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La persecuzione nazista dei Testimoni di Geova
fonte: Triangolo Rosso / Deportati.it  2 Luglio 2001

http://www.deportati.it/trosso/
Pubblicato con autorizzazione dell'Editore.

Una pagina sconosciuta della Germania Hitleriana


La persecuzione nazista dei Testimoni di Geova


Cinquant’anni fa fu ucciso un mostro. Quest'orribile creatura era il Terzo Reich. Quando il mondo alzò il velo per osservarlo, dopo la sua caduta, la scena raccapricciante che si presentò era un incubo troppo grande per essere compreso.

Soldati e civili insieme potevano solo rimanere attoniti, in un muto orrore, di fronte ai resti agghiaccianti di una macchina fatta per uccidere. “Non è mai troppo tardi per ricordare” la vicenda dell’internamento nei campi di concentramento e di sterminio nei 13 anni forse più tragici della storia contemporanea europea. La cosiddetta “burocrazia dello sterminio” non aveva tanto a che fare con esseri umani, quanto con categorie. E queste nei campi si distinguevano per i triangoli e le stelle di vari colori.

Così, com’è noto, la categoria degli ebrei aveva la stella gialla, quella dei politici un triangolo rosso, con indicazione della nazione di provenienza, i delinquenti erano contrassegnati dal triangolo verde, gli omosessuali da quello rosa, i rom e sinti (definiti zingari) da uno marrone, e così via per un totale di 8-9 categorie, una delle quali era quella dei testimoni di Geova, riconoscibili nei campi dal triangolo viola che indossavano.

 

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Così, com’è noto, la categoria degli ebrei aveva la stella gialla, quella dei politici un triangolo rosso, con indicazione della nazione di provenienza, i delinquenti erano contrassegnati dal triangolo verde, gli omosessuali da quello rosa, i rom e sinti (definiti zingari) da uno marrone, e così via per un totale di 8-9 categorie, una delle quali era quella dei testimoni di Geova, riconoscibili nei campi dal triangolo viola che indossavano.

Per certe categorie ‘le ragioni’ dell’internamento prima e della soppressione dopo, erano di ordine etnico, mentre per altre le motivazioni erano di ordine ideologico. Per un’unica categoria i motivi erano di ordine religioso, non a caso ai Bibelforscher, come venivano chiamati allora i Testimoni di Geova in Germania, fu dato come contrassegno nei lager, un triangolo di stoffa color viola, l’unico dato dai nazisti per motivi religiosi.

Quest’anno in diversi paesi europei, tra cui l’Italia, si è celebrato per la prima volta, il "Giorno della Memoria", non solamente in ricordo di tutte le persone che soffrirono e morirono per mano del regime nazista, ma anche per riflettere su quanto l’uomo è stato disumano con i suoi simili e affinché certe atrocità non si ripetano più.

Anche i testimoni di Geova, come tante altre associazioni, hanno ricordato il loro olocausto, con un incontro, il 13 gennaio scorso, presso il Centro Congressi della Provincia di Milano.

L’iniziativa, patrocinata dalla Regione Lombardia, dalla Provincia di Milano e dal Comune di Milano ha avuto come relatori personalità della politica e della cultura di livello nazionale.

Ha concluso i lavori Gianfranco Maris, presidente dell’ANED, che ha parlato a nome dei 40 mila deportati politici nei campi di sterminio e concentramento.

Per Maris, i Testimoni sono stati perseguitati politici, per scelte politiche, per scelte di pace.

In Italia sono stati combattuti già dal 1929, quando 26 di loro comparvero davanti al Tribunale Speciale e furono da esso condannati. Il rappresentante dell'Aned ha poi concluso dicendo: “Dobbiamo rivisitare il passato per analizzare quali furono le condizioni in quei tempi e poter avere gli elementi necessari per poter scegliere nella libertà una condotta operativa per impedire ciò che è stato, possa accadere”.

La manifestazione è stata seguita dai numerosi presenti, che hanno dimostrato di apprezzare la proiezione del documentario I Testimoni di Geova, saldi di fronte all’attacco nazista.

Il video è stato realizzato in collaborazione con il Museo dell’Olocausto di Washington e contiene la testimonianza di ex sopravvissuti e di storici che hanno studiato la persecuzione nazista dei Testimoni nei campi di concentramento. Nel novembre del ’99 è stato presentato per la prima volta in Italia alle autorità nella Sala del Cenacolo della Camera dei Deputati e da allora è stato inserito in un programma didattico dal valore culturale e storico, rivolto agli ambienti scolastici e comunali. Fino ad oggi è stato visto da oltre 100.000 persone in oltre 900 comuni, scuole, università e musei.

Nel 1933 in Germania c’erano circa 25.000 testimoni di Geova. Migliaia di loro furono tra i primi ad essere gettati nelle prigioni e nei campi nazisti.

Erano neutrali nei confronti di ogni genere di attività politica e militare. Non facevano il saluto nazista.

Respinsero l’ideologia nazista e non vollero avere niente a che fare con la macchina bellica di Hitler. Furono gli unici a cui Hitler permise di uscire dai campi, firmando un’abiura della propria fede.

Solo pochi lo fecero. Circa 2.000 morirono, di cui oltre 350 decapitati, fucilati o messi a morte dentro le camere a gas.

La paura della rinascita del nazismo è ancora oggi evidente e poiché è accaduto una volta, può accadere ancora, non nella stessa forma, non da parte dello stesso popolo, ma a chiunque da parte di chiunque.

Fu senza precedenti, ma adesso il precedente c’è: bisogna fare attenzione a che non si ripeta mai più.

 (Pubblicato il  2 Luglio 2001)


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