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Trattazione
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Definizione
“Segno simbolico che si ritrova presso molte popolazioni dalla preistoria fino
in età storica, variamente interpretato
nel quadro del simbolismo
solare: consiste in una croce a quattro bracci di uguale lunghezza,
terminanti ciascuno in un prolungamento ad angolo retto volto verso sinistra”.
[dal sanscrito svastika- ‘apportatore di salute’]. Dizionario
della lingua italiana Devoto Oli. Le Monnier Firenze 1971
Origine
Nel 1931 furono pubblicati i risultati degli scavi relativi alla cultura della valle dell’Indo nell’Asia Meridionale. A Mohenjo-Daro e ad Harappa furono portati alla luce i resti di una cultura in uno stadio molto progredito. Furono trovati sigilli con simboli di ovvia natura religiosa, comprese alcune raffigurazioni della svastica. I sigilli ritrovati sono stati attribuiti al terzo secolo avanti Cristo. Interessante è ciò che dice l’archeologo V. Gordon Childe delle svastiche trovate nella valle dell’Indo: “La svastica e la croce, comuni su stampi e placche, erano simboli religiosi o magici come a Babilonia e nell’Elam nel più antico periodo preistorico”. — New Light on the Most Ancient East, di V. Gordon Childe, pagg. 184, 185.
La rivista Natural History del gennaio 1980 ha pubblicato uno
studio approfondito sulle origini e sull’uso della svastica e fa notare quanto
segue: “La svastica è un potente simbolo portafortuna. Questa particolarità,
la sua aura di magia, e il suo simbolismo affondano le radici nelle più antiche
civiltà mesopotamiche e iraniche. In India, dov’è largamente usata nelle
cerimonie indù e come motivo ornamentale, la svastica unisce il simbolismo
astronomico a quello religioso. . . . La relazione fra la svastica e gli dèi
dei pianeti corrisponde piuttosto bene alla storia e alla diffusione del
simbolo. C’erano le necessarie nozioni di astronomia nel luogo dove sembra che
la svastica abbia avuto origine [Mesopotamia]”.
Svastiche scoperte a Samarra, a nord di Baghdad, sul Tigri, e nel primo stadio dell’insediamento a Susa o Susan additano l’antichissima origine del simbolo in Mesopotamia. Pare dunque che Babilonia, fosse il luogo d’origine del simbolo della svastica.
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Svastica
etrusca incisa nel tufo, Cavone di Sovana (Grosseto) |
Simbolo di fertilità e di vita
Nella zona del Danubio inferiore (Siebenbuergen, Romania) sono stati trovati
vasi con rappresentazioni di svastiche su di essi. Sono venute alla luce
svastiche negli scavi compiuti a Troia, antica città dell’Asia Minore. Nello
stesso periodo culturale in cui la svastica compare a Troia e in Romania,
vengono alla ribalta anche plastici di idoli relativi al culto della fertilità.
I plastici sono spesso quasi identici a quelli del Vicino e Medio Oriente. La
maniera in cui la svastica è situata sul corpo di plastici di donne a Troia
indica che serviva come simbolo di fertilità e vita.
Inoltre, nelle fosse delle tombe di Micene, in Grecia, la svastica si trova su
ricchi gioielli d’oro. Compare anche su monete. In una scena funebre
raffigurata su un vaso ateniese, si possono vedere tre svastiche sopra il
cavallo che tira il carro funebre. Dee della fertilità trovate in tombe hanno
il simbolo sulla gola e sul petto. Su un sarcofago possiamo vedere la “signora
della vita”, che in seguito venne chiamata Artemide, circondata da svastiche.
Pare anche che sia stata associata al fiore di loto e che ornasse l’abito di
Afrodite, l’antica dea greca dell’amore, chiamata Venere dai Romani. Quindi,
a Troia e nelle sue rappresentazioni dell’area dell’Egeo, la svastica
rappresentava l’idea della fertilità e della vita.
Uso religioso della svastica
Tracce dell’influenza religiosa di Babilonia sono evidenti anche in India,
come dice fra l’altro un archeologo: “La svastica e la croce, comuni su
impronte e placche, erano simboli magici o religiosi sia nella Babilonia che
nell’Elam del periodo preistorico più antico, ma conservano questo carattere
anche nell’India moderna e altrove”. (V. Childe, New Light on
the Most Ancient East, 1957, p. 185) Quindi,
l’influenza religiosa dell’antica Babilonia raggiunse molti popoli e
nazioni, molto più estesamente e in maniera molto più efficace e duratura del
suo potere politico.
The
World Book Encyclopedia dice in merito ad essa:
“Antico simbolo usato spesso come ornamento o segno
religioso. . . . Si è trovata la svastica su edifici bizantini, iscrizioni
buddiste, monumenti celtici e monete greche. Le svastiche erano simboli
largamente usati dagli Indiani dell’America del Nord e dell’America del
Sud”.
Lo giainismo, antica religione, fondata nel VI secolo prima di Cristo, ha come simbolo la svastica.
Lo stesso simbolo si
trova sopra la porta d’ingresso del tempio Laksmi Marayan di Nuova Delhi, in
India. E anche sopra l’ingresso di un tempio di Bali in Indonesia. Appare
sopra i pesi degli Ashanti in Africa e sulle catene magiche degli Indiani del
Nordamerica. Si può vedere, inoltre, su una rappresentazione delle impronte di
Budda.
Un simbolo cristiano?
La croce, nell’iconografia cristiana è divenuta il simbolo
di fede più evidente e significativo, ma essa era già largamente nota nel
mondo pre-cristiano. Il processo per cui la croce giunse a tanta universalità,
soppiantando tutti gli altri simboli cristiani, si compì relativamente tardi
(sec. IV). Oltre ai valori propriamente ‘religiosi’, nell’ambito del
cristianesimo la croce ha, nelle credenze folcloristiche, un valore di forte
agente apotropaico: come oggetto viene spesso collocata nei campi per favorire
il buon esito del raccolto; è
considerata potente contro le forze demoniache. Come simbolo la croce è
comunque assai più antica del cristianesimo: risale alla preistoria (Neolitico)
ed è raffigurata da sola oppure entro un cerchio, come simbolo solare; a volte
è a raggi diritti, altre volte con i raggi uncinati (svastica).
Chiese
della cristianità
Si può trovare la svastica nel pavimento a mosaico della chiesa della Natività
a Betleem. Nel suo libro Vom Hakenkreuz (Riguardo alla
svastica) Joerg Lechler mostra alcune rappresentazioni di svastiche
tratte da chiese della cristianità. Tra il voluminoso materiale illustrato, si
vede il cosiddetto abito del digiuno o di quaresima di Heiligengrabe, in
Germania, su cui l’abito di Cristo è coperto di svastiche. La svastica
compare su una tovaglia d’altare della Chiesa di Maria zur Wiese di Soest, in
Germania. Si trova pure sul monumento in bronzo del vescovo Bocholt a Luebeck e
su alcune monete medievali delle diocesi cattoliche di Mainz e Halberstadt e del
vescovo di Erfurt, Heinrich (1140-1150 ).
In un quadro di una chiesa di Dalby (Svezia meridionale) l’agnello
rappresentante Gesù Cristo aveva la svastica anziché una semplice croce. Fu
pure usata la svastica nella forma della campana della chiesa di Utterslev, in
Danimarca.
I primi cristiani rigettarono l’uso di tali simboli. Una volta ciò fu
espresso con queste parole: “Le croci, inoltre, non le adoriamo né le
desideriamo. Voi, in realtà, che consacrate dèi di legno, adorate croci di
legno forse come parti dei vostri dèi. Perché i vostri stessi stendardi, nonché
i vostri vessilli e le bandiere dei vostri campi, che cos’altro sono se non
croci indorate e abbellite? I vostri trofei di vittoria non solo imitano
l’aspetto di una croce semplice, ma anche quello di un uomo affisso ad
essa”. — L’Ottavio di Minucio Felice, cap. 29, The Ante-Nicene
Fathers, Vol. 4, pag. 191.
Hitler, la svastica e le chiese
Quando Hitler scelse la svastica come simbolo nazista, scelse uno dei più antichi simboli di un misterioso potere magico. Hitler scoprì che aveva l’effetto desiderato. Nel suo libro Mein Kampf, Hitler scrisse che quando nel 1920 presentò per la prima volta in pubblico la bandiera con la svastica, “fece l’effetto di una fiaccola accesa”. Come scrisse nel suo libro Mein Kampf, Hitler, presentò per la prima volta al pubblico la bandiera con la svastica nell’estate del 1920. Egli e i suoi compagni erano molto entusiasti del loro nuovo vessillo con l’antico disegno.
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Dallo
stemma dell'abate Hagn Monastero di Lambach |
Ma dove vide Hitler per la prima volta la svastica? Hitler vide per la prima
volta questo simbolo nella sua infanzia. Allora viveva in un piccolo villaggio
vicino al monastero benedettino di Lambach, nell’Austria superiore. Per un
po’ fece il corista lì e visse al monastero nell’inverno del 1897-1898. Lì,
scolpita nel muro sopra la grotta della sorgente nel cortile, c’era la data
1860 con una svastica. Il simbolo si trovava pure sul portale del monastero.
Inoltre, lo stemma personale dell’abate Theodorich Hagn del monastero di
Lambach aveva “una svastica dorata con punte inclinate in campo azzurro”.
A quel tempo la svastica fece impressione al giovane Hitler? Le opinioni
variano. Ma nel libro Aus Adolf Hitler Jugendland und
Jugendzeit (Il periodo e il paese della
gioventù di Adolf Hitler) dice quanto segue del
monastero benedettino di Lambach: “Lì Adolf Hitler venne a contatto per la
prima volta con la svastica. . . . Anche se Adolf Hitler può aver adottato in
seguito questo simbolo per motivi interamente diversi, non si può annullare il
fatto che egli trascorse parte della sua infanzia sotto quel simbolo”. —
Pagg. 14-16.
Nel suo libro Oberdonau, die Heimat des Fuehrers
(Il Danubio superiore, dimora del Fuehrer),
Robert Lenk scrive: “Il corista Adolf Hitler vide per la prima volta il segno
angolare del moto solare sullo scudo del passaggio a volta di Lambach”. (Pag.
102) Nello stesso libro lo scrittore menziona sei chiese di campagna della
Muehlviertel, considerata fortemente cattolica, dell’Austria superiore su cui
compariva il simbolo della svastica. — Pag. 42.
Simbolo
del
Partito Tedesco Nazional-Socialista dei Lavoratori. |
Friedrich Heer, cattolico e professore di storia all’Università di Vienna,
nel suo libro God’s First Love, ha ammesso: “Nella cruda realtà
della storia tedesca, la croce e la svastica furono sempre più unite, finché
la svastica proclamò il messaggio della vittoria dai campanili delle cattedrali
tedesche, bandiere con la svastica apparvero ai lati degli altari e teologi,
pastori, ecclesiastici e statisti tedeschi sia cattolici che protestanti
accolsero di buon grado l’alleanza con Hitler”. — Pagina 247
La
bandiera della Germania nazista |
Cortesia di un collaboratore.
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