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Lettera a "La Nazione"
8 Maggio 2001

Olocausto. Ma io difendo i Testimoni di Geova 
http://lanazione.monrif.net/chan/14/33:2133502:/2001/05/08

 
OLOCAUSTO
Ma io difendo
i Testimoni di Geova



OLOCAUSTO
Ma io difendo
i Testimoni di Geova

Premetto che non sono un Testimone di Geova né tanto meno appartengo ad altri movimenti religiosi, ma vorrei commentare in maniera precisa alcuni punti dell'articolo apparso in data 24 aprile e riguardante i Testimoni di Geova e il razzismo. I Testimoni di Geova non sono una setta (basta consultare un qualsiasi dizionario di lingua italiana alla voce "setta") in quanto il movimento è riconosciuto dallo Stato che dà loro il permesso di aggregazione e libertà di culto. Le loro sale-riunioni sono aperte al pubblico e chiunque può verificare lo svolgimento limpido delle funzioni. L'accostamento delle due colonne di articolo "Testimoni sterminati da Hitler" e "Ma non furono anti-nazisti" è di cattivo gusto in quanto se da un lato si parla del dramma da loro subito, con l'altro li si scredita con una colonna di uguale importanza e uguale impostazione, anzi si risalta il secondo con scritta in neretto. Sono a conoscenza dell'episodio del 1935 citato da Mario Pierotti dove si parla di una non presa di posizione da parte dei Testimoni di Geova per quanto riguarda il nazional-socialismo: questa affermazione fu fatta da un singolo rappresentante del movimento e non possiamo per questo classificare negativamente tutti gli appartenenti al movimento. Si può essere anti-nazisti senza prendere parte attiva: si ricorda che altri gruppi religiosi non hanno esitato ad imbracciare le armi pur propagandando la non-violenza. Ricordo che i Testimoni di Geova non facendo il servizio militare passano lo stesso tempo in galera. Mi sembra che il tutto sia riportato a questioni politiche ma nella fede la politica non c'entra niente; quindi si manca di rispetto ad un avvenimento che ha toccato anche altri movimenti religiosi. Mi domando se ancora dobbiamo affidare pareri e resoconti a persone che sono ignoranti in questa materia. E' un'offesa all'intelligenza delle persone e al loro grado di valutazione oggettiva degli eventi. Sarebbe meglio evitare di esprimere giudizi o di asserire cose senza riscontrabili prove.

Riccardo Puccetti
Viareggio

Risponde
la redazione
Sulla questione noi non abbiamo affidato resoconti a nessuno. Abbiamo semplicemente ospitato l'intervento (non richiesto) di un esponente dell'Aris che ha espresso una sua opinione, legittima, ma ovviamente soggettiva. Quanto alla presentazione di due punti di vista diversi sullo stesso argomento, non si tratta di cattivo gusto, ma di una sperimentata tecnica giornalistica che potrebbe essere riassunta con il detto «sentire le due campane».
 

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