MILANO — Nei lager, insieme con ebrei, soprattutto, deportati politici, omosessuali, zingari, c'erano anche 10 mila Testimoni di Geova contrassegnati da un triangolo viola. Erano in larga misura tedeschi che reagivano al pangermanesimo. «Gli attacchi iniziarono nel '33. Erano ariani diversi: non imbracciavano i fucili, non facevano il saluto nazista, non lavoravano nelle fabbriche di munizioni» ci dice Giuseppe Di Biasi, responsabile delle relazioni pubbliche dei Testimoni di Geova della Lombardia. Nell'ambito delle manifestazioni organizzate in occasione del «Giorno della Memoria» (27 gennaio) istituito dal Parlamento per ricordare il più grande eccidio della Storia, oggi (ore 16), con il patrocinio del Comune, presso il cinema De Amicis (via Caminadella 15) verrà proiettato il documentario «I Testimoni di Geova, saldi di fronte all'attacco nazista». Realizzato nel '94 dalla congregazione religiosa americana in collaborazione con il Museo dell'Olocausto di Washington, il filmato raccoglie interviste a 10 storici e testimonianze di 24 sopravvissuti. 
I Testimoni di Geova venivano liberati, se facevano abiura. Ne fucilarono e impiccarono 300 (uno era italiano). Ne morirono 2000 per denutrizione. Si parla anche del libro «Crociata contro il Cristianesimo» di un correligionario svizzero, Franz Zucker. Pubblicato nel '38, documenta la persecuzione e già l'esistenza dei campi di sterminio. 
Info allo 02 86452716. 
Ma.R. 

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