. Engleitner nacque il 23 luglio 1905 a Strobl am Wolfgangsee da un operaio di segheria. La sua infanzia trascorse a Bad Ischl, Austria superiore, residenza estiva dell'imperatore Francesco Giuseppe. “Era un cattivo imperatore”, rammenta Engleitner. Il monarca aveva poca simpatia per la gente povera. “I residenti non potevano entrare nel parco durante la stagione, erano controllati da un poliziotto”. Anche la morale dell'imperatore non era un gran che; “Dopo ogni messa del mattino andava a far visita a Katharina Schratt, lo vedevo io stesso”. Nel 1914 avvenne un incontro diretto con l'imperatore. Questi voleva vedere tutti gli studenti di Ischl. “Dovevamo fare ala dalla stazione fino alla villa imperiale. L'imperatore aveva l'intero petto cosparso di medaglie. Aveva su di me un effetto ripugnante, non essendo io stato abituato a così tanta ostentazione”. Nell'autunno 1918 Engleitner sopravvisse alla “influenza spagnola”, che mieté 22 milioni di vittime. Per settimane soffrì di febbre alta e di traspirazioni cutanee. Costretto da denutrizione e fame, nel febbraio 1919 il 13enne cercò lavoro presso un agricoltore, che lo assunse come bracciante. Nell'estate del 1930 St. Wolfgang fu scenario di riprese cinematografiche per il film “Diletto degli dei”. I suoi attori principali erano Hans Moser ed Emil Jannings. Engleitner ebbe una parte di comparsa. PACIFISTA Nel 1932 il bracciante agricolo lasciò la chiesa cattolica e si battezzò come testimone di Geova. Il colpo decisivo lo dette la posizione fondamentalmente pacifista di questa religione. I genitori di Engleitner erano inorriditi, il prete di Strobl tuonò dal pulpito contro di lui e la gente sputava davanti a lui. Tuttavia il giovane uomo non si fece fuorviare. Dopo l'invasione hitleriana dell'Austria, fu arrestato dalla Gestapo nel 1939 per la sua fede e deportato a Buchenwald. Nel 1941 Engleitner fu deportato nel campo di concentramento di Niederhagen, dove dopo due anni gli fu offerta la liberazione all'unica condizione che firmasse l'abiura della fede. Ma Engleitner si rifiutò ancora. Un sorvegliante gli schiacciò i testicoli con un calcio, causandogli una sterilità permanente. Nel 1943 fu trasferito nel campo di concentramento di Ravensbrück, da cui fu liberato dopo pochi mesi mentre pesava solo 28 kg e “condannato ai lavori forzati in agricoltura. Nell'aprile 1945 ricevette una chiamata alle armi, ma Engleitner fuggì e si nascose dai nazisti sui monti. Dopo la guerra l'ex deportato dei campi di concentramento subì emarginazione e disprezzo per molto tempo. Solo la pubblicazione e la riproduzione filmata della sua biografia gli recarono un tardivo riconoscimento. Il governatore dell'Austria superiore Josef Pühringer conferì al 98enne l'onorificenza d'argento della regione Austria superiore; il presidente del Parlamento Kohl e il presidente austriaco Klestil gli conferirono riconoscimenti per la sua attività coraggiosa. Engleitner: “Mi sono sempre sforzato di seguire retti principi e di difendere i diritti altrui. Perciò nessuno non mi ha mai potuto costringere a usare un'arma contro i miei simili”. Engleitner durante le riprese del “suo” film
Esattamente 58 anni dal ritorno a casa dopo la fuga dai nazisti, Engleitner fu ricevuto dal presidente ustriaco
Baracca nel campo di concentramento di Buchenwald STORIA : I TESTIMONI DI GEOVA OPPOSERO RESISTENZA I testimoni di Geova furono perseguitati, torturati e uccisi altrettanto spietatamente quanto gli oppositori politici della dittatura hitleriana. Gli “Studenti Biblici” costituivano nei campi di concentramento una categoria di prigionieri a se stante. Portavano il distintivo del “triangolo viola”, mentre altri cristiani della resistenza ricevettero il “triangolo rosso”. Il 1° aprile 1935 gli “Studenti Biblici” furono messi al bando su tutto il territorio del Reich. Motivo: Non partecipavano alle pubbliche manifestazioni naziste, né alle votazioni e non si associavano ad alcuna organizzazione nazista. Erano obiettori di coscienza e non volevano lavorare in alcuna produzione di armamenti. Non vestivano uniformi e non salutavano la bandiera con la svastica. Il loro era considerato tradimento della patria, disgregazione delle forze militari e insubordinazione. Sotto il nazismo molti “Studenti Biblici” persero il posto di lavoro o la loro professione. Furono percossi dalle SA, arrestati e torturati dalla Gestapo. Dopo la pena detentiva in prigione erano per lo più deportati in campi di concentramento. Lì, secondo le SS, erano “prigionieri volontari”, che avrebbero potuto essere liberati se avessero abiurato la loro fede. Solo pochi lo fecero. Dei 25.000 testimoni di Geova circa 10.000 furono perseguitati, 6.000 imprigionati e 1.200 uccisi nei campi di concentramento (250 per esecuzione capitale). |
I seguenti articoli sono stati tradotti dal tedesco da un nostro collaboratore.
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