- Le " vittime dimenticate " del regime nazista -

I testimoni di Geova Coraggiosi di fronte al pericolo nazista. Fonte: Svegliatevi 8 Luglio 1998.

Un collaboratore ci ha inviato questa versione distribuita dai testimoni di Geova che rispetto all'edizione stampata sul periodico "Svegliatevi" ha anche una bibliografica completa.

La versione stampata on-line originale è accessibile nel sito http://www.watchtower.org/i/19980708/article_01.htm

(numero dell'8 luglio 1998, pagine 10-14) ©1998 Watch Tower Bible and Tract Society of Pennsylvania.
Tutti i diritti sono riservati.

I testimoni di Geova
Coraggiosi di fronte
al pericolo nazista  
Dal corrispondente di Svegliatevi! in Germania


     I TESTIMONI DI GEOVA sono ben noti per l'incrollabile fedeltà alla Parola di Dio, la Bibbia. Questo spesso richiede coraggio e certo influisce sulla loro vita e sui loro rapporti con gli altri.

Per esempio, i Testimoni hanno profonda stima per persone di qualsiasi gruppo etnico e cultura. Amano Dio e il prossimo. (Matteo 22:35:40) Sono pienamente d'accordo con l'apostolo Pietro, che dichiarò: "Per certo comprendo che Dio non è parziale, ma in ogni nazione l'uomo che lo teme e opera giustizia gli è accetto".  Atti 10:34, 35.

I testimoni di Geova sono pure conosciuti in tutto il mondo per il rispetto che hanno per la legge, l'ordine e l'autorità governativa. Non sono mai stati un focolaio di insurrezione e non lo saranno mai.1 Questo è vero anche quando in certi paesi sono perseguitati perché assumono lo stesso atteggiamento degli apostoli: "Dobbiamo ubbidire a Dio come governante anziché agli uomini". (Atti 5:29; Matteo 24:9) A1 tempo stesso i Testimoni riconoscono agli altri il diritto di adorare in armonia con i dettami della propria coscienza.

La coraggiosa presa di posizione dei testimoni di Geova in Germania e in altri paesi sotto il regime di Adolf Hitler è un fatto provato. Un notevole evento verificatosi a Berlino nel 1933 illustra il loro coraggio, il loro amore per Dio e per il prossimo e il loro rispetto per la legge, l'ordine e la libertà religiosa.


 

Nessun compromesso con Hitler

 

Più di 50 anni fa ebbe termine il mostruoso potere di Hitler contrassegnato da razzismo e assassinio, durato 12 anni. Ma tuttora l'umanità soffre per le ferite inflitte dal regime nazista.

La storia riconosce che solo pochi gruppi si opposero con coraggio al terrore nazista e fecero sentire la loro voce. Fra questi c'erano i testimoni di Geova, definiti “una minuscola isola di instancabile resistenza [morale] in seno a una nazione terrorizzata”.2 La loro coraggiosa presa di posizione è ben documentata da storici stimati.3

Qualche oppositore, però, inclusi alcuni che un tempo si associavano con i testimoni di Geova, sostiene che i Testimoni inizialmente cercarono di arrivare a un compromesso con il regime di Hitler. Qualcuno afferma che rappresentanti della Watch Tower Society cercarono senza successo di ingraziarsi il nuovo governo e che, almeno per un periodo di tempo, approvarono l'ideologia razzista dei nazisti, che alla fine portò allo sterminio di sei milioni di ebrei.  

Queste gravi asserzioni sono assolutamente false. Quello che segue è un esame obiettivo degli avvenimenti in questione, basato sulla documentazione disponibile e il contesto storico.

 

Riandando al passato 

    I testimoni di Geova sono attivi in Germania da più di 100 anni. Nel 1933 c'erano circa 25.000 Testimoni che adoravano Geova Dio e distribuivano pubblicazioni bibliche in tutta la Germania.4

Nonostante le libertà garantite dalla costituzione tedesca dell'epoca, erano spesso il bersaglio di campagne diffamatorie, lanciate principalmente da oppositori religiosi. Già nel 1921 i Testimoni, chiamati allora Ernste Biblerfoscher (Zelanti Studenti Biblici), furono accusati di far parte insieme agli ebrei di movimenti politici sovversivi. Gli Studenti Biblici furono definiti pericolosi "vermi ebrei" bolscevichi, benché non sia mai stata prodotta alcuna prova delle accuse.5 In seguito il teologo svizzero Karl Barth scrisse: “L'accusa che i testimoni di Geova abbiano legami con i comunisti può solo essere dovuta a un malinteso involontario o persino premeditato”.6

Un bollettino parrocchiale accusò i Testimoni e gli ebrei di cospirare insieme dando vita a movimenti rivoluzionari. In risposta l'edizione tedesca dell' Età D'Oro (ora Svegliatevi!) del 15 aprile 1930 dichiarava: “Non abbiamo nessuna ragione di considerare questa falsa accusa un insulto, poiché siamo convinti che un ebreo sia perlomeno una persona che vale quanto un cristiano nominale; ma respingiamo la suddetta falsità del giornalino della chiesa perché vuole denigrare la nostra opera, come se non venisse svolta per amore del Vangelo ma per gli ebrei”.7  

Infatti lo storico John Weiss scrisse:  “I Testimoni non avevano niente a che fare con il nazionalismo razziale tedesco e non avevano rimuginato per secoli sulla mancata conversione degli ebrei. I Testimoni si attenevano ancora, se pur con delle riserve, alla credenza cristiana originale della necessità di convincere tutti i potenziali convertiti a Cristo”.8

 

Cosa accadde quando Hitler salì al potere?

    Il 30 gennaio 1933 Adolf Hitler fu nominato nuovo cancelliere della Germania. All'inizio il governo di Hitler cercò di nascondere la sua natura estremista e violenta.9 Perciò i Testimoni, insieme a milioni di altri tedeschi, nei primi mesi del 1933 consideravano il partito nazionalsocialista la legittima autorità sovrana di quel tempo. I Testimoni speravano che il governo nazionalsocialista (nazista) si rendesse conto che questo gruppo di cristiani pacifici e ligi alla legge non costituiva affatto una minaccia per lo Stato. Questo non voleva dire che avrebbero fatto compromesso sui princìpi biblici. Come è avvenuto in altri paesi, i Testimoni volevano informare il governo tedesco della vera natura non politica della loro religione.10

Ben presto fu evidente che i testimoni di Geova sarebbero stati uno dei primi bersagli della brutale repressione nazista.11 Furono nuovamente tacciati di complicità in una presunta cospirazione ebreo-bolscevica. Iniziò una campagna di persecuzione.12

Perché una comunità religiosa così piccola doveva attirare il furore del nuovo regime? Lo storico Brian Dunn identifica tre ragioni fondamentali: (1) l'internazionalità dei Testimoni, (2) la loro opposizione al razzismo e (3) la loro neutralità nei confronti dello Stato.13 A motivo delle loro convinzioni basate sulle Scritture, i Testimoni tedeschi rifiutavano di fare il saluto nazista, di iscriversi al partito nazionalsocialista e in seguito di partecipare ad attività militari. -Esodo 20:4, 5; Isaia 2:4; Giovanni 17:16.

    Di conseguenza subirono minacce, interrogatori, perquisizioni domiciliari e altre angherie da parte della polizia e delle SA (le Sturmabteilungen di Hitler, reparti d'assalto o camicie brune). Il 24 aprile 1933 alcuni funzionari sequestrarono e chiusero l'ufficio della Watch Tower a Magdeburgo. Dopo che una perquisizione minuziosa non produsse alcuna prova incriminante, e dietro l'insistenza del Dipartimento di Stato americano, la polizia restituì la proprietà. Entro il maggio 1933, però, i Testimoni erano al bando in diversi stati regionali della Germania.14 

I Testimoni compiono un'azione coraggiosa

In quel periodo iniziale Hitler coltivava con sollecitudine la sua immagine pubblica di campione del cristianesimo. Proclamò il suo impegno a favore della libertà religiosa, promettendo di trattare le denominazioni cristiane “con giustizia obiettiva”.15 Per migliorare la sua immagine, il nuovo cancelliere si faceva vedere in chiesa.16 In quel tempo molti dei paesi che in seguito sarebbero entrati in guerra con la Germania esprimevano ammirazione per le imprese di Hitler.

Preoccupato per la crescente tensione in Germania, Joseph E Rutherford, l'allora presidente della Watch Tower Society, insieme al responsabile della filiale tedesca, Paul Balzereit, decise di preparare una campagna per informare il cancelliere Hitler, le autorità governative e il pubblico che i testimoni di Geova non costituivano affatto una minaccia per il popolo e lo Stato tedesco. Evidentemente Rutherford credeva che Hitler non fosse al corrente degli attacchi contro i testimoni di Geova o che fosse stato malinformato su di loro da elementi religiosi.17  

Perciò l'ufficio di Magdeburgo indisse un'assemblea valendosi del diritto, di cui godevano i cittadini tedeschi, di presentare una petizione.18 Con breve preavviso 19 i testimoni di Geova di tutta la Germania furono invitati alle Wilmersdorfer Tennishallen di Berlino per il 25 giugno 1933.20 Erano previsti circa 5.000 presenti.21 Nonostante l'atmosfera ostile, più di 7.000 ebbero il coraggio di assistervi.22 I presenti adottarono una risoluzione, una “Dichiarazione” con cui protestavano contro le restrizioni imposte all'opera dei Testimoni. Veniva esposta con chiarezza la loro posizione e veniva negata l'accusa di legami sediziosi con cause politiche di qualsiasi specie. La “Dichiarazione” diceva:

    "Siamo ingiustamente accusati davanti alle autorità governative . . . Noi chiediamo rispettosamente ai capi della nazione e al popolo di ascoltare con obiettività e senza preconcetti ciò che qui esponiamo".

"Non abbiamo nulla contro alcuna persona né contro gli insegnanti religiosi, ma dobbiamo richiamare l'attenzione sul fatto che di solito sono quelli che asseriscono di rappresentare Dio e Cristo Gesù che si dimostrano in effetti nostri persecutori e che ci mettono in cattiva lacce dinanzi ai governi".23

Coraggio o compromesso?
 

Alcuni adesso sostengono che l'assemblea e la “Dichiarazione” di Berlino del 1933 fossero tentativi compiuti da Testimoni preminenti per dimostrare di appoggiare il governo nazista e il suo odio per gli ebrei. Male loro asserzioni non sono vere. Sono basate su informazioni sbagliate e su travisamento dei fatti.

Per esempio gli oppositori sostengono che i Testimoni ornarono le Wilmersdorfer Tennishallen di bandiere con la svastica.24 Fotografie dell'assemblea del 1933 mostrano chiaramente che non esposero nessuna svastica dentro la sala. Testimoni oculari confermano che non c'erano bandiere all'interno.25


    È possibile, però, che ci fossero bandiere all'esterno dell'edificio.26 Un plotone d'assalto nazista aveva usato la sala il 21 giugno, il mercoledì prima dell'assemblea. Poi proprio il giorno prima dell'assemblea folle di giovani insieme a unità delle SS (Schutz-Staffeln, in origine guardie del corpo di Hitler in camicia nera), delle SA e altri celebrarono il solstizio d'estate nelle vicinanze.27 Perciò i Testimoni che arrivarono all'assemblea la domenica poterono trovarsi davanti un edificio ornato di bandiere con la svastica.

    Se ci fossero state bandiere con la svastica esposte all'esterno, nei corridoi o anche all'interno della sala, i Testimoni le avrebbero lasciate dove erano. Tuttora, quando i testimoni di Geova affittano edifici pubblici per adunanze o assemblee, non rimuovono gli emblemi nazionali.28 Ma non c'è alcuna prova che i Testimoni stessi abbiano esposto bandiere o abbiano fatto il saluto alla bandiera.

    Gli oppositori affermano inoltre che i Testimoni iniziarono l'assemblea cantando l'inno nazionale.29 In realtà l'assemblea iniziò con il cantico 64, “La gloriosa speranza di Sion”,del libretto di cantici religiosi dei Testimoni. Le parole di questo cantico erano state adattate a un brano musicale composto da Franz Joseph Haydn nel 1797. Il cantico 64 era nel libretto dei cantici degli Studenti Biblici almeno dal 1905.30 Nel 1922 il governo tedesco adottò la melodia di Haydn con le parole di Hoffmann von Fallersleben come inno nazionale.31 Nondimeno in Germania gli Studenti Biblici ogni tanto cantavano ancora il loro cantico 64, come facevano gli Studenti Biblici in altri paesi.32

Il fatto di cantare un cantico su Sion non poteva certo essere considerato un tentativo di placare i nazisti. Cedendo alla pressione di nazisti antisemiti, altre chiese eliminarono termini quali “Giuda”, “Geova” e “Sion” dai loro libri di inni religiosi e dalla liturgia. I testimoni di Geova no.33 Gli organizzatori del raduno quindi non si aspettavano certo di ingraziarsi il governo cantando un cantico che esaltava Sion. Forse alcuni dei presenti saranno stati riluttanti a cantare “La gloriosa speranza di Sion”, visto che la melodia di questa composizione di Haydn era la stessa dell'inno nazionale.  


Foto dell'assemblea tenuta dai testimoni di Geova nel 1933 alle "Tennishallen". 
[fonte sito WatchTower] 
Foto dell'assemblea tenuta dai testimoni di Geova nel 1933 alle "Tennishallen". 

"Dichiarazione"

    A motivo del cambiamento di governo e dei disordini che travagliavano il paese, i Testimoni volevano esporre con chiarezza la loro posizione. Con la "Dichiarazione" i Testimoni smentirono recisamente le accuse di interessi finanziari o legami politici con gli ebrei. Infatti il documento affermava:

"Siamo stati accusati falsamente dai nostri nemici di aver ricevuto aiuti finanziari per la nostra opera dagli ebrei. Niente è più lontano dalla verità. Fino ad ora gli ebrei non hanno dato nemmeno un centesimo per la nostra opera ".

Avendo accennato alla situazione finanziaria, la “Dichiarazione” proseguiva denunciando le pratiche disoneste dell'alta finanza. Diceva: `Sono stati gli affaristi ebrei dell'impero britannico americano che hanno creato e sostenuto il mondo dell'alta finanza per sfruttare e opprimere i popoli di molte nazioni".34

Queste parole chiaramente non si riferivano agli ebrei in generale, e ci dispiace che siano state fraintese e considerate offensive. Qualcuno ha sostentato che i testimoni di Geova condividevano i sentimenti di ostilità nei confronti degli ebrei comunemente espressi all'epoca nelle chiese tedesche. Questo è assolutamente falso. Nelle loro pubblicazioni e con la condotta tenuta durante il periodo nazista, i Testimoni rigettarono l'antisemitismo e condannarono il maltrattamento degli ebrei da parte dei nazisti. La benignità mostrata agli ebrei che subirono la stessa sorte nei campi di concentramento è una clamorosa smentita di questa falsa accusa.35  

La “Dichiarazione” definiva il carattere religioso dell'opera dei Testimoni, affermando: "La nostra organizzazione è a tutti gli effetti apolitica. Vogliamo soltanto insegnare la Parola di Geova Dio alla gente".36


    La "Dichiarazione" inoltre ricordava al governo le sue stesse promesse. I Testimoni sostenevano certi ideali elevati, e questi erano affermati pubblicamente anche dal governo tedesco. Fra questi c'erano i valori della famiglia e la libertà religiosa.37  

   
A questo proposito la "Dichiarazione" aggiungeva: "Un attento esame dei nostri libri e delle nostre pubblicazioni dimostrerà chiaramente che questi espongono, difendono e evidenziano con vigore gli stessi elevati ideali sostenuti e promulgati dall'attuale governo nazionale, e mostrano che sarà Geova Dio a far sì che al tempo opportuno questi siano conseguiti da tutti coloro che amano la giustizia".38

    Quindi i Testimoni non si espressero mai a favore del partito nazista. Inoltre, nell'esercizio della libertà religiosa, non intendevano smettere la loro predicazione pubblica. - Matteo 24:14; 28:19, 20.

Secondo l'Annuario dei testimoni di Geova del 1975, alcuni Testimoni tedeschi rimasero delusi che il linguaggio della “Dichiarazione” non fosse più esplicito. Il responsabile della filiale, Paul Balzereit, aveva mitigato il testo del documento?39 No, perché confrontando il testo inglese e quello tedesco risulta che ciò non avvenne. Evidentemente un'impressione diversa era basata sulle osservazioni soggettive di alcuni non direttamente implicati nella preparazione della “Dichiarazione”. Forse le loro conclusioni sono state pure influenzate dal fatto che solo due anni più tardi Balzereit rinnegò la sua fede.40

Adesso si sa che sabato 24 giugno 1933, proprio il giorno prima dell'assemblea di Berlino, i testimoni di Geova erano stati messi al bando in Germania. Gli organizzatori dell'assemblea e la polizia ne furono informati dopo qualche giorno.41 Dati il clima di tensione e l'evidente ostilità dei funzionari nazisti, è straordinario che si sia potuta tenere l'assemblea. Non è un'esagerazione dire che assistendo al raduno i 7.000 Testimoni rischiarono con coraggio la loro libertà.

Dopo l'assemblea i Testimoni distribuirono 2.100.000 copie della “Dichiarazione”. Alcuni furono arrestati immediatamente e inviati in campi di lavoro.42 Così il governo nazista rivelò pienamente la sua natura violenta, oppressiva, e ben presto lanciò un attacco a oltranza contro quel piccolo gruppo di cristiani.  

La professoressa Christine King ha scritto: “I nazisti avrebbero imparato che la forza bruta non poteva sopprimere i Testimoni”.43 Proprio come diceva la “Dichiarazione”, “il potere di Geova Dio è supremo e non esiste alcuna potenza in grado di opporvisi con successo”.* 44



*Potrete trovare interessante vedere il documentario su videocassetta intitolato I Testimoni di Geova, saldi di fronte all'attacco nazista.  


BIBLIOGRAFIA

1. I Testimoni di Geova, proclamatori del Regno di Dio, Congregazione Cristiana dei Testimoni di Geova, Roma, 1993, pp. 673-7. 

2. Anna Pawelczyńska, Values and Violence in Auschwitz-A Sociological Analysis, trad. di Catherine S. Leach, University of California Press, Berkeley, 1979, p. 88. 

3. Detlef Garbe, "Jehovah's Witnesses", in Encyclopedia of German Resistance to the Nazi Movement, a cura di Wolfgang Benz e Walter H. Pehle, trad. di Lance W. Garmer, Continuum, New York, 1997, pp. 182-5. 

4. Annuario dei testimoni di Geova del 1975, Watch Tower Bible and Tract Society of Pennsylvania, Brooklyn, p. 110. 

5. Ernst Christian Helmreich, The German Churches Under Hitler-Background, Struggle, and Epilogue, Wayne State University Press, Detroit, 1979, pp. 129, 287, 338. 
    Christine E. King, The Nazi State and the New Religions: Five Case Studies in Non-Conformity, The Edwin Mellen Press, New York, 1982, pp. 148-9. 
    The Golden Age (L'Età d'Oro), edizione tedesca, 15 maggio 1933, p. 148.
    Detlef Garbe, Zwischen Widerstand und Martyrium-Die Zeugen Jehovas im "Dritten Reich", R. Oldenbourg Verlag, Monaco, 1993, 1994, pp. 63-78. 

6. Der Aufbau-Sozialistische Wochenzeitung, Zurigo, n. 33, 19 agosto 1938. 

7. The Golden Age (L'Età d'Oro), edizione tedesca, 15 aprile 1930, p. 124. 

8. John Weiss, Ideology of Death-Why the Holocaust Happened in Germany, Ivan R. Dee, Chicago, 1996, p. 313. 

9. J. S. Conway, The Nazi Persecution of the Churches -1933-45, Basic Books, Inc., New York, 1968, pp. 14-15. 
Fritz Fischer, Hitler war kein Betriebsunfall, Verlag C. H. Beck, Monaco, 1992, 1993, pp. 174-81. 

10. La Torre di Guardia, 1° ottobre 1995, p. 30. La Torre di Guardia, 1 ° febbraio 1967, p. 80. Annuario dei testimoni di Geova del 1979, pp. 249-50.

11. The Nazi State and the New Religions, cit., p. 19.
    Eugen Kogon, The Theory and Practice of Hell, trad. di 20. Heinz Norden, Fourth Printing, Octagon Books, New York, 1950, 1981, p. 41. 
    The Nazi Persecution of the Churches 1933-45, cit., p. 197. 
    Zwischen Widerstand und Martyrium-Die Zeugen Jehovas im "Dritten Reich", cit., pp. 11, 87-102. 

12 The Golden Age (L'Età d'Oro), edizione inglese, 25 aprile 1934, p. 451. 
    The Nazi Persecution of the Churches 1933-45, cit., p. 197. 

13. Brian Dunn, "Jehovah's Witnesses in the Holocaust Kingdom", in Holocaust Studies Annual, The Penkevill Publishing Co., Greenwood, 1986, vol. 2, pp. 158-9. 

14. Foreign Relations of the United States-Diplomatic Papers-1933, Washington, 1949, vol. 2, pp. 406-7. 
    William L. Shirer, Storia del Terzo Reich, trad. di G. Glaesser, Einaudi, Torino, 1962, 1990, pp. 60-1. 

15. Nazism-1919-1945, a cura di J. Noakes e G. Pridham, University of Exeter, Exeter, 1983, vol. 1, p. 157. (La citazione è tratta dal discorso di Hitler al Reichstag del 23 marzo 1933. Rudolf Morsey, Das "Ermächtigungsgesetz^ vom 24. März 1933, Droste Verlag, Düsseldorf, 1992, p. 52). 
    Friedrich Zipfel, Kirchenkampf in Deutschland-19331945-Religionsverfolgung und Selbstbehauptung der Kirchen in der nationalsozialistischen Zeit, Walter de Gruyter & Co., Berlino, 1965, pp. 1-3. 

16. The Nazi Persecution of the Churches-1933-45, cit.,,p. 14. 
    The German Churches Under Hitler, cit., p. 129. 

17. Annuario dei testimoni di Geova del 1934, edizione inglese p. 140. 

18. Rudolf Schuster, Deutsche Verfassungen, Goldmann Verlag, Monaco, 1985, 1992, p. 195. (L'articolo 126 della Costituzione tedesca diceva: "Ogni tedesco ha il diritto di presentare per iscritto le sue istanze e rimostranze alle competenti autorità". L'articolo 126 era ancora valido nel 1933, secondo Bonner Kommentar zum Grundgesetz, di Rudolf Dolzer, 1995 [C. F. Müller Juristischer Verlag, Heidelberg], pp. 7-8.) 
    I Testimoni di Geova, proclamatori del Regno di Dio, p. 693. 

19. Annuario dei Testimoni di Geova del 1975, cit., p. 111. 

20. Udo Christoffel, Berlin Wilmersdorf-Die Jahre 1920 bis 1945, Wilhelm Möller, Berlino, 1985, p. 225, 20 dicembre 1930, e p. 237, 3 luglio 1931. (II libro contiene delle cronache degli anni '30, basate sul giornale berlinese Der Westen). 

21. Lettera di accompagnamento della "Dichiarazione" indirizzata al cancelliere del Reich. (La lettera, scritta evidentemente da Paul Balzereit per spiegare i motivi della petizione e del congresso del 25 giugno, 1933, fu stampata prima del congresso e indicava pertanto il numero di presenti previsto. La lettera, insieme a una copia della "Dichiarazione", fu consegnata al cancelliere e ad altri alti funzionari del governo tedesco). 

22. Annuario dei Testimoni di Geova del 1975, cit., p. 111. 

23. Annuario dei Testimoni di Geova del 1934, edizione inglese, cit., pp. 131-133. 

24. Francis L. Carsten, The German Workers and the Nazis, Scolar Press, Aldershot, 1995, p. 115. 

25. Johannes Neubacher, dichiarazione (Berlino), 8 marzo 1990 e 27 luglio 1994. 
    Walter Jurisch, dichiarazione (Augusta), 4 marzo 1990, Archivio storico della Watch Tower (Selters/Taunus). 
    Si veda anche il documentario in videocassetta intitolato I Testimoni di Geova, saldi di fronte all'attacco nazista, Watch Tower Bible and Tract Society of Pennsylvania, 1997. 

26. "The Berlin Convention on June 25, 1933" (II congresso di Berlino del 25 giugno 1933), monografia, Archivio storico della Watch Tower, p. 3. 

27. Berlin Wilmersdorf-Die Jahre 1920 bis 1945, cit., p. 269. 

28. La Torre di Guardia, 1° luglio 1977, p. 415. 

29. The German Workers and the Nazis, cit., p. 115. 

30. Gesänge zum Preise Jehovas, Watch Tower Bible and Tract Society, Magdeburgo, 1928, cantico 64, "Zions herrliche Hoffnung", p. 49. 
    Songs of Praise to Jehovah, Watch Tower Bible and Tract Society, Brooklyn, 1928, cantico 64, "Zion's Glorious Hope", p. 49. 
    Hymns of the Millennial Dawn, International Bible Students Association, Brooklyn, 1905, edizione 1918, cantico 58, "Zion's Glorious Hope", p. 58. 

31. II brano di Haydn si trova nel cosiddetto Kaiserquartett (Quartetto op. 76, n. 3). 
    Brockhaus Enzyklopädie, F. A. Brockhaus, Wiesbaden, 1971, vol. 13, "Nationalhymne I", p. 218. 
    Brockhaus Enzyklopädie, F. A. Brockhaus, Mannheim,1988, vol. 5, "Deutschlandlied", p. 423.

32. Cantico nel programma dell'assemblea di Lipsia del 20 maggio 1929. 
    Programmfolge, Text- und Merkbuch für den Kongress der Internationalen Bibelforscher-Vereinigung, Leipzig 1929, vom 18. Bis 21. Mai einschliesslich,p. 12. (La dichiarazione dì un testimone oculare conservata presso l'Archivio storico della Watch Tower conferma che fu cantato il cantico 64). 

33. Susannah Heschel, "Nazifying ChristianTheology: Walter Grundmann and the Institute for the Study and Eradication of Jewish Influence on German Church Life," in Church History, dicembre 1994, p. 595. 
    The Nazi State and the New Religions, cit., p. 190

34. Annuario dei Testimoni di Geova del 1934, edizione inglese, cir., p. 134.

35. Consolation, 26 gennaio 1938, p. 21.
    Consolation, 12 giugno 1940, p. 26. 
    Consolation, 4 maggio 1938, pp. 7-8. 
    Bruno Bettelheim, Il cuore vigile -Autonomia individuale e società di massa, trad. di P. Bertolucci, Adelphi, 2ª edizione, Milano, 1988, pp. 140-1.
    Anton Gill, An Honourable Defeat -A History of German Resistance to Hitler, 1933-1945, Henry Holt and Co., New York,1994, p.106. 
    The Nazi State and the New Religions, cit., p. 102. 

36. Annuario dei testimoni di Geova del 1934, edizione inglese, cit., p. 136.

37. Hitler's Officiai Programme and Its Fundamental Ideas, George Allen & Unwin Ltd., Londra, 1934, 1938, p. 42. 
    The Speeches of Adolf Hitler April 1922 August 1939, a cura di Norman H. Baynes, Howard Fertig, 1942, edizione 1969, vol. 1, pp. 369-70. 
    The German Churches Under Hitler, cit., p. 392. 

38. Annuario dei testimoni di Geova del 1934, edizione inglese, cit., pp. 137-8. 

39. Annuario dei Testimoni di Geova del 1975, cit., p. 111. 

40. Annuario dei Testimoni di Geova del 1975, cit., pp. 148-150. 

41. Annuario dei Testimoni di Geova del 1975, cit., pp.11-112.
    The Golden Age (L’età d’oro), 25 aprile 1934, cit., p. 451. 

42. Annuario dei Testimoni di Geova del 1975, cit., pp. 11-2. 
    The Golden Age (L’età d’oro), 25 aprile 1934, cit., pp. 451-2.

43. The Nazi State and the New Religions, cit., p. 198.

44. Annuario dei Testimoni di Geova del 1934, edizione inglese, cit., p. 142. 

45. Erklärung, Magdeburgo, 25 giugno 1933. 




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